Rising Star Expedition
La prima campagna di scavo in un sito paleoantropologico in diretta!
E’ iniziata da pochi giorni una campagna di scavo in un sito paleoantropologico in Sudafrica nei pressi di Johannesburg. Il sito fossilifero è stato localizzato in una camera sotterranea a –30 metri, e con un accesso problematico, con un passaggio stretto che limita l’accesso a chi riesce a passarci. Può essere interessante passare a dare un’occhiata per vedere e capire cosa stanno scoprendo là sotto.
In poco tempo il paleoantropologo direttore dello scavo, Lee Berger (lo scopritore di Australopithecus sediba), ha organizzato un gruppo internazionale, tra cui John Hawks, che si propone anche di realizzare il primo scavo paleoantropologico in diretta, con la collaborazione del National Geographic. Ecco perché c’è un sito web (“Rising Star Expedition” con annesso twitter) gestito da una tenda piazzata proprio nella zona dello scavo.
Lo scavo è iniziato da pochi giorni e già è stato trovato un frammento di mandibola, si è identificata la presenza di almeno due individui, e si sono estratti già, fino ad oggi, addirittura altri 200 frammenti scheletrici!. Il sito web è già ricco di post, foto e video della gente al lavoro e del materiale estratto dal sito (paleoantropologico). Negli ultimi giorni è stato portato alla luce anche un cranio (reperto 289). Anche le scoperte che documentano il ritrovamento dei rari fossili che permettono di ricostruire sempre meglio il puzzle dell’evoluzione umana possono emozionare non solo chi partecipa alla ricerca ma anche chi è invitato a seguirla. Il ritrovamento del cranio sarà importantissimo per identificare la specie che sfruttava le risorse disponibili in quella località del Sudafrica. Nei video si nota che molto probabilmente L. Berger e J. Hawks non hanno proprio il fisico adatto per scendere, attraverso una strettoia di 18 cm, nell’area in cui si estraggono i fossili. In quell’area lavorano soprattutto le “donne delle caverne”.
Questi resti fossili poi raggiungono subito la superficie in appositi contenitori per essere identificati davanti ai curiosi, che sperano di avere informazioni e novità da paleoantropologi al lavoro su oggetti materiali che hanno imparato a riconoscere.
Per l’interpretazione ovviamente ci vorranno probabilmente anni, in quanto questi oggetti materiali devono essere confrontati con cura con altri oggetti trovati precedentemente.
Daniele Formenti