Se l’ossigeno è un veleno, meglio trattenere il respiro il più a lungo
È noto che il sistema respiratorio degli insetti è estremamente efficiente: in alcuni organi molto attivi, le trachee, i canali provvisti di valvole spiracolari che mettono in comunicazione diretta l’organo con l’aria, possono raggiungere addirittura i mitocondri per massimizzare l’efficienza degli scambi gassosi. È noto anche che molti insetti esibiscono un ciclo discontinuo di scambi gassosi (una sortadi ritmo respiratorio, […]
È noto che il sistema respiratorio degli insetti è estremamente efficiente: in alcuni organi molto attivi, le trachee, i canali provvisti di valvole spiracolari che mettono in comunicazione diretta l’organo con l’aria, possono raggiungere addirittura i mitocondri per massimizzare l’efficienza degli scambi gassosi. È noto anche che molti insetti esibiscono un ciclo discontinuo di scambi gassosi (una sortadi ritmo respiratorio, chiamato DGC). Stefan Hetz e Timothy Bradley hanno recentemente pubblicato su Nature (433: 516-519, 2005) la loro ipotesi sull’evoluzione del ritmo respiratorio degli insetti: essi respirano in modo discontinuo non tanto per assumere ossigeno quanto per evitarlo il più possibile. L’ossigeno è infatti un’arma a doppio taglio: indispensabile carburante per la produzione di energia è una potente sorgente di componenti tossici (ROS, Reactive OxygenSpecies) che possono danneggiare DNA e proteine. Le ipotesi proposte da questi ricercatori possiedono molte implicazioni e potrebbero rivoluzionare il nostro modo di vedere l’evoluzione della respirazione animale. L’implicazione a mio avviso interessante è che l’ipotesi di Hetz e Bradley, qualora fosse confermata da altri studi, stravolgerebbe l’idea stessa di respirazione, in origine intesa come sistema per assumere ossigeno ed ora visto più come meccanismo per limitare il contatto con l’ossigeno….sarà valido anche per per altri gruppi sistematici? Astrid Pizzo