Sesso con chiunque?

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Sappiamo che la nostra specie, lungi dall’essere puro virgulto di albero immenso sotto di noi, è solo un ramoscello laterale salvatosi per puro caso da immani sfortune e pericoli di estinzione, un po’ come accade a tanti altri animali. Ma che la nostra specie si fosse abbassata ad amori bestiali e turpi, questa è proprio nuova. Eppure il tutto ha […]


Sappiamo che la nostra specie, lungi dall’essere puro virgulto di albero immenso sotto di noi, è solo un ramoscello laterale salvatosi per puro caso da immani sfortune e pericoli di estinzione, un po’ come accade a tanti altri animali. Ma che la nostra specie si fosse abbassata ad amori bestiali e turpi, questa è proprio nuova. Eppure il tutto ha lasciato delle tracce e noi le abbiamo scoperte. Già qualche tempo fa Svante Pääbo aveva annunciato che il suo gruppo (e altri) avevano trovato tracce di Dna neanderthaliano in genomi europei (Pikaia ne ha parlato qui). E un gruppo di Stanford aveva stabilito che parte del nostro “patrimonio immunitario”, in particolare alleli di HLA, sembra sia stato acquisito dai nostri cugini europei. Non solo, anche un’altra specie di ominini si è accoppiata con Homo sapiens; non sappiamo come chiamarli ufficialmente, perché nessuno li ha ancora descritti formalmente (in fondo, hanno trovato solo la falange di un mignolo e un dente) ma tutti gli chiamano denisoviani, perché li hanno trovati in una caverna vicina a Denisova, in Russia. Sembra inoltre che questi geni del complesso HLA (provenienti da neanderthaliani e denisoviani), insieme ad altri, ci siano stati utili per difenderci da germi e parassiti nei nuovi continenti che la nostra specie ha colonizzato uscendo dall’Africa. Notate però che la presenza di questi alleli è molto elevata, mentre altri geni che abbiamo in comune con i neanderthal e i denisoviani sono piuttosto rari. Quando un gene (meglio, un allele) è molto comune mentre altri che dovrebbe avere la stessa origine sono più rari, è molto, molto probabile che i più comuni siano stati sottoposti a selezione positiva. Cioè la selezione naturale lo abbia preservati e anzi diffusi, perché erano sicuramente utili.

Fin qui la cosa era curiosa, un po’ morbosa ma sopportabile; in fondo ci siamo accoppiati con cugini primi, magari parenti serpenti ma non troppo lontani da noi (anche se la distanza tra sapiens e neanderthalensis è sempre di 500.000 anni…). Ma ora un’altra ricerca ci precipita nel girone dei fornicatori: dice infatti che ci sono prove di admixture tra Homo sapiens e altre specie di ominini, in Africa circa 35.000 anni fa. Quali specie siano non si sa, e le prove non sono frammenti di genoma, ma pezzi di Dna che ai ricercatori sembravano molto ma molto strani. Insomma, sono simulazioni di che tracce l’infiltrazione e l’introgressione di geni da antiche popolazioni avrebbe lasciato nel genoma. Sembra che circa il 2% del genoma di tre popolazioni che sono senz’altro rimaste in Africa a lungo (Mandenka, pigmei Biaka e San) sia costituito da frammenti genici molto diversi da tutti gli altri. Il problema è un altro: secondo i ricercatori (dell’università dell’Arizona a Tucson) le specie che si sono accoppiate si sono separate circa 700.000 anni fa. Cioè, dovevano essere molto ma molto diversi da noi. Eppure alcune popolazioni di sapiens non hanno avuto problemi ad accoppiarsi con donne o uomini di specie palesemente diverse (Homo erectus o quel che era?). Diciamo che da perfetto ignorante la cosa mi perplime, e vorrei prove più sicure del tutto.

C’è qualcos’altro però da considerare, elucubrazioni che hanno a che fare più con la religione che con la scienza. Fino ad ora, la chiesa aveva accettato con piacere il modello “Out of Africa”, perché implicava l’esistenza, come esseri simbolici e si potrebbe dire giornalistici, di un Adamo Y e un’Eva mitocondriale. Lasciamo perdere il fatto che non avrebbero mai potuto incontrarsi, poiché erano distanti parecchie migliaia di anni: per la chiesa andava bene e poteva anche dire “Vedete che anche la paleontologia parla di un Adamo e un’Eva”. Purtroppo la presenza di due soli individui, ancorché simbolici, in tutto questo casino di accoppiamenti e scambi genetici tra specie diverse, abbia ora ben poca logica e plausibilità. Anche il blog Gene expression fa un lungo ragionamento su questo, e vi lascio al lui perché la penso esattamente allo stesso modo.

Da Leucophaea, il blog di Marco Ferrari