SIBE 2010 – Secondo Giorno (II parte)
Il pomeriggio si è aperto con la terza sessione, dedicata alla filogenesi e costituita da interventi decisamente tecnici, ma molto interessanti per capire come si costruiscono gli alberi evolutivi degli organismi, in particolare per quanto riguarda le loro basi statistiche e di significatività. Ad aprire le danze Angelica Crottini (Technische Universitaet Braunschweig/Università degli Studi di Milano), con una comparazione tra […]
Il pomeriggio si è aperto con la terza sessione, dedicata alla filogenesi e costituita da interventi decisamente tecnici, ma molto interessanti per capire come si costruiscono gli alberi evolutivi degli organismi, in particolare per quanto riguarda le loro basi statistiche e di significatività. Ad aprire le danze Angelica Crottini (Technische Universitaet Braunschweig/Università degli Studi di Milano), con una comparazione tra filogenia molecolare e citogenetica sfruttata per indagare la storia evolutiva del complesso di specie Tubifex. Saverio Vicario dell’Università di Bari ha invece presentato una ricerca di filogeografia nata direttamente in seno al precedente Congresso SIBE, grazie alla collaborazione con Emiliano Trucchi e Valerio Sbordoni dell’Università di Roma Tor Vergata. Omar Rota Stabelli della National University of Ireland di Maynooth è invece un vero appassionato della fauna di Burgess Shale, che anche S.J. Gould ha tanto amato. La sua passione non si volge però tanto alla nostra Pikaia, quanto agli Artropodi: si è infatti impegnato per cercare di scoprire quando questo phylum è comparso e si è diversificato. Federico Plazzi dell’Univesità di Bologna e Francesco Nardi del Dipartimento di Biologia Evolutiva all’Università di Siena hanno quindi esposto i propri metodi di costruzione di alberi filogenetici in particolare per quanto riguarda la significatività attribuibile a diversi sistemi di calibrazione. Ci siamo poi avvicinati all’uomo grazie all’intervento di Luca Pozzi della New York University, il quale ha parlato della ricostruzione dell’albero dei primati, specificamente trattando il problema di trovare punti di calibrazione efficaci. Si è parlato quindi di fagioli comuni con Simonetta Angioi del Dipartimento di Scienze Agronomiche e Genetica Vegetale Agraria dell’Università degli Studi di Sassari, che ne ha ricostruito le strutture di popolazione e i flussi genici, indagando tra l’altro le origini andine e meso-americane delle varietà campionate. Dai fagioli all’evoluzione della vista: Roberto Feuda dell’Unità Bioinformatica del Dipartimento di Biologia alla National Universtiy of Ireland Maynooth si è preso carico dell’ultimo intervento della giornata, esponendo la propria indagine filogenetica sulle origini della visione nei Metazoi. Durante il lungo inverno irlandese si è infatti occupato dello studio di proteine coinvolte nel primo passaggio della risposta alla luce, le opsine, tentando la ricostruzione filogenomica delle varie famiglie in cui si suddividono queste proteine all’interno dei phyla dei Metazoi.
Dopo una breve pausa inizierà ora la Poster Session, durante la quale i vari poster scientifici verranno presentati dagli autori. Così come le essay divulgative, i poster sono sottoposti a votazione segreta. Il migliore verrà premiato domani, nell’ultima giornata di Congresso.
A seguire la cena sociale della SIBE, stasera, presso l’Orto Botanico Cascina Rosa dell’Università degli Studi di Milano.
Ilaria Panzeri e Luca Perri