Simmetrie floreali: bilaterale è meglio!

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In termini abbastanza generali, i botanici ritengono che procedendo dalle famiglie più antiche verso i taxa evolutisi più recentemente si possa osservare un trend di progressiva riduzione delle dimensioni del fiore e di riorientamento della sua simmetria verso il bilateralismo, a discapito della simmetria raggiata: la simmetria di un oggetto è chiamata bilaterale quando uno e un solo piano (definito […]

In termini abbastanza generali, i botanici ritengono che procedendo dalle famiglie più antiche verso i taxa evolutisi più recentemente si possa osservare un trend di progressiva riduzione delle dimensioni del fiore e di riorientamento della sua simmetria verso il bilateralismo, a discapito della simmetria raggiata: la simmetria di un oggetto è chiamata bilaterale quando uno e un solo piano (definito sagittale) è in grado di dividere l’oggetto in due metà speculari, mentre è raggiata quando esistono più piani che tagliano il corpo in “fette” tutte uguali fra loro (tra le piante ne sono begli esempi i narcisi, mentre tra gli animali le meduse o i ricci di mare). Secondo alcuni studiosi, nelle dicotiledoni, ad esempio, le due principali linee evolutive “culminano” proprio nelle Lamiacee -il gruppo di piante cui appartengono la menta, la salvia, la melissa- e nelle Asteracee -la famiglia delle margherite e dei girasoli- tutte caratterizzate da piccoli fiori a simmetria bilaterale raccolti in infiorescenze (la margherita, ad esempio, diversamente da quanto molti, erroneamente, ritengono, non è un singolo fiore, ma un insieme compatto di piccolissimi fiorellini -il capolino-, ognuno recante un singolo petalo bianco); tra le monocotiledoni si assiste ad un’evoluzione decisamente marcata verso forme zigomorfe (un altro modo di definire strutture a simmetria bilaterale), come si può chiaramente osservare in un fiore di orchidea.

L’idea è che vi sia stata un’intensa selezione verso fiori a simmetria bilaterale da parte degli impollinatori specializzati, in quanto questa morfologia risulterebbe più attraente per gli impollinatori e offrirebbe una maggior efficacia nel trasferimento dei granuli pollinici e dunque nella fecondazione di piante conspecifiche.

Tre ricercatori dell’Università di Granada in Spagna, i genetisti Francisco Perfectti and Juan Pedro M. Camacho e l’ecologo José M. Gómez, hanno messo in evidenza che i fiori a simmetria bilaterale della crucifera mediterranea Erysimum mediohispanicum, una pianta che mostra un range di variazione nella morfologia dei propri fiori molto ampio, con fiori a simmetria completamente bilaterale e fiori a simmetria quasi raggiata, sarebbero maggiormente visitati dagli insetti impollinatori rispetto a quelli a simmetria raggiata. Essi hanno per la prima volta dimostrato e quantificato la correlazione tra la forma del fiore e la sua fitness riproduttiva: hanno infatti provato che nei fiori maggiormente zigomorfi la maggior “attrattività” nei confronti degli insetti  impollinatori (che è stata censita conteggiando in un certo arco di tempo standardizzato il numero di insetti che hanno “fatto visita” al fiore entrando in contatto con gli organi riproduttivi) ha come immediata conseguenza una sostanziale differenza in termini di numero di semi prodotti per pianta e di numero di semi che riescono a superare gli stadi giovanili e a svilupparsi  in una pianta adulta (quindi una differenza della fitness).
I risultati della ricerca sono apparsi sul numero di ottobre della celebre rivista The American Naturalist.

Astrid Pizzo