Strategie per sopravvivere sulla terraferma
Tiktaalik era un predatore, lungo quasi tre metri, con denti affilati e la cui forma generale poteva ricordare quella di un coccodrillo. Per il suo stile di vita ibrido tra quello di un pesce e quello di un animale terrestre è stato ribattezzato “pesciapode” già nel 2006, quando venne pubblicato il primo lavoro di descrizione; per conoscere i dettagli sull’anatomia […]
Tiktaalik era un predatore, lungo quasi tre metri, con denti affilati e la cui forma generale poteva ricordare quella di un coccodrillo. Per il suo stile di vita ibrido tra quello di un pesce e quello di un animale terrestre è stato ribattezzato “pesciapode” già nel 2006, quando venne pubblicato il primo lavoro di descrizione; per conoscere i dettagli sull’anatomia dell’animale si è dovuto però attendere il 2008. Nello scorso numero di Nature, infatti, Neil Shubin dell’Università di Chicago, Ted Daeschler dell’Academy Of Natural Sciences e altri hanno pubblicato uno studio che descrive in dettaglio la regione del cranio di Tiktaalik e mostra lo sviluppo di strutture anatomiche che permettevano al “pesciapode” di camminare sulla terra e respirare aria.
“Eravamo abituati a considerare la transizione tra forme marine e forme terrestri come un evento rapido”, dice Shubin, “soprattutto perché ci mancavano informazioni sulle forme intermedie. Tiktaalik è la forma di transizione perfetta”.
“Finalmente ci è chiara la forma della scatola cranica, del palato e degli archi branchiali di Tiktaalik, grazie alla preparazione di diversi esemplari fossili”, dice Jason Downs, dell’Academy of Natural Sciences. “Questo ci ha permesso di vedere come le prime caratteristiche del cranio associate alla vita sulla terraferma erano in realtà adattamenti alla vita in acque poco profonde”. Daeschler aggiunge che “la transizione da un modo di vita acquatico ad uno terrestre richiedette molto di più che il semplice sviluppo di arti. La testa dei primi animali terrestri dovette diventare più solida e contemporaneamente più mobile rispetto al resto del corpo”.
I pesci, infatti, vivono in un ambiente perfettamente tridimensionale, e non sono legati al substrato come lo sono gli animali terrestri. Ecco perché il passaggio alla vita sulla terraferma ha reso necessario lo sviluppo del collo, un carattere vantaggioso per la predazione in un ambiente come quello terrestre.
Un altro carattere importante in Tiktaalik è la riduzione dell’iomandibolare, un elemento osseo che, nei pesci, coordina i movimenti del cranio associati alla respirazione e alla nutrizione. Nel passaggio alla vita sulla terraferma l’importanza dell’iomandibolare si riduce, e col tempo l’osso acquisterà un ruolo decisivo nello sviluppo dell’udito – diventando quello che nell’uomo e nei mammiferi in generale si chiama staffa. La riduzione dell’iomandibolare in Tiktaalik indica che le branchie dell’animale stavano iniziando a perdere di importanza.
Queste scoperte relative all’anatomia del cranio di Tiktaalik sono state rese possibili dalla preparazione in laboratorio effettuata da Fred Mullison e Bob Masek, per un lavoro che ha richiesto anni. Gli esemplari risalgono infatti al 2004, e sono stati scoperti su Ellesmere Island, nel territorio dei Nunavut del Canada, 600 miglia a nord del Circolo Polare Artico. Tutti i fossili appartengono al popolo Nunavut, e verranno loro restituiti dopo essere stati studiati.
Gabriele Ferrari
Riferimenti:
Jason P. Downs, Edward B. Daeschler, Farish A. Jenkins & Neil H. Shubin; The cranial endoskeleton of Tiktaalik roseae; Nature 455, 925-929. doi:10.1038/nature07189
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons