The Grand Design
Il 7 settembre è uscito in UK l’ultimo libro di Stephen Hawking “The grand design”. Ne ha parlato in un articolo Repubblica, che riporta la frase con la quale Hawking propone un’ipotesi di spiegazione che può essere discussa e confrontata con le molte altre ipotesi già disponibili e che solo ora possono essere sottoposte ad una qualche verifica comparativa.Già per altri […]
Il 7 settembre è uscito in UK l’ultimo libro di Stephen Hawking “The grand design”. Ne ha parlato in un articolo Repubblica, che riporta la frase con la quale Hawking propone un’ipotesi di spiegazione che può essere discussa e confrontata con le molte altre ipotesi già disponibili e che solo ora possono essere sottoposte ad una qualche verifica comparativa.
Già per altri problemi è successo: la massa critica delle conoscenze scientifiche accumulate dalla specie più intelligente finora comparsa sul pianeta (anche se si possono sempre temere drammatiche smentite…) ha permesso di formulare un’ipotesi che certamente può mettere in crisi tutte le decine di precedenti ipotesi tuttora disponibili e che, come è ovvio, non dispongono dell’universalità che di solito caratterizza le ipotesi scientifiche, ma fanno riferimento a culture che non sempre accettano di discutere pacificamente i concetti fondanti.
La riflessione quindi può cominciare, come già successe per l’ipotesi che avrebbe dovuto spiegare l’evoluzione della vita sulla terra. Come sappiamo, molti furono subito entusiasti già dell’ipotesi iniziale di Darwin, nonostante nemmeno lui fosse del tutto convinto; altri si sono convinti solo in presenza di una robustezza tale da convincere perfino capi religiosi (come quelli delle chiese anglicana e cattolica) che hanno dovuto ammettere che forniva soluzioni coerenti e complete per moltissimi fenomeni di cui si faceva difficoltà ad afferrare perfino le dimensioni.
I responsabili della chiesa anglicana hanno perfino riconosciuto il loro errore nel settembre 2008, l’unico modo per dimostrare il pentimento e per dare ai fedeli l’indicazione di un aggiornamento culturale, mentre nella chiesa cattolica convivono tuttora, anche se non pacificamente, P.G.Coyne che festeggia Darwin e il Kolbe Center for the study of creation che riesce a trovare le risorse per organizzare ben tre convegni creazionisti al CNR e in due università romane solo per contestare le idee evoluzioniste che sembrano prevalenti in Vaticano.
Proprio le dimensioni del fenomeno “evoluzione biologica” rendono quasi più difficile accettare il problema che la soluzione, più semplice del problema, è certamente geniale. Difficile comunque immaginare l’esistenza di un meccanismo che agisca su tempi che sono inimmaginabili, tanto che c’è chi preferisce addirittura immaginare un’entità che possa funzionare ininterrottamente per circa quattoridici miliardi di anni senza scadenze di garanzia né necessità di manutenzione, nonostante una decina di miliardi di anni iniziali di quasi inattività, senza che si muovesse foglia nell’universo.
Non sembra comunque che per ora la reazione ad Hawking sia positiva. Anzi si trovano anche scienziati che sembrano preoccupati che il dubbio possa mettere in dubbio improbabili spiegazioni, come se costituissero davvero i fondamenti di idee che dovrebbero semplicemente occuparsi di etica e di pacifica convivenza umana.
Cosa propone Hawking?
”Poiché esiste una legge come la gravità, l’universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c’è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l’universo, per cui esistiamo noi“.
Sarebbe comunque strano che chi sembra essere interessato soprattutto al “perché” più che al “come” non volesse valutare i dati di base (anche solo le sconcertanti dimensioni temporali e spaziali del problema …) e le spiegazioni scientifiche proposte. Un articolo critico sul sito de Il Tempo (“Ma Dio serve a spiegare il Mondo”), scritto da un fisico, correttamente non accusa Hawking di negare l’esistenza di Dio; ma non si preoccupa però, proprio ora che di fronte all’alternativa, sarebbe necessario fornirne la prova dell’esistenza o citare qualcuno che l’abbia fatto. Il fisico cerca almeno di rassicurare che la valutazione prescinderebbe dal conflitto di interessi: “non possiamo però esimerci dall’avere una posizione dubbiosa che prescinde dal credo personale e dall’essere cristiani. Le giustificazioni addotte da Hawking non hanno la forza per convincerci mentre ci sostiene la convinzione che esista un Creatore”. E in realtà non riesce comunque a convincere alcuni lettori…
Sarà comunque difficile gestire la discussione sulle diverse “creazioni spontanee” (biologica e fisica) evitando i cortocircuiti… già molti antievoluzionisti riescono a creare confusione anche solo su quella biologica …
Di alcuni giorni fa, invece, gli articoli di commento apparsi su Repubblica. Il primo è un articolo di Marco Cattaneo (qui) e il secondo di Francesco e Luca Cavalli-Sforza (qui). Sconcerta un po’ il fatto che alcuni sottotitoli attribuiscano ad Hawking la pretesa di “provare l’inesistenza del creatore”; e questo nonostante Cattaneo sottolinei come Hawking abbia invece detto qualcosa di ben diverso: “non è necessario ipotizzare l’esistenza di un dio o di un essere soprannaturale”. Altri sottotitoli invece sono corretti: “non c’è alcun bisogno di ipotizzare l’intervento esterno di un creatore”.
Questo il sito web del libro.
Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti