Topi e primo soccorso

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Quando i roditori aiutano compagni privi di coscienza

Leggo molti libri e articoli sul comportamento animale e ogni volta sono incuriosita e sorpresa da ciò che la scienza ci sta aiutando a comprendere. La pubblicazione che mi è capitata tra le mani qualche settimana fa, però, mi ha particolarmente colpita. Sarà stato per la combinazione di temi: i protagonisti sono i topi (Mus musculus) — ti avevo già parlato delle vite dei ratti — che, in questo caso, sono stati osservati mentre cercavano di aiutare compagni in stato di incoscienza.

Tantissimi anni fa sono stata volontaria di primo soccorso e ciò che è stato descritto nella ricerca somiglia molto a quello che ho imparato per migliorare la respirazione di una persona non cosciente. Pensa: questo comportamento sarebbe addirittura innato nei topi. Ora, però, cerchiamo di capire meglio di cosa parla lo studio.


Rappresentazione di un topo in quattro posizioni di Jacques de Gheyn (1565-1629). Credits: Rijksmuseum, CC0, da Wikimedia Commons.
Rappresentazione di un topo in quattro posizioni di Jacques de Gheyn (1565-1629). Credits: Rijksmuseum, CC0, da Wikimedia Commons.

Correre in aiuto di chi non sta bene

«C’è un medico?». Questa è la domanda che viene affannosamente urlata mentre un gruppo di persone ne circonda un’altra solitamente accasciata a terra e, a volte, priva di coscienza. È quasi istintivo: corriamo in soccorso di qualcuno che non si sta sentendo bene e lo facciamo con ancora più impeto quando accade a un nostro amico o parente.

Non siamo gli unici animali a intervenire quando qualcuno non sta bene. Esistono testimonianze che raccontano di elefanti che cercano di aiutare una matriarca morentescimpanzé che mostrano attenzioni particolari verso un giovane compagno ferito dopo una caduta e tursiopi che spingono un conspecifico in difficoltà verso la superficie, in modo che possa respirare.

Queste specie spesso rimangono vicine ai membri del gruppo che non riescono a muoversi o che non stanno bene. Li toccano, si dedicano al grooming e arrivano anche a colpirli. Alcune di queste azioni sembrano molto simili alle nostre in situazioni d’emergenza: quando qualcuno perde coscienza gli diamo piccoli schiaffetti o usiamo sali, sostanze dagli odori forti, e ho scoperto che, in Oriente, praticano l’agopuntura nell’area al di sotto del naso per stimolare i sensi del malcapitato.

Apparteniamo a specie sociali ed è da molto tempo che scienziate e scienziati studiano in noi quei comportamenti che contribuiscono a saldare legami e che potrebbero indicare empatia. Ciò che è stato osservato e descritto in un articolo pubblicato su Science è in qualche modo speciale perché mostra nei topi un comportamento simile a quello di un soccorritore di primo soccorso.

Come affrontare un’emergenza se sei un roditore

La serendipità è sempre dietro l’angolo: i ricercatori avevano osservato per caso, in uno studio scientifico precedente, che i topi tendevano ad aiutare altri compagni in stato di incoscienza.

Per approfondire questo comportamento, il gruppo di ricerca ha progettato un esperimento in cui ad alcuni topi, nella loro gabbia, veniva presentato un compagno familiare che, dopo poco tempo, avrebbe perso coscienza davanti ai suoi occhi poiché anestetizzato.

Il topo oggetto dell’esperimento inizialmente ha annusato il compagno reintrodotto e, una volta che quest’ultimo ha perso i sensi, ha cominciato ad annusarlo con più insistenza e ad aumentare il grooming. Con il passare del tempo l’attenzione del roditore si è concentrata nella zona della bocca e degli occhi, con azioni sempre più intense. Con il progressivo risveglio del topo inattivo, il soccorritore ha diminuito velocemente la manipolazione di bocca e occhi fino a cessare alla ripresa dello sfortunato, mentre grooming e annusamento si sono ridotti con un ritmo più lento.

Annusare e praticare l’allogrooming sono comportamenti frequenti nei roditori, ma ciò che ha incuriosito ricercatrici e ricercatori è stata l’attenzione sulla zona degli occhi e della bocca. A quel punto, gli autori dello studio hanno voluto dare un’occhiata ravvicinata con una telecamera ad alta risoluzione e ad alta velocità. Non ti nascondo che le immagini catturate mi hanno stupefatta.

In più del 50% dei casi esaminati il topo tirava fuori la lingua del compagno privo di sensi. Questa azione ricorda la pratica medica di posizionare la lingua di un paziente incosciente di lato durante gli interventi chirurgici, per prevenire un possibile blocco delle vie aeree. Mantenere le vie aeree aperte è fondamentale anche nelle procedure di primo soccorso, poiché il rilassamento della lingua può portare all’ostruzione delle vie respiratorie. Effettivamente, i topi a cui la lingua era stata tirata fuori presentavano vie aeree più aperte rispetto a quelli la cui lingua era rimasta all’interno della bocca.

Un comportamento che stupisce e un pensiero triste

Un altro comportamento osservato, che riguarda sempre la disostruzione delle vie aeree, è stato la rimozione di un corpo estraneo: in un test diverso, i ricercatori hanno posizionato delicatamente una sfera di plastica atossica nella bocca del topo incosciente. Nell’80% dei casi i topi soccorritori sono riusciti a rimuovere l’oggetto.

I dati dello studio pubblicato su Science mostrano che i topi eseguono la stessa procedura anche sui compagni senza vita, ma non su quelli che stanno semplicemente dormendo. Inoltre, questi comportamenti sembrerebbero fortemente influenzati dalla familiarità e sono più pronunciati nei confronti di topi conosciuti. Le conseguenze di questa serie di azioni — tra cui la rimozione di oggetti estranei dalla bocca, il miglioramento dell’apertura delle vie aeree e anche un recupero più rapido del compagno privo di sensi — suggerirebbero sforzi simili a quelli di una rianimazione.

Un diagramma circolare illustra le risposte di emergenza nei topi quando incontrano un compagno incosciente. Il ciclo inizia con un topo helper che si avvicina e annusa il topo incosciente (recipient). Successivamente, il topo helper passa alla pulizia reciproca (grooming), poi a comportamenti più intensi come mordere la bocca (mouth biting) e tirare la lingua (tongue pulling). Queste azioni sembrano favorire il recupero del topo incosciente, completando il ciclo. Al centro del diagramma è presente una croce rossa con la scritta "Emergency responses".
I topi mostrano un insieme stereotipato di comportamenti quando si trovano di fronte a un compagno incosciente. Questi comportamenti ricordano le nostre risposte in situazioni di emergenza. Durante periodi prolungati di inattività di un altro topo, le reazioni dei roditori aumentano di intensità, passando dall’annusamento e grooming fino a mordere la bocca e tirare fuori la lingua durante periodi prolungati di non reattività. Queste azioni, simili a tentativi di rianimazione, favoriscono il recupero dell’individuo incosciente. Fonte: Wenjian Sun et al., Reviving-like prosocial behavior in response to unconscious or dead conspecifics in rodents. Science 387, eadq2677 (2025).

Come avrai capito dalle immagini del video, sono state raccolte anche informazioni sui meccanismi neurali che sottendono questi comportamenti: è stato osservato un corrispondente rilascio di ossitocina, un ormone coinvolto nei comportamenti di cura in altri animali.

I risultati di ottenuti suggeriscono che assistere membri del gruppo che non rispondono a stimoli o che sono incoscienti potrebbe essere un comportamento diffuso tra gli animali sociali. Dal punto di vista evolutivo, contribuirebbe a rafforzare la coesione e la sopravvivenza del gruppo stesso.

Altri due studipubblicati sempre su Science — che hanno riportato comportamenti simili nei topi — e gli esperimenti di cui ti ho parlato in questa newsletter hanno previsto diversi test che potessero escludere alcune possibili letture alternative delle azioni degli animali coinvolti, come, ad esempio, un’attività maggiore verso un altro roditore legata alla curiosità o al desiderio di interazione sociale.

Certo, sarà necessario raccogliere altre informazioni per comprendere meglio questo insieme di comportamenti. Certo, dobbiamo sempre fare attenzione al famigerato antropomorfismo, ma suggerirei di non cadere neanche nell’antropodiniego, poiché come qualcuno ha detto “L’assenza della prova non è la prova dell’assenza”. Rimane, però, la certezza che per questa straordinaria scoperta sono stati soppressi dei topi, quei topi che abbiamo visto impegnarsi in qualcosa che sicuramente sarà sembrato anche a te straordinario.

La conoscenza può avere un gusto dolceamaro.


L’articolo che hai appena letto è stato tratto dalla newsletter n. 98 Foglie sparse, col permesso dell’autrice Alessia Colaianni. Foglie sparse racconta storie di animali umani e non umani e dell’ambiente in cui vivono con un pizzico di cultura pop. Arriva nella tua casella di posta elettronica ogni due domeniche.


Immagine in apertura: da Sun, W., Zhang, G.-W., Huang, J. J., Tao, C., Seo, M. B., Tao, H. W., & Zhang, L. I. (2025). Reviving-like prosocial behavior in response to unconscious or dead conspecifics in rodents. Science, 387(6736). Retrieved from https://www.science.org/doi/10.1126/science.adq2677