Tracce di piante cotte di 170.000 anni fa
Portati alla luce resti cotti di rizomi, ricchi di amido, risalenti a circa 170.000 anni fa presso la Border Cave, in Sudafrica. Questa scoperta porta indietro le lancette rispetto i precedenti rapporti per la cottura di piante simili e fornisce una visione affascinante delle pratiche comportamentali dei primi esseri umani moderni in Africa del sud
Le piante hanno da sempre accompagnato gli uomini come fonte di nutrimento (Pikaia ne ha parlato qui). La cottura di parti di esse è stato un passo molto importante che ha permesso di sfruttare le proprietà nutritive con maggiore efficienza (Pikaia ne ha parlato qui).
Durante scavi nella Border Cave nelle montagne Lebombo, ricercatori della sudafricana University of the Witwatersrand, hanno scoperto resti di piante edibili carbonizzate: piccoli cilindri identificati come rizomi. Tutti questi resti sembrano appartenere al genere Hypoxis, piante dal caratteristico fiore giallo a forma di stella. La più probabile delle specie è la Hypoxis angustifolia a foglia sottile, dal fusto commestibile: i piccoli rizomi a pasta bianca sono più appetibili della pasta amara e arancione dei rizomi della specie medicinale chiamata anche patata africana. H. angustifolia è una sempreverde, quindi è visibile tutto l’anno, a differenza delle altre specie decidue del suo genere. Prospera ancora in una varietà di habitat moderni ed è quindi probabile che in passato abbia avuto un’ampia distribuzione come oggi. I rizomi di questa specie crescono in ciuffi, così tanti possono essere raccolti contemporaneamente.
I ricercatori sostengono, nell’articolo pubblicato sulla rivista Science, che queste caratteristiche del rizoma potrebbero aver fornito una fonte di cibo affidabile e familiare per quegli antichi cacciatori-raccoglitori. Questo stile di vita, che porta a spostamenti continui, necessita di fare affidamento su fonti di approvvigionamento certe, quindi l’ampia distribuzione di un potenziale alimento vegetale di base avrebbe garantito la sicurezza alimentare. I rizomi di Hypoxis sono nutrienti e ricchi di carboidrati con un valore energetico di circa 500 KJ/100g. I rizomi sono commestibili anche da crudi, tuttavia sono fibrosi e molto più duri rispetto a quando cotti. I rizomi, ricchi di amido, potrebbero essere stati un alimento vegetale di base ideale: cucinare i rizomi ricchi di fibre li avrebbe resi più facili da sbucciare e da digerire in modo da poterne consumare di più con conseguenti benefici nutrizionali.
Le identificazioni delle piante della Border Cave sono state effettuate sulle dimensioni e sulla forma dei rizomi e sulla struttura vascolare esaminata al microscopio elettronico a scansione. I rizomi moderni di Hypoxis e le loro antiche controparti hanno strutture cellulari simili e le stesse inclusioni di microscopici fasci di cristalli, chiamati rafidi: queste caratteristiche sono ancora riconoscibili anche negli antichi campioni carbonizzati. La scoperta ha fatto emergere anche evidenza circa la condivisione del cibo e l’uso di bastoni da scavo in legno per estrarre le piante dal terreno: uno di questi strumenti è stato trovato nella Border Cave ed è datato circa 40.000 anni fa. I rizomi di Hypoxis sono stati recuperati per lo più da falò e depositi di cenere piuttosto che dai sedimenti circostanti. E’ probabile che gli abitanti della Border Cave abbiano dissotterrato i rizomi di Hypoxis dal pendio della collina vicino alla grotta e li abbiano riportati nella grotta per cuocerli nella cenere. Il fatto che siano stati riportati nella grotta piuttosto che cucinati nel campo suggerisce che il cibo veniva condiviso con il gruppo. Questo suggerisce che i rizomi sono stati arrostiti nella cenere e che, nel processo, alcuni sono andati persi. Anche se le prove della cottura non sono definitive, i ricercatori ritengono che le prove siano convincenti.
Questa nuova scoperta si aggiunge alla lunga lista di importanti ritrovamenti nella Border Cave (Pikaia ne ha parlato qui). Il sito è stato ripetutamente scavato dal lontano 1934. Tra le scoperte precedenti vi sono state la sepoltura di un bambino con una conchiglia Conus risalente a 74.000 anni fa, una varietà di utensili in osso, un antico strumento di calcolo, monili di guscio d’uovo di struzzo, resina e veleno che un tempo poteva essere usato per le armi da caccia.
Riferimenti:
Lyn Wadley, Lucinda Backwell, Francesco d’Errico, Christine Sievers. Cooked starchy rhizomes in Africa 170 thousand years ago. Science, 2020; 367 (6473): 87 DOI: 10.1126/science.aaz5926
Immagine: Marco Schmidt [1] [CC BY-SA], via Wikimedia Commons