Tre piccole scimmie se ne vanno in Africa
L’ordine dei primati può essere diviso in due grandi gruppi: da un lato lemuri, lori e tutte le altre proscimmie eccetto i tarsi, dall’altro gli stessi tarsi e le scimmie antropoidi; è la divisione tra Strepsirrhine e Haplorrhine, e nasconde indizi sull’origine di quell’ulteriore sottogruppo interno ai primati a cui la nostra specie appartiene, le scimmie antropoidi. Nonostante i proclami […]
L’ordine dei primati può essere diviso in due grandi gruppi: da un lato lemuri, lori e tutte le altre proscimmie eccetto i tarsi, dall’altro gli stessi tarsi e le scimmie antropoidi; è la divisione tra Strepsirrhine e Haplorrhine, e nasconde indizi sull’origine di quell’ulteriore sottogruppo interno ai primati a cui la nostra specie appartiene, le scimmie antropoidi. Nonostante i proclami degli scopritori della famigerata Ida, difatti, i primi antenati di scimmie e scimmie antropomorfe (e uomo) si sono probabilmente distaccati dai progenitori dei tarsi (la famiglia degli omomyidi), che ancora oggi sono più vicini morfologicamente; ma se a questa domanda si è risposto con un certo grado di sicurezza cosa dire dell’altra grande domanda sull’evoluzione delle antropoidi, ovvero il dove? Uno studio recente pubblicato su Nature da Jaeger, Beard e colleghi da nuova linfa all’ipotesi asiatica, corroborata peraltro da numerose scoperte degli ultimi anni (si pensi a Ganlea megacanina, di cui Pikaia si è occupata qui).
Tre stagioni di scavo in Libia hanno permesso difatti di portare alla luce le traccie di un’incredibile e inaspettata diversità tra i primati viventi all’epoca, circa 39 milioni di anni fa: tre nuove specie non strettamente imparentate fra di loro in un periodo in cui le scimmie antropoidi cominciano appena a comparire nel record fossile africano. Con qualche dibattuta eccezione infatti, fossili di scimmie antropoidi cominciano a fare la loro comparsa solo in siti di poco posteriori ai 40 milioni di anni fa, e la presenza delle nuove specie Afrotarsius libycus e Talahpithecus parvus (per il quale è stato coniato un nuovo genere) oltre che della già conosciuta Biretia piveteaui danno quindi forti indicazioni in direzione di una migrazione di massa verso un Africa fino ad allora scarsamente abitata da animali simili alle scimmie, le quali trovarono quindi loro una nicchia semivuota in cui prosperare.
Il notevole successo evolutivo di questo gruppo, da cui sono discese poi le scimmie e le scimmie antropomorfe odierne, potrebbe quindi aver avuto origine da una migrazione, da un passaggio dall’Asia all’Africa compiuto da numerose specie differenziatesi tra 50 e 40 milioni di anni fa ancora fuori dal continente nero. Le tre specie ritrovate appartengono infatti a rami distanti tra loro del cespuglio antropoide differenziatisi quindi tra loro prima ancora di arrivare in Africa nord-orientale. Da dove venivano? La risposta sembra essere “dall’Asia”, anche se nuove scoperte, nuovi tasselli di questo puzzle, saranno necessarie per mettere la parola fine anche a questa diatriba.
Marco Michelutto
Riferimenti:
Jean-Jacques Jaeger, K. Christopher Beard, Yaowalak Chaimanee, Mustafa Salem, Mouloud Benammi, Osama Hlal, Pauline Coster, Awad A. Bilal, Philippe Duringer, Mathieu Schuster, Xavier Valentin, Bernard Marandat, Laurent Marivaux, Eddy Métais, Omar Hammuda, Michel Brunet. Late middle Eocene epoch of Libya yields earliest known radiation of African anthropoids. Nature, 2010; 467 (7319): 1095 DOI: 10.1038/nature09425