Un antico fiore alla deriva con i continenti
La somiglianza di un piccolo fiore birmano del Cretaceo con fiori attuali dell’emisfero australe è spiegabile in base al movimento delle placche tettoniche
In una miniera d’ambra a Noije Bum, in Birmania, risalente alla metà circa del Cretaceo, sono stati rinvenuti alcuni esemplari di fiori conservati nella resina solidificata, cui è stato assegnato il nome di genere Tropidogyne, che si riferisce alla forma carenata dell’ovario, dotato di nervature. Il sito è stato datato al confine fra il tardo Albiano, ultimo dei sei piani del Cretaceo inferiore, con il Cenomaniano, primo dei periodi del Cretaceo superiore, circa 98 milioni di anni fa. Si presume che la resina che ha dato origine all’ambra provenisse da un albero della famiglia delle Araucariaceae, come indicato dalle fibre di legno rinvenute e confermato dall’esame spettroscopico dell’ambra.
Al primo fiore scoperto è stata attribuita la denominazione di Tropidogyne pikei; ora un nuovo studio pubblicato su Palaeodiversity descrive sette esemplari trovati nello stesso sito, le cui caratteristiche hanno suggerito la creazione di una nuova specie, chiamata Tropidogyne pentaptera, con riferimento alla forma alata dei cinque sepali.
Il nuovo genere è stato provvisoriamente assegnato alla famiglia delle Cunoniaceae, oggi principalmente diffusa nelle regioni tropicali e temperate umide dell’emisfero australe; all’interno di tale famiglia, il genere più simile al Tropidogyne sembra essere il Ceratopetalum, presente in Sudamerica, Africa meridionale e Australia, e di cui sono stati trovati fossili risalenti all’Eocene. Il confronto può essere fatto solo in base al fiore, giacché nessuna parte vegetativa è conservata nell’ambra.
I fiori di Tropidogyne sono molto piccoli, del diametro di pochi millimetri, formati da cinque sepali (ma è stato trovato un esemplare che ne comprendeva sei, probabilmente per un’anomalia dello sviluppo) e con petali decidui o assenti. I fiori sono actinomorfi, cioè a simmetria radiale e sono bisessuati, dotati di androceo e gineceo. L’aspetto della pianta era probabilmente quello di un albero di foresta pluviale, come la maggior parte delle Cunoniaceae. La nuova specie pentaptera differisce dalla pikei per il numero di stami, cinque anziché dieci, per il fatto di avere due carpelli e di essere dotata di due lunghi stili, mentre l’altra specie ne possiede tre più corti. Per queste due ultime caratteristiche, è più simile al Ceratopetalum di quanto non lo sia la specie pikei.
Finora gli studiosi erano stati riluttanti ad attribuire un rapporto di parentela di Tropidogyne con Ceratopetalum, per motivi temporali e spaziali: Ceratopetalum si trova in Australia e i suoi fossili sono stati datati al Cenozoico, tra Eocene e Miocene; mentre i Tropidogyne della Birmania risalgono al Cretaceo, nel Mesozoico.
Tuttavia non è questo l’unico esempio di fossili del Cretaceo sorprendentemente simili a moderni gruppi di angiosperme, che si ritenevano decine di milioni di anni più giovani: nello stesso sito birmano sono stati rinvenuti sei esemplari di Asteraceae, in particolare Barnadesioideae, sottofamiglia endemica del Sudamerica. Questo rinvenimento può corroborare l’ipotesi di una parentela dei fiori birmani con quelli dell’emisfero meridionale, ma come giustificarla? La spiegazione proposta dagli autori prende in esame i movimenti della litosfera.
La Birmania fa parte della cosiddetta placca cimmeriana, un insieme di terrani comprendenti parte delle attuali Turchia, Malesia, Iran, Afghanistan, Tibet, Tailandia e Malesia. Tale placca si staccò dalla parte nord-orientale del supercontinente Gondwana circa 250 milioni di anni fa, al passaggio tra Permiano e Triassico, poi cominciò a spostarsi verso nord in direzione del supercontinente Laurasia, con cui entrò in collisione all’incirca 200-190 milioni di anni fa, durante il Giurassico.
Circa 120 milioni di anni fa, verso la fine del Cretaceo inferiore, anche il blocco dell’India si staccò dal Gondwana e iniziò a muoversi verso nord, in direzione della Laurasia, di cui la Cimmeria formava ora la costa meridionale. Questo terrane raggiunse l’Asia nel Medio Eocene, verso 44 milioni di anni fa, riunendo la Cimmeria con i suoi precedenti vicini del Gondwana. In particolare, la parte nord-orientale, che era stata adiacente all’Australia ovest, si trovò vicino alla Birmania.
Si potrebbe dunque ipotizzare che il deposito d’ambra del sito di Noije Bum fosse parte del blocco indiano che si unì alla Birmania e che i fossili di Tropidogyne e di Barnadesioideae abbiano avuto origine alla fine del Cretaceo inferiore, quando questo frammento di Gondwana era ancora adiacente all’Australia, e abbiano seguito la deriva dei continenti raggiungendo la Birmania. Questa ipotesi spiegherebbe la somiglianza morfologica e il rapporto tassonomico di Tropidogyne con Ceratopetalum, portando alla conclusione che simili specie di Cunoniaceae fossero presenti in Gondwana alla fine del Cretaceo inferiore. Dunque gli esemplari ben conservati scoperti nell’ambra del Myanmar colmano la precedente mancanza di prove fossili, e testimoniano un avvento precoce di importanti gruppi di angiosperme come Asteraceae e Cunoniaceae.
Riferimenti
George O. Poinar, Jr. & Kenton L. Chambers. 2017. Tropidogyne pentaptera, sp. nov., a new mid-Cretaceous fossil angiosperm flower in Burmese amber. Palaeodiversity 10 (1): 135-140; doi: 10.18476/pale.v10.a10
Immagine: Tropidogyne pentaptera 100-million-year-old fossilized flower identified and named by OSU researchers George Poinar Jr. and Kenton Chambers. Licenza CC BY-SA 2.0