Un cactus con le zampe
Se l’importanza dei gruppi animali (phyla, cladi, chiamateli come volete) si misurasse in base al numero di specie, questa scoperta dovrebbe essere su tutti i giornali. Ma poiché noi uomini siamo il rametto finale di un cespuglio secondario, nessuno ne parla. Dunque, alcuni ricercatori cinesi hanno trovato in un lagerstatte, quello di Chengjiang. La nuova specie (nell’immagine), di dimensioni minuscole, […]
Se l’importanza dei gruppi animali (phyla, cladi, chiamateli come volete) si misurasse in base al numero di specie, questa scoperta dovrebbe essere su tutti i giornali. Ma poiché noi uomini siamo il rametto finale di un cespuglio secondario, nessuno ne parla. Dunque, alcuni ricercatori cinesi hanno trovato in un lagerstatte, quello di Chengjiang. La nuova specie (nell’immagine), di dimensioni minuscole, ha un aspetto così curioso che era stato scambiato per una pianta.
La specie è stata battezzata Diania cactiformis, proprio perché assomigliava a un cactus. A uno sguardo successivo, si è visto invece che sembrava un verme con le zampe. In particolare il “verme” assomiglia a un lobopode, un gruppo non molto noto di animali allungati come lombrichi o altri vermi, ma dotati di zampe; i rappresentanti moderni più simili sono gli onicofori, che sono affascinanti di per sé, e il rappresentante antico più famoso è nientepopodimenoche Hallucigenia. A differenza di altri lobopodi, però, queste zampe sembrano essere articolate, proprio come quelle del gruppo di cui sopra, il più ricco di specie di tutto il regno animale, cioè gli Artropodi. La specie aveva dieci zampe, tutte più o meno uguali, e la parte anteriore sembra fosse dotata di proboscide che finiva bruscamente. Perché allora avrebbe dovuto essere una notizia importante? Proprio perché gli altri lobopodi avevano zampe non articolate. E poiché si ritiene che queste stesse bestie fossero uno stem group degli artropodi, un gruppo “fratello” che si era staccato dagli altri lobopodi molto tempo fa, viene facile pensare che le zampe articolate siano nient’altro che il primo passo di un verme verso il dominio del mondo (gli insetti sono ovunque, e siccome non ci sono nel mare, lì ci sono i crostacei). Le altre strutture (antenne, accorciamento del corpo, eccetera) sembrano essere venute dopo. Insomma, i cinesi avrebbero scoperto il bis-bis nonno di libellule, farfalle, ragni, granchi e compagnia bella. Un altro particolare importante è che questa specie fosse pesantemente armata; se guardate bene l’immagine, è pieno di spine come un cactus. Forse serviva per difendersi dai predatori, che nei mari dell’epoca cominciavano a farsi sentire, o forse per catturare altre prede. È interessante anche far notare che i ricercatori concludono l’abstract con questa dichiarazione:
Comparing our fossils with other lobopodian appendage morphologies — see Kerygmachela, Jianshanopodia and Megadictyon — reinforces the hypothesis that the group as a whole is paraphyletic, with different taxa expressing different grades of arthropodization.
Quindi Diania non era parente diretto degli altri lobopodi, ma solo cugino. Vediamo qui come gli autori collocano il cactus camminante (così lo chiamano, walking cactus) su un albero filogenetico: è alla base del gruppo che ha portato agli Artropodi, mentre i lobopodi veri e propri (vedete Hallucigenia) sono da un’altra parte, insieme agli Onicofori, che esistono ancora oggi. La cosa non è così semplice, ci sono altri aspetti ancora poco chiari, come strutture che non sembrano essere presenti in Diania ma solo negli artropodi e in altri gruppi vicini ma non parenti diretti, ma tutto sommato pare proprio che il primo passo gli Artropodi lo abbiano fatto con zampe articolate.
Riferimenti:
Liu, J., Steiner, M., Dunlop, J., Keupp, H., Shu, D., Ou, Q., Han, J., Zhang, Z., & Zhang, X. (2011). An armoured Cambrian lobopodian from China with arthropod-like appendages Nature, 470 (7335), 526-530 DOI: 10.1038/nature09704
Immagine: Credit: Jianni Liu, da Nature
Tratto da Leucophea, il blog di Marco Ferrari