Un esempio di stile nella ricerca naturalistica
Un articolo di Michael Ryan nella sezione speciale Perspective di Science mette assieme una serie di ricerche svolte in anni passati per fornire un esempio di come si possa superare le critiche che vengono spesso rivolte alle osservazioni che biologi e naturalisti compiono sul campo, in particolare quando la natura e la consistenza di un campione non sono indagate con […]
Un articolo di Michael Ryan nella sezione speciale Perspective di Science mette assieme una serie di ricerche svolte in anni passati per fornire un esempio di come si possa superare le critiche che vengono spesso rivolte alle osservazioni che biologi e naturalisti compiono sul campo, in particolare quando la natura e la consistenza di un campione non sono indagate con cura. E’ dunque possibile che talvolta un’osservazione “data per certa” lo sia solo per un errore nella struttura del campione.
La dimostrazione di come si possa uscire dall’incertezza collegando un buon lavoro di campo con una solida sperimentazione è uno degli scopi del lavoro appena uscito su Science. Vi si racconta del pipistrello dalle labbra verrucose (Trachops cirrhosus), un microchirottero centro-sudamericano, che è onnivoro, ma sembra avere una particolare predilezione per le rane, al punto da essere chiamato anche pipistrello mangiarane. Una delle sue prede preferite è Physalaemus pustulosus, la rana túngara, chiamata così a causa del suono dei suoi richiami. I maschi di questa rana attirano le femmine emettendo o richiami semplici, quando sono soli, o richiami complessi, quando sono in gruppo. I pipistrelli sfruttano i richiami sonori per localizzare e mangiare le rane. Una volta compiute delle osservazioni in tal senso, i ricercatori hanno voluto confermarle, perciò hanno iniziato a produrre suoni delle rane con altoparlanti nella foresta e hanno in effetti constatato che i pipistrelli, e le rane femmine, si avvicinavano. Due terzi dei 249 avvicinamenti da parte di pipistrelli avvenivano in presenza di richiami complessi.
Era nell’aria la dimostrazione di un principio stabilito da Darwin: che molti caratteri sessuali appariscenti sono maladattativi (perché espongono il portatore a rischio di predazione), ma vengono mantenuti perché conferiscono grande successo riproduttivo. Il passo successivo fu compiuto in laboratorio, esponendo singoli pipistrelli ai richiami irresistibile dei maschi di rane túngara, per sincerarsi che il richiamo fosse efficace sui maschi della specie e non , ad esempio, su singoli individui. La risposta fu simile a quella ottenuta in natura.
Ma i pipistrelli sono sensibili in particolare agli ultrasuoni che emettono per localizzare le prede. Gli esperimenti di predazione suggeriscono che essi siano in grado di percepire anche i suoni di frequenza molto più bassa prodotti da Physalaemus pustulosus . Ecco dunque degli esperimenti di fisiologia, coronati da successo, a dimostrare questa predizione.
Dunque l’assunto darwiniano sembra dimostrato: il segnale di richiamo nei confronti delle femmine emesso dai maschi è costoso, molto costoso, può costare anche la vita.
Marco Ferraguti
M.J. Ryan. Replication in field biology: the case of the frog-eating bat. Science, 334, 1229, 2011