Un’ammonite in ambra!
Un’ammonite è stata trovata nell’ambra insieme ad altri resti di animali marini
Da alcuni anni, gli eccezionali inclusi presenti in alcuni noduli provenienti da livelli della base del Cretacico Superiore della Birmania stanno elettrizzando la comunità paleontologica. Oltre a esemplari sicuramente stupefacenti, come resti di piccoli dinosauri theropodi, abbondano i resti di lucertole e altri squamati (ho potuto vederne alcuni dal vivo, e sono veramente sbalorditivi per la preservazione), ma anche insetti, ragni e innumerevoli altri invertebrati, tutti animali che vivevano sopra gli alberi o alla base dei tronchi da chi trasudava la resina che avrebbe poi costituito la loro tomba in ambra.
Occasionalmente, tuttavia, anche organismi acquatici e marini possono essere rinvenuti in questi noduli. Ad esempio, sono documentati vari crostacei e bivalvi marini, che probabilmente furono inglobati dalla resina ancora fresca colata da un albero che cresceva sulla riva di uno specchio d’acqua, oppure trasportata in acqua assieme ad un tronco caduto. Eventi come questi sono relativamente più rari rispetto alle inclusioni di animali terrestri e arboricoli, e difatti sono più improbabili da rinvenire nei fossili. Improbabili ma non impossibili.
Yu et al. (2019) descrivono un caso ancora più eccezionale e suggestivo: una conchiglia di ammonite conservata in un nodulo di ambra birmana. L’idea di poter “vedere” un’ammonite conservata in ambra è sicuramente elettrizzante. Specialmente nel caso delle ammoniti più curiose e bizzarre, di cui si discute molto su come vivessero e nuotassero. Purtroppo, l’entusiasmo per la presenza di un’ammonite in ambra è subito smorzato dal constatare che il fossile è solamente quello della conchiglia vuota, e che non sono presenti tracce dei tessuti molli. Siccome nella medesima ambra sono presenti anche gusci vuoti di alcuni bivalvi e frammenti sparsi di conchiglie, la spiegazione più probabile per l’associazione di questi resti è che si tratti di gusci vuoti inglobati dalla resina colata sulla spiaggia, piuttosto che animali vivi inglobati in acqua. Nondimeno, la presenza nella stessa ambra di alcuni isopodi marini (crostacei simili ai porcellini di terra) fa sperare che, forse, in futuro troveremo anche qualche ammonite “in vivo” e con anche parti del corpo del mollusco, e non solo come conchiglia: qualora ciò accada, si tratterebbe di una scoperta storica per la paleontologia, dato che finora non si conosce alcuna traccia fossile delle parti molli delle ammoniti, nonostante che siano così ben rappresentate a livello di conchiglie.
Occasionalmente, tuttavia, anche organismi acquatici e marini possono essere rinvenuti in questi noduli. Ad esempio, sono documentati vari crostacei e bivalvi marini, che probabilmente furono inglobati dalla resina ancora fresca colata da un albero che cresceva sulla riva di uno specchio d’acqua, oppure trasportata in acqua assieme ad un tronco caduto. Eventi come questi sono relativamente più rari rispetto alle inclusioni di animali terrestri e arboricoli, e difatti sono più improbabili da rinvenire nei fossili. Improbabili ma non impossibili.
Yu et al. (2019) descrivono un caso ancora più eccezionale e suggestivo: una conchiglia di ammonite conservata in un nodulo di ambra birmana. L’idea di poter “vedere” un’ammonite conservata in ambra è sicuramente elettrizzante. Specialmente nel caso delle ammoniti più curiose e bizzarre, di cui si discute molto su come vivessero e nuotassero. Purtroppo, l’entusiasmo per la presenza di un’ammonite in ambra è subito smorzato dal constatare che il fossile è solamente quello della conchiglia vuota, e che non sono presenti tracce dei tessuti molli. Siccome nella medesima ambra sono presenti anche gusci vuoti di alcuni bivalvi e frammenti sparsi di conchiglie, la spiegazione più probabile per l’associazione di questi resti è che si tratti di gusci vuoti inglobati dalla resina colata sulla spiaggia, piuttosto che animali vivi inglobati in acqua. Nondimeno, la presenza nella stessa ambra di alcuni isopodi marini (crostacei simili ai porcellini di terra) fa sperare che, forse, in futuro troveremo anche qualche ammonite “in vivo” e con anche parti del corpo del mollusco, e non solo come conchiglia: qualora ciò accada, si tratterebbe di una scoperta storica per la paleontologia, dato che finora non si conosce alcuna traccia fossile delle parti molli delle ammoniti, nonostante che siano così ben rappresentate a livello di conchiglie.
Da Theropoda
Bibliografia:
Yu T. et al. 2019. An ammonite trapped in Burmese amber. PNAS: https://doi.org/10.1073/pnas.1821292116
Immagine: Yu T. et al. 2019
Bibliografia:
Yu T. et al. 2019. An ammonite trapped in Burmese amber. PNAS: https://doi.org/10.1073/pnas.1821292116
Immagine: Yu T. et al. 2019