Uno fra tanti

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Sinceramente mi sembra sempre più complicato riuscire a capire cosa e come funzionano i meccanismi mentali dei creazionisti alla De Mattei (altri hanno contorsioni mentali più intricate, ma non meno interessanti). Respingere tutta la scienza moderna, dalla fisica alla chimica alla biologia, per accomodare una propria visione del mondo governata da uno o più documenti di pastori di oltre 4000 […]

Sinceramente mi sembra sempre più complicato riuscire a capire cosa e come funzionano i meccanismi mentali dei creazionisti alla De Mattei (altri hanno contorsioni mentali più intricate, ma non meno interessanti). Respingere tutta la scienza moderna, dalla fisica alla chimica alla biologia, per accomodare una propria visione del mondo governata da uno o più documenti di pastori di oltre 4000 anni fa mi sembra difficile anche per persone particolarmente disturbate.

Anche perché praticamente ogni scoperta e ogni articolo di una qualunque rivista scientifica andrebbe contro questa visione del mondo. E capita a proposito un articolo di “prospettiva” che è uscito su Science alcuni giorni fa. In esso Terry Harrison fa pacatamente notare che la descrizione di Ardipithecus ramidus non risolve i problemi degli antenati dell’uomo, specie da un punto di vista per così dire filosofico. Continuare a dire che questa o quella specie sono antenati dell’uomo, o vicini agli antenati dell’uomo, non fa che perpetuare il mito della linea evolutiva che andrebbe “dal microbo all’uomo” (una delle tante frasi fatte dei creazionisti). Non esiste UNA linea evolutiva, esiste un albero intersecatissimo, e all’inizio della vita anche parecchio ricco di anastomosi, che porta dalle specie più antiche a quelle odierne. Una delle quali è Homo sapiens. Ma UNA delle…

Il pezzo su Science dice proprio che Ardipithecus è sì interessante, ma deve essere studiato anche nel contesto di tutte le altre specie esistenti al momento. Che costituiscono una vera e propria folla, facendo sì che si possa ritenere che anche un fossile “famoso” come possa essere una delle specie che costituiscono il cespuglio degli antenati dell’uomo (come si vede nell’immagine). Distruggendo in tal modo anche ogni e qualsiasi pretesa di una linea evolutiva precisa e sicura che va dalla specie che si è divisa (per dare da una parte l’uomo dall’altra gli scimpanzé). Un altro piccolo tassello contro l’inevitabilità dell’evoluzione, a favore di contingenze e casualità che hanno portato a noi. Esattamente l’opposto di quello che pensano i De Mattei di turno e i creazionisti tutti.

Tratto Leucophaea, il blog di Marco Ferrari


Riferimenti:
Terry Harrison , Apes Among the Tangled Branches of Human Origins, Science 2010: Vol. 327. no. 5965, pp. 532 – 534; DOI: 10.1126/science.1184703

L’immagine sopra viene da Science