Dagli oceani alle terre. Nuove ipotesi sull’evoluzione degli arti

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Un nuovo ritrovamento di un noto fossile transazionale suggerisce un’ipotesi per l’evoluzione degli arti diversa da quella finora considerata più valida

Con la sua testa piatta, i denti affilati e una lunghezza che poteva raggiungere i tre metri, Tiktaalik roseae doveva assomigliare a un incrocio fra un pesce e un coccodrillo. Era dotato di branchi, scaglie e pinne, ma aveva anche un collo mobile, una robusta gabbia toracica e polmoni primitivi. Soprattutto, le sue pinne avevano una struttura simile a quella di una zampa, con tanto di spalle, gomiti e quello che si potrebbe definire un prototipo di polso. Per questo, Tiktaalik è stato definito un “fossile di transizione”, cioè il fossile di una specie che presenta tratti comuni a due gruppi che da esso sarebbero derivati, in questo caso pesci e tetrapodi terrestri (è anche chiamato ‘pesciapode’).

Tutte queste informazioni erano state ottenute da resti comprendenti solo la parte anteriore dell’animale ma la recente scoperta, nel Canada settentrionale, della porzione posteriore di un esemplare di Tiktaalik , ha consentito di studiare la conformazione completa degli arti di questo animale. A sorprendere i ricercatori è stata la dimensione delle pinne posteriori, paragonabile a quella delle pinne anteriori. Un tratto, questo, caratteristico dei primi tetrapodi.

Grazie ad arti simili, è possibile ipotizzare che Tiktaalik fosse in grado di camminare come fanno alcuni pesci moderni – i Dipnoi, detti anche pesci polmonati – sul fondo marino. Ma l’ipotesi più interessante che emerge da questa scoperta, rivelata in un articolo su Proceedings of the National Academy of Science, è che sembra ribaltare l’idea attualmente più accreditata, cioè quella secondo la quale lo sviluppo di grandi zampe posteriori nei vertebrati sia cominciato dopo la transizione dall’acqua alla terra. Secondo gli autori dello studio, infatti, le prime fasi dell’evoluzione delle zampe posteriori dei tetrapodi sarebbero iniziate prima del passaggio alla terraferma, e solo dopo queste “nuove” zampe utili per la locomozione sarebbero state favorite e quindi ulteriormente sviluppate.


Immagine da Wikimedia Commons