L’origine dell’orso polare
L’orso polare (Ursus maritimus) è senza dubbio l’emblema delle conseguenze negative del riscaldamento globale sulle specie in natura: le popolazioni del più grande carnivoro artico stanno infatti rapidamente riducendosi in seguito al sempre più radipo scioglimento dei ghiacci. Oggi, la rivista Science dedica la copertina del suo ultimo numero proprio a questa straordinaria specie ma non al suo presente, bensì […]
L’orso polare (Ursus maritimus) è senza dubbio l’emblema delle conseguenze negative del riscaldamento globale sulle specie in natura: le popolazioni del più grande carnivoro artico stanno infatti rapidamente riducendosi in seguito al sempre più radipo scioglimento dei ghiacci.
Oggi, la rivista Science dedica la copertina del suo ultimo numero proprio a questa straordinaria specie ma non al suo presente, bensì al suo passato: un nuovo studio molecolare, grazie all’utilizzo di un largo insieme di loci genici indipendenti di DNA nucleare, ha infatti ricostruito la storia evolutiva di questo predatore, e le sorprese non mancano. Le analisi evidenziano come l’orso polare si sia precocemente separato dal resto della famiglia degli ursidi dando origine ad una linea evolutiva indipendente già oltre 600.000 anni fa.
Viene quindi messa fortemente in discussione l’ipotesi, finora più accreditata, che lo vedeva come un ramo secondario emerso dall’orso bruno e adattatosi in tempi rapidi (circa 150.000 anni) alle estreme condizioni dell’ambiente polare. Questa precedente ipotesi era stata formulata grazie ad analisi sul DNA mitocondriale, che risulta particolarmente condiviso tra orso polare e orso bruno: tale discrepanza, spiegano i ricercatori, potrebbe essere stata causata da fenomeni di ibridazione tra le due specie, documentati anche in tempi recenti.
Una separazione precoce dalla famiglia sarebbe dunque meglio compatibile con i tempi necessari all’evoluzione di alcune caratteristiche peculiari dell’orso polare, adatte a far sopravvivere la specie in un ambiente estremamente ostile, come la foltissima pelliccia di colore bianco o le piante dei piedi ricoperti di peli.
Andrea Romano
Riferimenti:
F. Hailer, V. E. Kutschera, B. M. Hallstrom, D. Klassert, S. R. Fain, J. A. Leonard, U. Arnason, A. Janke. Nuclear Genomic Sequences Reveal that Polar Bears Are an Old and Distinct Bear Lineage. Science, 2012; 336 (6079): 344 DOI: 10.1126/science.1216424
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.