L’ultimo inganno dell’orchidea
Le orchidee sono ben note per le loro capacità di ingannare gli insetti impollinatori, inducendoli a posarsi sui propri organi sessuali a favorirne la riproduzione. La forma del fiore di alcune, ad esempio, simula l’aspetto della femmina della specie impollinatrice, inducendo l’avvicinamento del maschio che, nel vano tentativo di accoppiarsi, trasferisce così il polline da una pianta all’altra, fecondandola. Altre, […]
Le orchidee sono ben note per le loro capacità di ingannare gli insetti impollinatori, inducendoli a posarsi sui propri organi sessuali a favorirne la riproduzione. La forma del fiore di alcune, ad esempio, simula l’aspetto della femmina della specie impollinatrice, inducendo l’avvicinamento del maschio che, nel vano tentativo di accoppiarsi, trasferisce così il polline da una pianta all’altra, fecondandola. Altre, invece, non utilizzano un inganno di carattere visivo, bensì chimico, riproducendo i feromoni prodotti e liberati dalle femmine dell’insetto: il risultato è anche in questo caso lo stesso, con il maschio che si accoppia con il fiore, impollinandolo.
Alcune orchidee si sono spinte oltre: è il caso della specie Dendrobium sinense, endemica dell’isola cinese di Hainan, che viene solitamente impollinata dalla Vespa bicolor. COme dimostrato da una ricerca pubblicata sulla rivista Current Biology, questa pianta è in grado di produrre una sostanza odorosa che può essere percepita dalla vespa, che ne risulta fortemente attratta. Ma, contrariamente a molti altri casi, questa sostanza non coincide con quella prodotta dalle femmine dell’impollinatore, bensì con quella rilasciata da due specie di api, l’ape asiatica (Apis cerana) e l’ape europea (Apis mellifera), quando si trovano in situazioni di pericolo.
Ma perchè la vespa risulta attratta da questo feromone? La spiegazione è semplice: la carnivora Vespa bicolor è solita cacciare per la dieta delle proprie larve entrambe le specie di ape, che in contesti di subìta aggressione rilasciano questa sostanza. La predatrice risulta quindi attratta dalla possibilità di incontrare una preda in difficoltà. Ma a volte, invece di un’ape spaventata, la vespa trova solo un fiore. E l’impollinazione è servita…
Andrea Romano
Riferimenti:
Jennifer Brodmann, Robert Twele, Wittko Francke, Luo Yi-bo, Song Xi-qiang, Manfred Ayasse, Orchid Mimics Honey Bee Alarm Pheromone in Order to Attract Hornets for Pollination, Current Biology: Volume 19, Issue 16, 1368-1372
Alcune orchidee si sono spinte oltre: è il caso della specie Dendrobium sinense, endemica dell’isola cinese di Hainan, che viene solitamente impollinata dalla Vespa bicolor. COme dimostrato da una ricerca pubblicata sulla rivista Current Biology, questa pianta è in grado di produrre una sostanza odorosa che può essere percepita dalla vespa, che ne risulta fortemente attratta. Ma, contrariamente a molti altri casi, questa sostanza non coincide con quella prodotta dalle femmine dell’impollinatore, bensì con quella rilasciata da due specie di api, l’ape asiatica (Apis cerana) e l’ape europea (Apis mellifera), quando si trovano in situazioni di pericolo.
Ma perchè la vespa risulta attratta da questo feromone? La spiegazione è semplice: la carnivora Vespa bicolor è solita cacciare per la dieta delle proprie larve entrambe le specie di ape, che in contesti di subìta aggressione rilasciano questa sostanza. La predatrice risulta quindi attratta dalla possibilità di incontrare una preda in difficoltà. Ma a volte, invece di un’ape spaventata, la vespa trova solo un fiore. E l’impollinazione è servita…
Andrea Romano
Riferimenti:
Jennifer Brodmann, Robert Twele, Wittko Francke, Luo Yi-bo, Song Xi-qiang, Manfred Ayasse, Orchid Mimics Honey Bee Alarm Pheromone in Order to Attract Hornets for Pollination, Current Biology: Volume 19, Issue 16, 1368-1372
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.