Se mi mordi ti blocco le branchie

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Interessante curiosità dal mondo animale: grazie ad una serie di video ad alta risoluzione nelle profondità marine, un gruppo di ricercatori neozelandesi e australiani, ha documentato un’insolita strategia antipredatoria messa in atto da un pesce privo di mascelle (Infraphylum Agnata), la missina Eptatretus cirrhatus. Questo comportamento è stato descritto su Scientific Report, la nuova rivista open access del gruppo di […]


Interessante curiosità dal mondo animale: grazie ad una serie di video ad alta risoluzione nelle profondità marine, un gruppo di ricercatori neozelandesi e australiani, ha documentato un’insolita strategia antipredatoria messa in atto da un pesce privo di mascelle (Infraphylum Agnata), la missina Eptatretus cirrhatus. Questo comportamento è stato descritto su Scientific Report, la nuova rivista open access del gruppo di Nature, da cui è possibile accedere a una serie di video.

Dai video emerge che questi organismi, dei veri e propri fossili viventi, una volta che vengono attaccati da un potenziale predatore, rilasciano immediatamente (nell’arco di 0,4 secondi!) un muco molto denso attraverso una serie di pori situati ai lati del corpo, che blocca le branchie dell’ospite. L’impedimento al movimento delle branchie sembra essere di natura meccanica, in quanto il muco (i ricercatori lo chiamano slime) non appena entra in contatto con l’acqua si solidifica ostruendo le camere branchiali degli ignari predatori. Questa strategia antipredatoria sembra essere molto efficace, in quanto in tutti i 14 tentativi di predazione videoregistrati la missina è sopravvissuta, e molto generale, in quanto funziona con tutti le tipologie di predatore, sia quelli che mordono le prede, come gli squali, che quelle che le aspirano, come cernie e pesci scoropione.

E le missine non sembrano subire alcuna ferita nonostante il fatto che il muco viene rilasciato solamente in seguito al contatto con l’apparato boccale del predatore. Una strategia vincente, concludono i ricercatori, che, insieme alla nuova tecnica di caccia su fondali sabbiosi documentata nel medesimo studio (qui una serie di immagini), consente a questi organismi di sopravvivere nei mari e negli oceani di tutto il mondo da oltre 400 milioni di anni.

Andrea Romano


Riferimenti:
Vincent Zintzen, Clive D. Roberts, Marti J. Anderson, Andrew L. Stewart, Carl D. Struthers, Euan S. Harvey. Hagfish predatory behaviour and slime defence mechanism. Scientific Reports 1, Article number: 131. doi:10.1038/srep00131

Immagine dall’articolo originale