Sirenidi dal passato
Dei vari ordini di mammiferi che attualmente popolano il pianeta, tra i meno rappresentati in termini di abbondanza di specie ci sono i sirenidi. Questi erbivori marini sono, al giorno d’oggi, costituiti da sole quattro specie, di cui tre lamantini (Famiglia Trichechidae: Trichechus manatus, T. senegalensis, T. inunguis), che vivono nelle acque dell’Oceano Atlantico, e una di dugongo (Famiglia Dugongidae: […]
Dei vari ordini di mammiferi che attualmente popolano il pianeta, tra i meno rappresentati in termini di abbondanza di specie ci sono i sirenidi. Questi erbivori marini sono, al giorno d’oggi, costituiti da sole quattro specie, di cui tre lamantini (Famiglia Trichechidae: Trichechus manatus, T. senegalensis, T. inunguis), che vivono nelle acque dell’Oceano Atlantico, e una di dugongo (Famiglia Dugongidae: Dugong dugon), che bruca le alghe sui fondali dell’Oceano Indiano. Di quest’ultima famiglia è giunta fino ai giorni nostri anche la ritina di Steller (Hydrodamalis gigas), un enorme sirenide che fu sterminato fino all’estinzione tra il 1741 e il 1768, per ricavarne carne e grasso.
Le specie attuali di sirenidi, inoltre, in nessun caso condividono i medesimi habitat, pur utilizzando lo stesso range di risorse alimentari, le alghe marine. Questa segregazione spaziale è sempre stata mantenuta nel tempo, quindi le diverse specie si sono vicendevolmente escluse dai rispettivi areali, oppure nel passato più specie condividevano le stesse aree? A questo scopo, un gruppo di ricercatori ha studiato il popolamento di sirenidi, mediante l’analisi dei reperti fossili, di tre aree marine costiere nel corso di periodi di tempo separati: tra 23 e 28 milioni di anni fa in Florida, tra 16 e 23 milioni di anni fa in India e tra 3 e 5 milioni di anni fa in Messico.
I risultati, pubblicati sulla rivista PLoS One, indicano che tutte le comunità marine analizzate ospitavano almeno due specie di sirenidi simultaneamente. Un’analisi comparativa sui fossili delle specie simpatriche ha inoltre evidenziato come queste differissero per numerosi tratti anatomici. In particolare, le differenze principali riguardavano alcune caratteristiche dell’apparato boccale (ad esempio l’inclinazione della bocca e la forma dei denti), che consentivano loro di nutrirsi di alghe differenti.
Questa specializzazione nel foraggiamento avrebbe mantenuto le loro nicchie trofiche abbastanza separate da consentirne la convivenza in simpatria, diversamente da quello che accade nelle comunità marine odierne.
Andrea Romano
Riferimenti:
Jorge Velez-Juarbe, Daryl P. Domning, Nicholas D. Pyenson. Iterative Evolution of Sympatric Seacow (Dugongidae, Sirenia) Assemblages during the Past ∼26 Million Years. PLoS ONE, 2012; 7 (2): e31294 DOI: 10.1371/journal.pone.0031294
Immagine:
Credit: Carl Buell
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.