I più antichi strumenti in pietra
Ritrovate in Kenya alcune pietre scheggiate risalenti a 3,3 milioni di anni fa: sono gli strumenti litici più antichi finora noti
Straordinario ritrovamento paleoarcheologico realizzato in Kenya, sulle sponde del Lago Turkana, già scenario di fondamentali scoperte paleoantropologiche (si pensi solo al ‘ragazzo del Turkana‘, uno dei più completi fossili di ominidi mai scoperti). Questa volta non si tratta del rinvenimento di resti fossili, bensì di strumenti litici: un gruppo di ricercatori della Stony Brooke University ha infatti dissotterrato quelli che sembrano essere i più antichi strumenti in pietra mai rinvenuti finora, in quanto risalgono a ben 3,3 milioni di anni fa, retrodatando di circa 700.000 anni il primo utilizzo di utensili da parte di ominidi bipedi.
Mediante precise analisi, lo studio, pubblicato sul numero corrente della prestigiosa rivista Nature. esclude che la forma di queste pietre possa essere stata conferita da agenti naturali, quali l’erosione o la semplice frattura di pareti rocciose. Sono quindi da attribuirsi con certezza alla lavorazione da parte di una specie di ominide che viveva in quel luogo in quel periodo. Ma quali specie vivevano nella regione del Lago Turkana oltre 3 milioni di anni fa? L’unica specie di ominide nota abitare quelle aree in quel periodo è Kenyanthropus platyops, ominide forse bipede la cui collocazione nell’albero filogenetico umano è ancora incerta. I fossili più antichi di austraolopitecine nella zona risalgono invece a circa 1 milioni di anni dopo e appartengono ad Australophitecus afarensis, la specie della famosa Lucy. Dalle informazioni fossili disponibili, in quel periodo, invece, non era ancora esistente il genere Homo, a cui solitamente viene attribuita la produzione litica.
Quali siano le implicazioni di questo ritrovamento sulla nostra conoscenza dell’evoluzione umana è ancora difficile da dire. Dal momento che la produzione litica complessa è da sempre associata al genere Homo (in particolare, si ritiene sia iniziata con H. habilis), la scoperta farebbe pensare a un’origine del genere a cui apparteniamo ben precedente a quanto ritenuto finora. Questo scenario sarebbe in accordo con un recente ritrovamento fossile che aveva retrodatato l’origine del genere Homo a circa 3 milioni di anni or sono (Pikaia ne ha parlato qui). In alternativa, potrebbero essere stati fabbricati da australopitecine: questo scenario sembra meno plausibile, in quanto la produzione di utensili in questi ominidi è stata solo ipotizzata (Pikaia ne ha parlato qui).
Nell’articolo, i ricercatori non si spingono a delineare nuovi scenari relativi all’evoluzione umana. Propongono invece l’istituzione di un nuovo periodo ‘culturale’, precedente l’Olduvano, che coincide con il periodo di produzione litica di H. habilis (2,6-2 milioni di anni fa): il Lomekwiano. In qualsiasi scenario dell’evoluzione umana, il Lomekwiano, conclude lo studio, rappresenta un nuovo punto di inizio delle testimonianze archeologiche.
Riferimenti:
Sonia Harmand, Jason E. Lewis, Craig S. Feibel, Christopher J. Lepre, Sandrine Prat, Arnaud Lenoble, Xavier Boës, Rhonda L. Quinn, Michel Brenet, Adrian Arroyo, Nicholas Taylor, Sophie Clément, Guillaume Daver, Jean-Philip Brugal, Louise Leakey, Richard A. Mortlock, James D. Wright, Sammy Lokorodi, Christopher Kirwa, Dennis V. Kent & Hélène Roche. 3.3-million-year-old stone tools from Lomekwi 3, West Turkana, Kenya. Nature 521, 310–315 (21 May 2015) doi:10.1038/nature14464
Credit: MPK-WTAP
Mediante precise analisi, lo studio, pubblicato sul numero corrente della prestigiosa rivista Nature. esclude che la forma di queste pietre possa essere stata conferita da agenti naturali, quali l’erosione o la semplice frattura di pareti rocciose. Sono quindi da attribuirsi con certezza alla lavorazione da parte di una specie di ominide che viveva in quel luogo in quel periodo. Ma quali specie vivevano nella regione del Lago Turkana oltre 3 milioni di anni fa? L’unica specie di ominide nota abitare quelle aree in quel periodo è Kenyanthropus platyops, ominide forse bipede la cui collocazione nell’albero filogenetico umano è ancora incerta. I fossili più antichi di austraolopitecine nella zona risalgono invece a circa 1 milioni di anni dopo e appartengono ad Australophitecus afarensis, la specie della famosa Lucy. Dalle informazioni fossili disponibili, in quel periodo, invece, non era ancora esistente il genere Homo, a cui solitamente viene attribuita la produzione litica.
Quali siano le implicazioni di questo ritrovamento sulla nostra conoscenza dell’evoluzione umana è ancora difficile da dire. Dal momento che la produzione litica complessa è da sempre associata al genere Homo (in particolare, si ritiene sia iniziata con H. habilis), la scoperta farebbe pensare a un’origine del genere a cui apparteniamo ben precedente a quanto ritenuto finora. Questo scenario sarebbe in accordo con un recente ritrovamento fossile che aveva retrodatato l’origine del genere Homo a circa 3 milioni di anni or sono (Pikaia ne ha parlato qui). In alternativa, potrebbero essere stati fabbricati da australopitecine: questo scenario sembra meno plausibile, in quanto la produzione di utensili in questi ominidi è stata solo ipotizzata (Pikaia ne ha parlato qui).
Nell’articolo, i ricercatori non si spingono a delineare nuovi scenari relativi all’evoluzione umana. Propongono invece l’istituzione di un nuovo periodo ‘culturale’, precedente l’Olduvano, che coincide con il periodo di produzione litica di H. habilis (2,6-2 milioni di anni fa): il Lomekwiano. In qualsiasi scenario dell’evoluzione umana, il Lomekwiano, conclude lo studio, rappresenta un nuovo punto di inizio delle testimonianze archeologiche.
Riferimenti:
Sonia Harmand, Jason E. Lewis, Craig S. Feibel, Christopher J. Lepre, Sandrine Prat, Arnaud Lenoble, Xavier Boës, Rhonda L. Quinn, Michel Brenet, Adrian Arroyo, Nicholas Taylor, Sophie Clément, Guillaume Daver, Jean-Philip Brugal, Louise Leakey, Richard A. Mortlock, James D. Wright, Sammy Lokorodi, Christopher Kirwa, Dennis V. Kent & Hélène Roche. 3.3-million-year-old stone tools from Lomekwi 3, West Turkana, Kenya. Nature 521, 310–315 (21 May 2015) doi:10.1038/nature14464
Credit: MPK-WTAP
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.