Resoconto del Darwin Day di Rovereto

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International Darwin Day 2015 presso la Fondazione Museo Civico di Rovereto (Trento): riassunto della giornata più alcune considerazioni sulla divulgazione dell’evoluzione nei musei

Osservazioni sull’apprendimento scolastico dei ragazzi suggeriscono come i concetti vengano più facilmente assimilati quando questi non richiedono la mera acquisizione a memoria di dati slegati tra loro, bensì quando comprendono logiche spiegazioni che si legano a nozioni già presenti nella mente del ragazzo. Da più parti si è ragionato sul fatto che l’apprendimento possa essere visto, di fatto, come un processo che avviene principalmente per analogie e metafore e che si concretizza nella formazione di una grande rete di concetti, meccanismi e nozioni, comprensiva di vari punti di contatto – o nodi – che esistono proprio in virtù dell’analogia tra due o più percorsi concettuali, dei quali gli uni già presenti e assimilati, l’altro nuovo.

Se ciò è vero, la biologia, intesa come scienza che studia i processi naturali e i “fatti” che caratterizzano i diversi organismi e le relazioni tra loro, non può certo fare eccezione. Ecco perché la famosa frase di Theodosius Dobzhansky ha una valenza anche educativa, oltre che di descrizione della rilevanza del processo evolutivo. “Nulla ha senso in biologia, se non alla luce dell’evoluzione”: l’evoluzione è la chiave interpretativa per comprendere i fenomeni biologici, insomma per dare un senso logico a ciò che si sta studiando in biologia e non solo. Ma la teoria dell’evoluzione, oltre ad apportare linfa all’intera biologia, trae linfa e la sua stessa ragion d’essere dai differenti campi della stessa biologia: si è spesso sottolineato come prove dell’evoluzione emergano da pressoché ogni campo delle scienze della vita.  
E’ quindi del tutto paradossale che la teoria unificante della biologia si trovi relegata a ruolo di comparsa nei programmi scolastici, quando la maggior parte dello spazio viene invece dedicato ai “dati”: fisiologici, anatomici e via dicendo. Perdipiù limitando l’indagine alla specie umana e favorendo con ciò l’instaurazione di una mentalità antropocentrica che è tanto più dannosa quanto più viene adottata dai ragazzi (e dagli insegnanti) in maniera inconsapevole.  

All’interno di un quadro di questo genere, i musei italiani ad indirizzo scientifico si trovano nella condizione di dover supplire alle carenze di un sistema scolastico e culturale con molti problemi. Fortunatamente, la  flessibilità delle istituzioni museali ha consentito la loro trasformazione nel corso degli anni: da luoghi di deposito di reperti e quindi da luoghi “della memoria” – essenzialmente luoghi di consultazione per esperti del settore – si sono reinventati divenendo in molti casi tra le istituzioni più dinamiche del panorama culturale italiano. Il ruolo che si trovano a ricoprire oggi è quindi del tutto complementare a quello delle istituzioni scolastiche e, in molti casi, contenendo essi sezioni di ricerca che si muovono parallelamente a quelle didattiche, possono fungere da ponte tra le scuole e le università, consentendo ai ragazzi di respirare l’aria della ricerca e, allo stesso tempo, di entrare in contatto con concetti e temi normalmente non trattati o non sufficientemente approfonditi dai programmi scolastici. Nel nostro museo, e più specificamente nell’ambito della sezione di Zoologia, ospitiamo ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado interessati all’ambito della ricerca sul comportamento e la cognizione animale, attività che possono dirsi da una parte integrative al loro percorso curricolare di biologia, dall’altra propedeutiche e preparative per un’eventuale iscrizione all’università di Psicologia e scienze cognitive della nostra città (o ad altre facoltà ad indirizzo biologico). Queste ricerche vengono svolte in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento.

Questa prefazione mi era necessaria per introdurre il panorama all’interno del quale, nel nostro museo, abbiamo deciso quest’anno di aderire all’International Darwin Day. Questa tardiva adesione dipende dal radicale cambiamento istituzionale cui il museo è stato soggetto nell’ultimo anno – da servizio comunale a fondazione – con il mutamento di personale (perlopiù giovani ricercatori e operatori didattici) – che ha fatto seguito ai concorsi indetti per ricoprire ruoli in precedenza assegnati a collaborazioni. 

L’International Darwin Day presso il nostro museo è stato dunque festeggiato in collaborazione col Centro Interdipartimentale Mente e Cervello  (Università di Trento) nel corso di due giornate: la prima, il 12 febbraio, con una conferenza tenuta dal prof. Giorgio Vallortigara, neuroscienziato e professore ordinario dell’università di Trento e amico del museo; la seconda, con un evento per il pubblico generico e le famiglie. L’organizzazione di quest’ultimo ha viste impegnate, con un grande entusiasmo e partecipazione, gran parte delle risorse umane disponibili nel nostro museo. Non mi dilungo a descrivere nei dettagli come è stata strutturata la giornata, mi basta sottolineare due punti che ritengo importanti.

Il primo riguarda una scelta sulla quale abbiamo a lungo meditato, ovvero quella relativa all’inserimento, accanto ad attività che vedevano gli esperti del museo interagire con genitori e figli assieme, di un momento strutturato all’interno del quale due attività guidate da ricercatori e aventi target molto diverso si svolgevano in parallelo. L’una – dei laboratori didattici sull’evoluzione – vedeva la partecipazione dei bambini, l’altra – un percorso a tema nelle sale espositive del museo – quella degli adulti. Questa scelta è scaturita dall’esigenza, che abbiamo sentito molto intensamente, di inserire un momento di elevato livello scientifico – per lo svolgimento del quale era necessario un arco temporale continuativo di circa un’ora – all’interno di una giornata per altri aspetti giocosa, divertente e dedicata il larga parte a stimolare la curiosità dei bambini e degli adulti per i fenomeni naturali in generale, e quelli evolutivi in particolare. Così, mentre i bambini si intrattenevano nei laboratori sull’evoluzione (adattati da quelli messi a disposizione sul sito di pikaia), ai genitori veniva dedicato un momento di approfondimento ricco di contenuti scientifici. Questo “percorso evolutivo” si snodava all’interno delle sale di zoologia del museo e intendeva trasmettere alcune nozioni fondamentali sull’evoluzione degli organismi e la loro riproduzione, con particolare attenzione alla correzione delle più comuni “misconception” della teoria dell’evoluzione. In testa al percorso (dunque allo scopo di testare le pre-conoscenze) veniva consegnato ai presenti un questionario sul museo e sull’evoluzione, finalizzato a comprendere non già la preparazione del pubblico sui dettagli del processo evolutivo di questo o di quell’altro organismo, bensì a sondare le conoscenze su concetti generici, come il funzionamento del meccanismo della selezione naturale, la questione della nostra parentela con le scimmie antropomorfe e la posizione dell’essere umano nel mondo naturale, quest’ultimo aspetto rappresentato nella forma immediatamente intuitiva di disegno (immagine sotto, Courtesy UC Berkeley). 

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Al termine del percorso, veniva consegnato a tutti i presenti un foglio contenente le risposte e un opuscolo, preparato dal museo, con approfondimenti sulla teoria dell’evoluzione.

I risultati del questionario, per quanto non conclusivi a causa del numero limitato di partecipanti, sono però interessanti e dunque desidero esporli brevemente. Alle tre domande sulla figura storica di Darwin ha risposto correttamente il 92.7% delle persone; il 98.4% alle due domande su cos’è l’evoluzione in generale; il 75% alle tre domande su quale sia la posizione dell’uomo nell’ “ordine naturale” e se sia l’uomo interessato o meno dai processi evolutivi , il 17.6% alla domanda sui meccanismi evolutivi (meccanismo della selezione naturale, esemplificato nel processo di evoluzione del collo della giraffa).  Pare emergere quindi come il pubblico non specialistico sia genericamente ben informato su cosa sia l’evoluzione e sulle ricadute che essa ha sulla specie umana e sui suoi rapporti col resto del mondo naturale, ma non ha ben chiaro come, nei fatti, l’evoluzione si realizzi.

Il secondo punto che vorrei porre in rilievo riguarda il coinvolgimento, nell’evento, di quattro ragazze di un liceo cittadino. Una scelta, quella di coinvolgere degli studenti nell’evento, che ha rappresentato un importante momento formativo per gli stessi e un aiuto insostituibile per il museo. Le ragazze sono state reclutate da un docente interno – un importante contatto tra museo e scuola – sulla base di una loro autocandidatura e di una valutazione da parte del  docente stesso. E’ stato dato loro il materiale sul quale prepararsi,  fornite loro le essenziali istruzioni per affrontare il compito (interazione col pubblico etc.) ed infine sono state affiancate da una ricercatrice nel corso dell’evento. Il loro ruolo era quello di veicolare informazioni relative a tre opere minori di Darwin e ai loro contenuti, in presenza degli organismi in oggetto (lombrichi, piante carnivore e orchidee), che il visitatore poteva osservare dal vivo e toccare.

Un’occasione, quella dell’International Darwin Day, che ha rappresentato un momento formativo che definirei bidirezionale: dai ricercatori del museo al pubblico, e dal pubblico ai ricercatori del museo. Gli uni acquisendo dagli esperti informazioni utili sull’importanza della figura di Charles Darwin, sui suoi studi specifici e, in generale, sul senso della teoria dell’evoluzione e sul funzionamento dei meccanismi evolutivi, nella consapevolezza del fatto che pure l’uomo si trova calato nel contesto naturale che veniva descritto. Gli altri, assorbendo informazioni sul clima culturale e sulle prospettive, a volte insospettabilmente distorte, che vive il visitatore generico, la gente comune, a proposito  di un argomento di così centrale importanza come la teoria dell’evoluzione per selezione naturale.

Qui una galleria di foto dell’evento

Gionata Stancher
Responsabile Sezione di Zoologia
Fondazione Museo Civico di Rovereto (Trento)