Il valore della fratellanza nel corteggiamento

guppy

I maschi di guppy aiutano i loro parenti stretti ad accoppiarsi con le femmine, ostacolando fisicamente i rivali


Se il solo “scopo” degli individui di una specie fosse la propagazione dei propri geni, in maniera del tutto egoistica, come spiegare la miriade di esempi di altruismo che si osservano in natura? Noi di Pikaia ce lo eravamo già chiesti in un articolo di quasi dieci anni fa, che discuteva e riconfermava la potenza del modello proposto nel lontano 1964 dal biologo evoluzionista William Donald Hamilton, quello della fitness inclusiva: essa coincide con la somma della fitness diretta e indiretta dell’individuo, derivanti rispettivamente dal numero di prole generata e dal successo di riproduzione dei parenti stretti. A questo si lega indissolubilmente un altro fondamentale concetto della moderna teoria evoluzionistica, già anticipato da Darwin ne L’Origine delle Specie, ossia la selezione parentale (kin selection), una strategia attraverso cui un individuo favorisce il successo riproduttivo degli individui imparentati, e quindi indirettamente di se stesso, a discapito della propria possibilità di riprodursi o sopravvivere. Ciò può avvenire soltanto mediante il riconoscimento dei parenti, una capacità che è stata osservata in molte specie animali e persino nei più comuni e insospettabili pesci da acquario, i guppy (Poecilia reticulata), protagonisti di una ricerca condotta da Mitchel Daniel e Robert Williamson, della Florida State University.

Il lavoro è stato pubblicato su Nature Ecology and Evolution e dimostra l’esistenza di un nesso tra le dinamiche di competizione intrasessuale e la capacità di riconoscimento dei parenti stretti, attraverso l’applicazione di un complesso modello matematico di previsione del comportamento. Uno studio precedente dello stesso Daniel aveva già dimostrato che le femmine di guppy sono in grado di utilizzare il riconoscimento parentale nella scelta del partner, in modo da evitare di accoppiarsi con dei loro consanguinei. A distanza di quattro anni, il ricercatore ha voluto indagare se anche la competizione sessuale tra i maschi potesse essere condizionata in qualche modo dal riconoscimento tra individui imparentati. Durante il corteggiamento, il maschio di guppy esegue una sorta di danza intorno alla femmina, per manifestarle il suo interesse; se questo verrà corrisposto, lei si avvicinerà al maschio e in tal modo potrà avvenire la copula (contrariamente a quanto avviene di solito nei pesci, infatti, in questa specie la fertilizzazione è interna).

Tuttavia qualcosa può andare storto: se un altro maschio si inserisce nella coppia, ostacolando fisicamente il maschio rivale, rende impossibile la copula e gli sforzi di corteggiamento vengono vanificati. In questa dinamica di competizione intrasessuale, se un maschio evitasse di ostacolare un altro maschio a lui imparentato, gli darebbe maggiori opportunità di accoppiamento e quindi ne ricaverebbe lui stesso un vantaggio, poiché indirettamente aumenterebbe anche la propria fitness. Dunque, è possibile che la parentela costituisca a tutti gli effetti un fattore di allentamento della competizione sessuale tra due maschi, appunto, imparentati?

Per rispondere a questa domanda i ricercatori si sono serviti del loro modello matematico, predittivo della frequenza con cui i maschi attuano il comportamento di interruzione in modo da massimizzare la fitness inclusiva. Per testare il modello sono stati presi in considerazione 600 guppy, divisi in 50 gruppi ognuno costituito da 12 individui (sei femmine, un maschio focale e cinque maschi rivali), e ne sono stati osservati i comportamenti di corteggiamento e interruzione.

I risultati hanno confermato che il modello è predittivo e affidabile, perché in effetti i maschi interrompevano con meno frequenza il corteggiamento messo in atto dai loro fratelli nei confronti delle femmine, mentre invece ostacolavano con maggior frequenza le danze di altri maschi non imparentati. In questo modo la competizione sessuale con i parenti stretti è ridotta al minimo, a favore di una massimizzazione della fitness inclusiva. Infine, da ulteriori osservazioni si è visto che questo comportamento di cooperazione tra parenti è solitamente seguito da una forma di “vendetta” attuata dal maschio che è stato interrotto, che ripagherà il rivale che lo ha ostacolato con la stessa moneta, interrompendolo a sua volta durante la danza di corteggiamento.


Riferimenti:
Daniel, M. J., & Williamson, R. J. (2020). Males optimally balance selfish and kin-selected strategies of sexual competition in the guppy. Nature Ecology & Evolution, 1-8.

Immagine: Amy E. Deacon, Hideyasu Shimadzu, Maria Dornelas, Indar W. Ramnarine & Anne E. Magurran / CC BY, via Wikimedia Commons