Addio cara Lynn
Il 22 novembre è scomparsa Lynn Margulis, che con la sua teoria dell’origine endosimbiotica dei mitocondri ha rappresentato un elemento di discussione di notevolissimo valore per la comunità scientifica. L’origine degli eucarioti è rimasta infatti per molto tempo uno dei problemi più enigmatici e controversi della biologia evoluzionistica moderna e sembrava difficile riuscire a spiegare la comparsa di tutte le […]
L’idea dell’origine simbiotica dei mitocondri era stata suggerita per la prima volta da Lynn Margulis oltre 40 anni, ma numerosi dubbi rimanevano irrisolti ed in particolare per molto tempo è stato difficile definire se l’acquisizione dei mitocondri sia stata una delle prima tappe verso l’evoluzione degli eucarioti (mitochondrion-early hypothesis) o se fosse avvenuta quando gli Archea (da cui sono poi derivati gli eucarioti) avevano già evoluto un citoscheletro di base, il nucleo e la capacità di fare entrare anche strutture grandi tramite fagocitosi, meccanismo chiave per spiegare l’ingresso di un batterio all’interno dell’Archea (mitochondrion-late hypothesis).
In realtà la risposta era difficile da trovare proprio perché era sbagliato l’approccio e si cercavano forme di transizione che nella realtà non sono mai esistite nel corso della storia della vita. Numerosi dati mostrano, infatti, che la cellula eucariotica si è originata dalla fusione di due procarioti: un Archea ed un endosimbionte batterico.
L’idea dell’origine dei mitocondri per predazione, proposta per la prima volta dalla Margulis, era stata scartata perché erano state scoperte cellule eucariotiche senza mitocondri e i mitocondri derivano da alfa-proteobatteri, mentre tutti i batteri noti sino a poco tempo fa come predatori erano invece delta-proteobatteri. Al contrario, oggi sappiamo che esistono anche alfa-proteobatteri con attività predatoria e che le cellule eucariotiche prive di mitocondri contengono in realtà organelli derivati dai mitocondri (quali i mitosomi e gli idrogenosomi), motivo per cui l’idea di Lynn Margulis è oggi più vitale che mai.
Alla Margulis si devono numerose intriganti pubblicazioni e libri, tra cui il meraviglioso volume “Acquiring genomes” (recensito anche da Paola Nardi su Pikaia), così come testi che hanno fatto discutere dedicati all’Ipotesi di Gaia, in cui il nostro pianeta viene descritto come una sorta di organismo in grado di autoregolarsi.
Ne rimane il ricordo di una scienziata di grande forza e carisma, che non si è mai sottratta al confronto/scontro con la comunità scientifica, tanto da scrivere nel 1991 su Science che “la storia, alla fine, giudicherà il neo-darwinismo come una setta religiosa novecentesca di secondo piano, all’interno dell’ampio panorama della biologia anglosassone”. Contrariamente a questa previsione, Lynn Margulis nel corso degli ultimi anni ha avuto modo di vedere non solo che la sua idea era corretta ed era stata accatteta, ma anche che la simbiosi è un meccanismo molto importante e comune nella storia evolutiva dei viventi, come discusso con la stessa Margulis nel 2009 a Milano, tanto che per molti scienziati si dovrebbe parlare non più di albero della vita, ma di rete della vita.
Mauro Mandrioli
Biologo e genetista all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove studia le basi molecolari dell’evoluzione biologica con particolare riferimento alla citogenetica e alla simbiosi. Insegna genetica generale, molecolare e microbica nei corsi di laurea in biologia e biotecnologie. Ha pubblicato più di centosessanta articoli su riviste nazionali internazionali e tenuto numerose conferenze nelle scuole. Nel 2020 ha pubblicato per Zanichelli il libro Nove miliardi a tavola- Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0. Coordina il progetto More Books dedicato alla pubblicazione di articoli e libri relativi alla teoria dell’evoluzione tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia.