Alle origini del sonno

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Non è facile dare una definizione di sonno, tuttavia è possibile elencare alcune caratteristiche che sono proprie di questa funzione biologica: l’abolizione, o almeno la forte riduzione, del contatto con l’esterno, la modificazione dello stato di coscienza, la reversibilità e la periodicità. Il sonno deve essere considerato una funzione biologica di base di ogni organismo, al pari dell’alimentazione e della […]

Non è facile dare una definizione di sonno, tuttavia è possibile elencare alcune caratteristiche che sono proprie di questa funzione biologica: l’abolizione, o almeno la forte riduzione, del contatto con l’esterno, la modificazione dello stato di coscienza, la reversibilità e la periodicità. Il sonno deve essere considerato una funzione biologica di base di ogni organismo, al pari dell’alimentazione e della respirazione, e la sua mancanza prolungata può portare anche alla morte.

La sua importanza è sottolineata dal fatto che nel regno animale è diffuso in quasi tutti i phyla conosciuti, compreso quello dei nematodi o vermi cilindrici. Un recente studio, pubblicato su Nature, ha infatti sottolineato la presenza di uno stato assimilabile al sonno nel C.elegans, la specie di nematode comunemente utilizzata nei laboratori di tutto il mondo, in cui questi organismi manifestano bassa ricettività agli stimoli esterni, proprio come accade anche nella nostra specie.

Un altro aspetto molto dibattuto riguarda la funzione del sonno: nel corso degli anni sono state formulate svariate ipotesi, ma in favore di nessuna sono state ottenute prove sperimentali che ne sanciscono la validità. Il gruppo di ricercatori della University of Pennsylvania School of Medicine che ha condotto lo studio sottolinea che questo stato di quiescenza coincide con il periodo in cui, durante il ciclo vitale del nematode, si verificano delle modificazioni sinaptiche nel sistema nervoso. Il sonno, continuano, potrebbe dunque essere coinvolto nei processi di crescita e cambiamento del sistema nervoso, che non sarebbero consentiti da una vita di veglia perenne.

La ricerca ha anche individuato un gene che controlla questo comportamento di C.elegans: si tratta di un tratto di DNA che codifica per una proteina chinasi, che è regolata dal secondo messaggero GMP ciclico, coinvolto nei processi di regolazione genica e di trasduzione del segnale all’interno delle cellule. La futura scoperta di eventuali geni omologhi nella nostra specie potrebbe aprire le porte verso nuove terapie contro i disturbi del sonno, come l’insonnia e la narcolessia, tramite l’inidividuazione di regioni di DNA bersaglio dei principi attivi dei medicinali.

Andrea Romano

La foto è tratta da Wikimedia Commons.