Anche le termiti praticano l’agricoltura

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Una ricerca metodica sull’ecologia dei cerchi delle fate del deserto della Namibia ha rivelato una funzione attiva delle termiti nella modellazione dell’ecosistema

Uno dei temi che tornano spesso alla ribalta in questi anni di ripensamento di molte componenti dell’evoluzionismo è quello della “costruzione della nicchia”. Modificando radicalmente l’idea da libro di testo che l’ambiente ponga delle continue sfide ai viventi, alle quali essi devono in qualche modo rispondere, R.C. Lewontin scrisse nel 1983: “Gli organismi non si adattano ai loro ambienti, essi li costruiscono partendo da frammenti e pezzi del mondo esterno”. Partendo da questa idea, negli anni alcuni ricercatori hanno formulato il principio, appunto, della costruzione della nicchia, ossia il processo attraverso il quale un organismo altera il suo ambiente (o quello delle altre specie), spesso, ma non sempre, in modo da aumentare le sue speranze di sopravvivere. 
Norbert Juergens del Biocenter Klein Flottbek dell’Università di Amburgo, ha indagato con un lavoro assai metodico, i cerchi delle fate, macchie dal diametro di qualche metro, prive di vegetazione nel centro, ma circondate da un margine di erbe perenni, che si trovano in gran numero nelle zone subdestertiche ai margini delle praterie dell’Africa meridionale. Queste strutture sono note da tempo, e i ricercatori si sono ripetutamente interrogati sulla loro origine proponendone le cause più disparate, sia biotiche che abiotiche. Juergens ha scoperto qualcosa di interessate registrando il tasso di umidità con strumenti automatici che la rilevavano ogni ora per quattro anni a profondità di 10, 30, 60 e 90 cm, sia sotto le rare pianticelle attorno ai cerchi delle fate, che nella zona priva di vegetazione all’interno di essi. Così facendo ha scoperto che l’umidità all’interno dei cerchi delle fate era sempre ben più elevata (5% in volume o più) rispetto a quella delle zone circostanti. Juergens ha anche scoperto che in ognuno dei cerchi delle fate della Namibia erano presenti nidi di Psammotermes allocerus, una termite. 
L’attività della termite era massima all’interno dei cerchi delle fate, generando il sospetto che essi fossero causati dalla presenza di quegli insetti. Naturalmente era anche possibile i contrario, e cioè che Psammotermes si limitasse a sfruttare i cerchi già esistenti, ma uno studio accurato di 24 cerchi delle fate in formazione nel marzo 2012 ha rivelato la presenza delle termiti, che attivamente danneggiavano le radici delle pianticelle in assenza di altri fitofagi. Secondo Juergens i cerchi delle fate, mentre non perdono acqua per traspirazione a causa dell’assenza di piante al loro centro, accumulano acqua piovana che rapidamente drena a causa della tessitura della sabbia. La rapida percolazione verso uno strato di suolo più profondo riduce la perdita per evaporazione. Misurazioni simultanee sotto la vegetazione hanno mostrato un contenuto d’acqua molto ridotto. Così, ai bordi dei cerchi si possono sviluppare pianticelle erbacee perenni, che costituiscono una sorta di “riserva alimentare estrema” per le termiti in periodi di grande siccità. 
Ma i cerchi non vanno solo a vantaggio delle termiti: essi incrementano la biodiversità attirando molti organismi. Confrontando le specie presenti in essi con quelle registrate nelle praterie vicine senza cerchi, Juergens ha scoperto che numerose specie di formiche, api, vespe, piccoli mammiferi e piante si insediano nei cerchi in cerca della preziosa umidità. In più, le popolazioni di Psammotermes allocerus a loro volta costituiscono una risorsa per gechi, oritteropi, otocioni, sciacalli, talpe dorate, ragni e formiche, che sono state osservate mentre attaccano le termiti. La conclusione dell’articolo di Juergens, pubblicato su Science, è una brillante dimostrazione della costruzione della nicchia: “in grandi regioni desertiche a vita prevalentemente effimera i cerchi delle fate sono paesaggi ricchi di specie, dominati da piante erbacee perenni, che sostengono una vita perenne anche durante la stagione secca e gli anni di siccità”. 
Marco Ferraguti

Riferimenti:
Norbert Juergens. The biological underpinnings of Namib Desert fairy circles. Science, 339, 1618, 2013
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Credit: Thorsten Becker