Anticipato di migliaia di anni l’arrivo degli ominidi nelle Filippine

Foto1

Il ritrovamento di alcuni resti fossili nelle Filippine retrodata l’arrivo degli ominidi in quella zona di circa 600 mila anni

Gli ominidi colorizzarono le Filippine molto prima di quanto si pensasse. A rivelare questo risultato è stato un lavoro pubblicato su Nature che stima l’età di alcuni resti fossili trovati in un’isola delle Filippine tra 777 mila e 631 mila anni fa, collocando così l’arrivo degli ominidi in quella zona 600 mila anni prima di quanto si era precedentemente ipotizzato.

I resti fossili sono stati trovati nell’isola di Luzon, la più grande dell’arcipelago delle Filippine, da un team internazionale guidato da Thomas Ingicco, del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi. Quello a cui si sono ritrovati davanti i ricercatori sono stati i resti dello scheletro dell’ormai estinto rinoceronte filippino (Rhinoceros philippinensis) che presentavano evidenti segni di macellazione e alcune ossa addirittura distrutte, come se qualcuno avesse provato a cibarsi del midollo all’interno. Questi segni di tagli presenti sulle ossa dell’animale si ipotizza siano stati inferti con alcuni utensili in pietra che i ricercatori hanno trovato vicino lo scheletro.

 

Foto2

Gli utensili in pietra ritrovati vicino lo scheletro di rinoceronte filippino (Rhinoceros philippinensis), in totale circa 57. Da Nature, doi: 10.1038/s41586-018-0072-8

 

Nulla di strano, se non che la datazione di questi resti ha dato dei risultati davvero inaspettati, collocandoli in un periodo tra 777 mila e 631 mila anni fa e più precisamente intorno a 709 mila anni fa. Prima di questa scoperta si pensava che gli ominidi avessero colonizzato queste isole molto tempo dopo, come aveva evidenziato il ritrovamento nella Grotta di Callao a Luzon di un osso del piede di un ominide risalente a 67 mila anni fa.

Ma chi erano questi ominidi? E soprattutto come hanno fatto ad arrivare nell’arcipelago delle Filippine considerando che queste isole sono situate in mezzo all’oceano?

Molto probabilmente a realizzare gli utensili potrebbero essere stati individui discendenti da Homo erectus a cui sono stati attribuiti dei resti ritrovati nell’isola indonesiana di Giava, risalenti a più di 700 mila anni fa. Nel 2003 la scoperta di un ominide denominato poi Homo floresiensis da parte di un gruppo di archeologi nell’isola di Flores, in Indonesia, è un elemento che deve essere tenuto in considerazione (Pikaia ne ha parlato qui, qui e qui): i resti degli ominidi delle Filippine trovati dal gruppo di ricerca guidato da Ingicco potrebbero essere considerati la versione locale di Homo floresiensis e non si esclude che potrebbe esserci stata una specie diversa, discendente da Homo erectus, in ognuna di queste isole.

Come questi ominidi attraversarono l’oceano ancora non si sa. Probabilmente raggiunsero l’isola di Luzon casualmente, trasportati da masse galleggianti di fango e piante acquatiche dovuti a tempeste e tsunami, tipici di quelle zone. Quello che gli autori ipotizzano è che queste isole possano essere state fondamentali per l’espansione degli ominidi verso sud nella Wallacea, l’area geografica tra Indonesia e Oceania.

Nuovi studi sono necessari per rispondere alle domande che rimangono ancora senza una risposta. Il prossimo scavo a Luzon è previsto per la prossima estate, in cui si cercherà di fare maggiore chiarezza sugli spostamenti dell’uomo nel Pacifico del Sud, una storia che sembra essere ancora agli inizi.


Riferimenti:
T. Ingicco et al. Earliest known hominin activity in the Philippines by 709 thousand years ago. Nature, published online May 2, 2018; doi: 10.1038/s41586-018-0072-8

 

 

Immagine di apertura: credits Thomas Ingicco