Banche dei semi ed evoluzione: salvare la diversità delle piante prima che scompaia

Molte linee evolutive vegetali non sono ancora conservate nelle banche dei semi. Una nuova metodologia indica a quali specie dare la priorità per proteggere il patrimonio evolutivo della flora europea
Almeno due specie di piante su cinque rischiano l’estinzione nel mondo. Di fronte a questo dato, un team internazionale di ricercatori, coordinato dall’Università di Pisa, ha sviluppato un nuovo metodo per decidere quali piante salvare per prime. L’idea? Affidarsi all’evoluzione.
Lo studio, pubblicato sulla rivista New Phytologist, parte da una domanda cruciale: quali rami dell’albero genealogico delle piante europee sono ancora scoperti nelle banche dei semi?
Grazie all’analisi di oltre 22.000 specie conservate in 109 banche dei semi europee, i ricercatori hanno scoperto che, sebbene la varietà sia ampia, fino al 56% della diversità evolutiva potenziale delle piante europee non è ancora protetta. In pratica, alcune linee evolutive uniche – spesso rappresentate da specie con strategie riproduttive rare o che vivono in aree molto ristrette – restano escluse dalle collezioni.
Per colmare queste lacune, i ricercatori hanno messo a punto un nuovo metodo basato sulla rilevanza evolutiva. In pratica, il sistema permette di calcolare quale contributo unico ogni specie fornisce alla storia evolutiva complessiva delle piante europee. Sulla base di questi calcoli, vengono generate liste di priorità che segnalano le specie ancora non conservate ma cruciali per tutelare rami distinti dell’albero evolutivo. Il metodo è flessibile e può essere adattato agli obiettivi e alle risorse disponibili, aiutando le banche dei semi a decidere quali nuove specie includere per massimizzare il valore evolutivo delle collezioni.

“Si tratta di un metodo che può essere personalizzato per adattarlo a diversi obiettivi di conservazione, fino all’esaurimento del budget disponibile – sottolinea Carta – La nostra ricerca rappresenta quindi un passo fondamentale per future azioni di conservazione, i risultati possono servire come base di discussione per promuovere nuove politiche, incluso la salvaguardia delle specie in via di estinzione, la resilienza dei sistemi agroalimentari e l’identificazione delle specie più adatte al restauro degli habitat in uno scenario di cambiamenti climatici”.
Infine, gli autori sottolineano che questo approccio può essere combinato con tecniche di conservazione avanzate, andando oltre la sola banca dei semi convenzionale, e che una maggiore coordinazione tra le istituzioni sarà fondamentale per conservare in modo più efficace il patrimonio evolutivo delle piante.
Il progetto ha coinvolto anche la Stazione Biologica Doñana (Spagna), gli Orti Botanici di Ginevra (Svizzera), Meise (Belgio) e i Kew Gardens (Regno Unito).
Riferimenti:
Carta, A., Mattana, E., Ensslin, A., Godefroid, S., & Molina-Venegas, R. (2025). Plant evolutionary history is largely underrepresented in European seed banks. New Phytol., 246(2), 797–806. doi: 10.1111/nph.70000
Fonte: comunicato stampa UniPi
Immagine: la Millennium Seed Bank, gestita dai Royal Botanic Gardens, Kew (UK) è la più grande banca dei semi al mondo. Crediti: Diliff, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons