Banche dei semi ed evoluzione: salvare la diversità delle piante prima che scompaia

Attribution: Diliff, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Molte linee evolutive vegetali non sono ancora conservate nelle banche dei semi. Una nuova metodologia indica a quali specie dare la priorità per proteggere il patrimonio evolutivo della flora europea

Almeno due specie di piante su cinque rischiano l’estinzione nel mondo. Di fronte a questo dato, un team internazionale di ricercatori, coordinato dall’Università di Pisa, ha sviluppato un nuovo metodo per decidere quali piante salvare per prime. L’idea? Affidarsi all’evoluzione.

Lo studio, pubblicato sulla rivista New Phytologist, parte da una domanda cruciale: quali rami dell’albero genealogico delle piante europee sono ancora scoperti nelle banche dei semi?

Grazie all’analisi di oltre 22.000 specie conservate in 109 banche dei semi europee, i ricercatori hanno scoperto che, sebbene la varietà sia ampia, fino al 56% della diversità evolutiva potenziale delle piante europee non è ancora protetta. In pratica, alcune linee evolutive uniche – spesso rappresentate da specie con strategie riproduttive rare o che vivono in aree molto ristrette – restano escluse dalle collezioni.

Per colmare queste lacune, i ricercatori hanno messo a punto un nuovo metodo basato sulla rilevanza evolutiva. In pratica, il sistema permette di calcolare quale contributo unico ogni specie fornisce alla storia evolutiva complessiva delle piante europee. Sulla base di questi calcoli, vengono generate liste di priorità che segnalano le specie ancora non conservate ma cruciali per tutelare rami distinti dell’albero evolutivo. Il metodo è flessibile e può essere adattato agli obiettivi e alle risorse disponibili, aiutando le banche dei semi a decidere quali nuove specie includere per massimizzare il valore evolutivo delle collezioni.

Conceptual figure illustrating the workflow adopted in this study a Phylogenetic
Schema concettuale del percorso seguito nello studio. (a) Valutazione della rappresentatività filogenetica delle specie conservate nelle banche del seme. Sono stati condotti tre tipi di analisi: (i) confronto tra la diversità evolutiva delle specie conservate e quella dell’intera flora europea; (ii) verifica di quanto le principali ramificazioni dell’albero evolutivo europeo siano già coperte; (iii) identificazione dei gruppi evolutivi scarsamente rappresentati. Tutte le analisi sono state ripetute su 100 versioni alternative dell’albero filogenetico, per tenere conto dell’incertezza nella ricostruzione evolutiva. (b) Esempio ipotetico che mostra come un algoritmo assegna priorità di conservazione alle specie, in base alla loro importanza per preservare la varietà evolutiva complessiva. Le specie già conservate sono indicate da cerchi blu; i rami blu rappresentano le porzioni dell’albero già protette. La specie ‘I’, non ancora conservata, ha il maggior impatto sull’aumento della diversità evolutiva. Le specie ‘B’, ‘C’ e ‘D’ contribuiscono in egual misura, ma ‘D’ è più distinta e riceve una priorità più alta. Le altre specie seguono in ordine decrescente di rilevanza. (c) Azioni di conservazione suggerite dall’algoritmo di priorità: dall’individuazione delle strategie più efficaci alla conservazione tramite banche del seme o tecniche alternative. Immagine: dalla pubblicazione

“Si tratta di un metodo che può essere personalizzato per adattarlo a diversi obiettivi di conservazione, fino all’esaurimento del budget disponibile – sottolinea Carta – La nostra ricerca rappresenta quindi un passo fondamentale per future azioni di conservazione, i risultati possono servire come base di discussione per promuovere nuove politiche, incluso la salvaguardia delle specie in via di estinzione, la resilienza dei sistemi agroalimentari e l’identificazione delle specie più adatte al restauro degli habitat in uno scenario di cambiamenti climatici”.

Infine, gli autori sottolineano che questo approccio può essere combinato con tecniche di conservazione avanzate, andando oltre la sola banca dei semi convenzionale, e che una maggiore coordinazione tra le istituzioni sarà fondamentale per conservare in modo più efficace il patrimonio evolutivo delle piante.

Il progetto ha coinvolto anche la Stazione Biologica Doñana (Spagna), gli Orti Botanici di Ginevra (Svizzera), Meise (Belgio) e i Kew Gardens (Regno Unito).

Riferimenti:

Carta, A., Mattana, E., Ensslin, A., Godefroid, S., & Molina-Venegas, R. (2025). Plant evolutionary history is largely underrepresented in European seed banks. New Phytol., 246(2), 797–806. doi: 10.1111/nph.70000

Fonte: comunicato stampa UniPi

Immagine: la Millennium Seed Bank, gestita dai Royal Botanic Gardens, Kew (UK) è la più grande banca dei semi al mondo. Crediti: DiliffCC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons