Bipedismo e gravidanza

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Tra le caratteristiche tipiche della linea evolutiva che ha portato alla nascita dell’uomo, il bipedismo è apparso precocemente, con importanti conseguenze dal punto di vista sia anatomico che comportamentale e cognitivo. La postura eretta comportò infatti numerose modificazioni scheletriche nella parte inferiore della colonna vertebrale, nel bacino e negli arti inferiori, e poiché questi cambiamenti possono essere facilmente documentati dai […]

Tra le caratteristiche tipiche della linea evolutiva che ha portato alla nascita dell’uomo, il bipedismo è apparso precocemente, con importanti conseguenze dal punto di vista sia anatomico che comportamentale e cognitivo. La postura eretta comportò infatti numerose modificazioni scheletriche nella parte inferiore della colonna vertebrale, nel bacino e negli arti inferiori, e poiché questi cambiamenti possono essere facilmente documentati dai reperti ossei, viene solitamente considerato uno dei tratti fondamentali per definire l’appartenenza agli ominidi. Inoltre, questo adattamento svincolò i primi bipedi dall’uso degli arti anteriori per la locomozione, consentendo la possibilità di utilizzare le mani per altri funzioni, tra cui la fabbricazione di utensili.

 Nonostante questi conclamati vantaggi, l’andatura bipede portò con se anche alcune conseguenze negative, come le difficoltà incontrate dalle femmine nel rimanere in posizione eretta durante i mesi della gravidanza. Un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature, ha sottolineato come la selezione naturale abbia agito, nella nostra specie, per compensare questo svantaggio, promuovendo la differenziazione di alcune strutture scheletriche negli uomini e nelle donne. Due degli adattamenti anatomici al bipedismo sono stati l’allungamento della zona lombare della colonna vertebrale, sia tramite l’aumento del numero di vertebre sia mediante un incremento della loro lunghezza, e la formazione della curvatura convessa nella medesima regione della spina dorsale, chiamata anche lordosi.

Quest’ultimo adattamento, in particolare, è fondamentale nei bipedi per la stabilizzazione della parte superiore del corpo, che trova il suo baricentro, o centro di massa, appena sopra i fianchi. Durante le ultime fasi della gravidanza, il peso del bambino provoca un notevole spostamento del centro di massa, che trasla in posizione avanzata rispetto ai fianchi, influenzando in modo negativo sia la postura che la locomozione. La spina dorsale femminile si sarebbe così evoluta per compensare il peso del bambino, senza gravare troppo sulla muscolatura e consentire le normali attività anche durante la gravidanza.

Ricercatori della Harvard University e della University of Texas, ad Austin, hanno analizzato 19 donne incinte, di età compresa tra i 20 ed i 40 anni, sottolineando che, quando si trovano in posizione eretta, la curvatura lombare della spina dorsale aumenta, anche fino al 60%. In questo modo il baricentro viene riportato sopra i fianchi, nella sua posizione naturale. Le donne sono dunque in grado di incrementare la propria lordosi durante la gravidanza, caratteristica che riduce i costi energetici ed aumenta le probabilità di portare a termine con successo la gestazione.

Lo studio ha anche indiduato le strutture scheletriche che consentono questo adattamento che interessa un solo sesso: le femmine presentano infatti tre vertebre lombari coinvolte nella curvatura, mentre i maschi solamente due. Una piccola differenza morfologica che diventa di grande importanza dal punto di vista adattativo.

Una simile morfologia dimorfica è stata segnalata anche in specie di ominidi ormai estinti: infatti, i ricercatori hanno analizzato le spine dorsali di individui fossili maschi e femmine del genere Australopithecus, risalenti a circa 2 milioni di anni fa, suggerendo che questo adattamento anatomico possa essere precedente all’evoluzione degli appartenenti al genere Homo. Questo piccolo accorgimento potrebbe essere stato infatti fondamentale per la sopravvivenza delle femmine incinte, migliorandone le prestazioni in un ambiente ostile e ricco di insidie come quello della savana africana e aumentando le possibilità dei piccoli di essere messi al mondo. Non stupisce, dunque, che sia stato plasmato dall’azione della selezione naturale.

Andrea Romano

La foto è tratta da Wikimedia Commons.