Cattive notizie per i mammiferi
Grazie ad uno sforzo di ricerca e monitoraggio internazionale, che ha coinvolto oltre 1.700 studiosi provenienti da università di tutto il mondo, tra cui il dipartimento di Biologia umana e animale dell’Università Sapienza, l’Istituto per lo Studio degli ecosistemi del Cnr e l’Istituto di Ecologia applicata di Roma, è stato valutato lo stato della biodiversità animale a livello globale. In […]
Grazie ad uno sforzo di ricerca e monitoraggio internazionale, che ha coinvolto oltre 1.700 studiosi provenienti da università di tutto il mondo, tra cui il dipartimento di Biologia umana e animale dell’Università Sapienza, l’Istituto per lo Studio degli ecosistemi del Cnr e l’Istituto di Ecologia applicata di Roma, è stato valutato lo stato della biodiversità animale a livello globale. In particolare, sono state censite le popolazioni di ben 5.487 specie, terrestri e acquatiche.
Al termine del lavoro è stata aggiornata la Red List dell’IUCN (International Union for the Conservation of Nature), delle specie in pericolo, la cui ultima stesura risaliva allo scorso anno, ma bisogna tornare indietro per oltre 10 anni per ritrovare un evento di monitoaggio delle specie viventi come quello appena concluso. In questo caso, più che parlare di aggiornamento, possiamo dire che all’elenco precedente sono state aggiunte numerose specie e quelle che sono scomparse dalla lista posso considerarsi, ahinoi, ormai estinte.
Le notizie sono tutt’altro che confortanti soprattutto per quanto concerne i mammiferi (da qui si accede al rapporto della IUCN). Infatti, dai risultati emerge che circa una specie su quattro dei mammiferi terrestri rischia ora l’estinzione, e la percentuale sale quando si tratta di mammiferi marini. Ben un terzo di questi animali sono infatti in pericolo. Se questo non bastasse circa la metà delle specie totali vedono le proprie popolazioni ridursi in maniera costante ed inesorabile.
Le cause vanno ricercate, come sempre, nella sempre crescente pressione antropica. La frammentazione e la distruzione degli ambienti naturali e la caccia incidono fortemente sulla sopravvivenza delle specie terrestri, mentre l’inquinamento e gli effetti indiretti della pesca, come le catture accidentati (bycatch), su quelle marine.
Ne stanno parlando in questi giorni a Barcellona, dove è in corso l’IUCN World Conservation Congress.
Andrea Romano
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.