Che buon profumo di… afidi!
Gli afidi sono insetti di grandissimo interesse agrario perché arrecano danni a numerose piante di interesse agrario sia tramite la sottrazione di linfa (sono infatti insetti fitofagi), che agendo come vettori per la diffusione di virus che infettano i tessuti vegetali. Sebbene l’uomo sia uno dei principali rivali degli afidi sul campo, in natura gli afidi si trovano a dover […]
Sebbene l’uomo sia uno dei principali rivali degli afidi sul campo, in natura gli afidi si trovano a dover affrontare numerose rivali tra cui anche attivissimi predatori quali le larve di coccinelle e di sirfidi (tra cui ad esempio Episyrphus balteatus). Gli afidi producono una secrezione (chiamata melata) che contiene zuccheri, aminoacidi e lipidi, che rappresenta un prodotto di scarto degli afidi (legato ad esempio ad una dieta molto ricca di zuccheri a seguito dell’alimentazione a base di linfa delle piante), oltre che una preziosa moneta di scambio con le formiche che proteggono gli afidi da eventuali predatori per poter recuperare la melata da usare come alimento. La melata è però usata come alimento anche da altri insetti tra cui gli adulti di ditteri Sirfidi, le cui larve sono carnivore e possono nutrirsi anche di afidi. Ma come fanno ad esempio i Sirfidi a trovare gli afidi? Una recente pubblicazione di Francois Verheggen (Università di Liegi) sulla rivista Nature Communications ha mostrato che la melata contiene alcune sostanze volatili che sono usate dai Sirfidi come veri e propri segnali di localizzazione degli afidi.
I Sirfidi sono noti in inglese come “hoverflies” ad indicare il volo stazionario tipico di questi insetti e che li fa assimlare al volo degli elicotteri. Esattamente con un radar può servire ad un pilota per portare l’elicottero al di sopra di un bersaglio, la presenza di alcuni “odori” tipici della melata di afidi guida i Sirfidi sulle foglie in cui gli afidi sono presenti. Uno degli aspetti maggiormente interessanti è che queste molecole volatili non sono prodotte dagli afidi, ma da due batteri (Staphylococcus sciuri e Acinetobacter calcoaceticus) che vivono sia nell’intestino degli afidi (come simbionti secondari) che sulla melata lasciata dagli afidi sulle foglie. S. sciuri è stato trovato non solo come simbionte degli afidi ma anche su diverse piante non infestate da afidi ad indicare che gli afidi introducono questi batteri con la dieta per poi averli come simbionti per il resto della vita. Questo significa quindi che i Sirfidi, così come altri predatori, possono localizzare gli afidi letteralmente sentendone l’odore. In campo non tutte le specie di afidi hanno però questi simbionti e quindi non tutte le specie di afidi sono ugualmente predate. Possiamo rendere gli afidi maggiormente predati? Verheggen ha prodotto una formulazione liquida che contiene S. sciuri vivi (e che producono le molecole volatili riconosciute dai predatori) e che può essere letteralmente spruzzata sulle piante per richiamare predatori. E’ quindi interessante notare come questa interazione a tre afidi-simbionti-predatori può essere alla base di nuove strategie di controllo degli afidi sul campo (lotta integrata) in alternativa all’uso di sostanze chimiche (agrofarmaci) verso cui gli afidi stanno divenendo sempre più resistenti.
Mauro Mandrioli
Riferimento: Leroy PD et al. (2011) “Microorganisms from aphid honeydew attract and enhance the efficacy of natural enemies”. Nature Communications 2: 1-7. doi:10.1038/ncomms1347
Immagine: sirfide Episyrphus balteatus (fonte immagine Factoidz)
Biologo e genetista all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove studia le basi molecolari dell’evoluzione biologica con particolare riferimento alla citogenetica e alla simbiosi. Insegna genetica generale, molecolare e microbica nei corsi di laurea in biologia e biotecnologie. Ha pubblicato più di centosessanta articoli su riviste nazionali internazionali e tenuto numerose conferenze nelle scuole. Nel 2020 ha pubblicato per Zanichelli il libro Nove miliardi a tavola- Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0. Coordina il progetto More Books dedicato alla pubblicazione di articoli e libri relativi alla teoria dell’evoluzione tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia.