Come sappiamo le cose che sappiamo? Recensione di “Guida definitiva a (quasi) tutto”
La matematica Hannah Fry e il genetista Adam Rutherford ci propongono un godibile testo dal titolo ambizioso: “Guida definitiva a (quasi) tutto. Versione breve”
I miti che abbiamo inventato per spiegare la natura inesplicabile della natura sono un’infinità. Abbiamo così creato la scienza e la matematica nel tentativo di affrancarci dai limiti della prospettiva umana e di mettere a tacere la parte scimmiesca del nostro cervello, di dotarci della scatola degli attrezzi per antonomasia, piena zeppa di strumenti e idee incredibili, di dispositivi e aggeggi in grado di aumentare le nostre capacità, consentendoci di osservare la realtà con una ricchezza di dettagli sempre più grande e sviluppando concetti fondamentali come quelli di tempo, spazio, spaziotempo, infinito. La stessa scienza ha comunque commesso molti errori e ne commette sempre di nuovi. Facciamo allora il punto su come sappiamo le cose che sappiamo, sulla differenza tra ciò che sembra intuitivamente vero e la verità scoperta dagli scienziati, sulle sviste e i passi falsi che hanno accompagnato la crescita continua della conoscenza: la scienza è anche non sapere e trovare un modo per scoprire. La matematica Hannah Fry (Harlow, Essex, 1984) e il genetista Adam Rutherford (Ipswich, Suffolk, 1974) sono due notevoli scrittori e divulgatori scientifici inglesi; a quattro mani ci propongono un godibile testo dal titolo ambizioso, una guida (quasi) omnicomprensiva. I capitoli sono nove: Infinite possibilità (sul circolare della conoscenza, dalla biblioteca di Babele di Borges); La vita, l’Universo e tutto quanto (la serie di errori e tentativi dell’evoluzione); Il cerchio perfetto (visto che la Terra è invece uno sferoide oblato); Rock of Ages (dopo Big Bang e sistema solare); Breve storia del tempo (comprensiva della relatività, non solo relativa); Vivere liberi (ci sembra di possedere il libero arbitrio, ma come esserne sicuri?); L’orchidea magica (prima o poi la fine del mondo arriverà, ma non solo le sette cercano di imbrogliarci, anche il nostro cervello tende a fare scherzi); Il mio cane mi vuole bene? (forse); L’Universo dal buco di una serratura (la scienza è e sempre sarà l’unico modo per scrivere la guida definitiva a tutto).
Lo stile è fresco, colloquiale, figlio anche della comune frequentazione televisiva (perlopiù la BBC). Ogni capitolo parte da domande, più o meno semplici e apparentemente banali e continua con risposte che rivelano quanto sia inaffidabile il nostro istinto e spesso meritano ulteriori interrogativi nei vari paragrafi, intervallati ogni tanto da alcune illustrazioni e frequenti box su singoli argomenti. Le note curiose e i (contenuti) riferimenti bibliografici sono in fondo.
Valerio Calzolaio è giornalista e saggista. Già deputato per quattro legislature, dal 1996 al 2001 è stato sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, rappresentando il governo italiano ai principali appuntamenti ambientali internazionali (da Kyoto a l’Aja, da Nairobi a New York). Ha svolto per anni attività di consulente Onu per il segretariato della Convenzione per la lotta alla siccità e alla desertificazione. È stato professore a contratto di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata. Ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (Einaudi, 2016), i suoi libri più recenti sono La specie meticcia (People, 2019), Migrazioni (Doppiavoce, 2019) e Isole carcere (Edizioni Gruppo Abele), 2022.