Come ti scodinzola il dinosauro…
La coda dei dinosauri teropodi oscillava lateralmente mentre camminavano o correvano, rendendo la loro locomozione più efficiente
Per molto tempo la coda dei dinosauri è stata ipotizzata e descritta come un’appendice rigida e pressoché immobile, utilizzata solo per bilanciare il peso dell’animale (o come elemento di difesa in alcune specie). Una nuova ricerca, basata su ricostruzioni tramite software 3d, suggerisce invece che potesse muoversi e ondeggiare, in un ruolo simile a quello delle nostre braccia quando camminiamo o corriamo. I risultati sono stati pubblicati in questo articolo, sulla rivista Science Advances.
Informatica e paleontologia
Per ipotizzare come funzionasse la locomozione di animali estinti non ci sono molte opzioni cui affidarsi. Una è lo studio delle ossa e di eventuali tracce fossili, che però possono offrire solo una visione limitata, oppure si osservano gli animali imparentati e ancora esistenti, che però possono avere un’anatomia anche molto diversa.
Gli autori della ricerca hanno allora deciso di creare una simulazione tridimensionale dell’andatura di animali estinti a partire da un modello muscolo-scheletrico (a sua volta dedotto dai fossili). La simulazione ha permesso di determinare come la coordinazione dei movimenti abbia interagito con morfologia e controllo neuromuscolare.
Come prova, gli scienziati hanno prima simulato il movimento di Eudromia elegans, un piccolo uccello non volatore che vive in Sud America, appartenente all’ordine dei Tinamidae. Basata su di un modello muscolo-scheletrico 3d accurato di questo piccolo uccello, la simulazione ha riprodotto fedelmente il suo movimento durante la camminata e la corsa.
Anche il T. rex, forse, scondizolava
Una volta verificata la validità del metodo lo hanno applicato a Coelophysis bauri, un piccolo dinosauro teropode, cioè appartenente allo stesso gruppo di dinosauri carnivori da un cui ramo si sono evoluti gli uccelli. Era un piccolo predatore, tra i 10 e i 25 chili, risalente al Triassico superiore, più di 200 milioni di anni fa. Di questo dinosauro sono documentate decine di scheletri interi, per cui la sua anatomia è ben conosciuta.
La simulazione del suo movimento ha mostrato come, sia che corresse sia che camminasse, la sua coda si muoveva da un lato all’altro in sincronia con la sua andatura. Ulteriori simulazioni, cambiando dimensioni e massa della coda, o anche rimuovendola del tutto, hanno dimostrato che il suo “scodinzolare” era un modo per controllare il moto angolare. Un po’ come il nostro ondeggiare le braccia insomma.
Dato che la struttura fisica di Coelophysis è rimasta pressoché la stessa anche nei teropodi che si sono succeduti fino a 66 milioni di anni fa, si può immaginare che questo movimento della coda fosse presente anche in dinosauri come il Tyrannosaurus rex.
I risultati della ricerca non mostrano solo l’importanza, finora sottovalutata, della coda nel movimento dei dinosauri, ma anche come ci sia ancora molto da imparare su di loro, e come nuovi metodi e tecnologie siano la chiave per ottenere conoscenze sempre più accurate in paleontologia.
Riferimenti: Peter J. Bishop et al. 2021. Predictive simulations of running gait reveal a critical dynamic role for the tail in bipedal dinosaur locomotion. Science Advances 7 (39); doi: 10.1126/sciadv.abi7348
Immagine: dalla pubblicazione
Dopo la laurea magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia, conseguita presso l’Università di Ferrara, si iscrive al master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, grazie al quale inizia a collaborare con Pikaia. Con l’intenzione di continuare la divulgazione della scienza, in particolare della paleontologia, ha partecipato alla fondazione dell’associazione La Lampada delle Scienze.