Comportamenti simbolici in Homo erectus?
Il ritrovamento di alcune conchiglie intagliate, risalenti a oltre 500.000 anni fa, apre le porte alla possibilità che Homo erectus avesse comportamenti simbolici
Un team internazionale di ricercatori francesi, olandesi e australiani ha appena pubblicato sulla rivista Nature i risultati di un sorprendente progetto di ricerca presso il sito di Trinil, a Giava, dove resti di Homo erectus sono stati identificati per la prima volta nel XIX secolo. L’analisi delle conchiglie di acqua dolce scoperte in associazione con i resti umani rivela che sono state aperte con una tecnica ingegnosa prima che fossero consumate da Homo erectus. Una conchiglia è stata modificata e utilizzata come strumento. Un’altra presenta un segno a zigzag inciso con cura, e ciò rende questo motivo la più antica rappresentazione astratta conosciuta. Inoltre, la datazione condotta con 2 metodi indipendenti sui sedimenti contenuti nelle conchiglie riporta un’età di circa 540 mila anni fa, 400 mila anni più recente rispetto a quanto era accettato finora per questa deposizione. Anche se rimane enigmatica, l’incisione di Trinil dimostra che dei comportamenti non direttamente utili e forse di tipo simbolico facevano parte del bagaglio culturale di Homo erectus in Asia.
La cultura materiale associata a Homo erectus in Asia e la datazione di molti siti dove ha lasciato delle tracce del suo passaggio rimangono ancora poco chiari. Le scoperte che sono state fatte sono dovute a una nuova analisi del materiale malacologico e osteologico scoperto alla fine dl XIX secolo a Trinil (Giava) dal famoso paleontologo olandese Eugène Dubois, ed aprono una finestra sulle strategie di sussistenza e forse anche sul mondo spirituale di queste popolazioni. Guidato da un team internazionale, tra cui ricercatori del laboratorio PACEA (CNRS/Université de Bordeaux/Ministère de la Culture et de la Communication), il progetto interdisciplinare che fornisce questi nuovi risoltati giunge a conclusioni inaspettate. I ricercatori hanno scoperto che l’Homo erectus di Giava si spostava lungo i corsi dei fiumi per raccogliere grandi bivalvi di acqua dolce appartenenti alla specie Pseudodon e che avevano inventato una tecnica ingegnosa per aprirle e consumarle con poca fatica. Praticando con un utensile appuntito – forse un dente di squalo – una perforazione presso il sito di inserzione del muscolo adduttore anteriore, che serve a mantenere il guscio chiuso, ottenevano l’apertura immediata di quest’ultimo e pertanto potevano accedere alla carne senza bisogno di rompere il guscio.
I ricercatori hanno anche identificato un guscio che porta lungo il suo bordo delle tracce di un ritocchi e di smussamenti le quali indicano sia servito come strumento. È con sorpresa che hanno scoperto che il guscio è inciso con un segno a zig-zag. L’analisi microscopica e rugosimetriva dell’incisione e della superficie della conchiglia sulla quale è stata incisa, combinata con lo studio dei tratti incisi sperimentalmente su delle conchiglie simili, mostrano che i tratti sono autentici e che sono stati praticati con uno strumento appuntito quando la conchiglia, ancora bagnata, era coperta da un sottile strato di materiale organico, chiamato periostraco. Questo processo ha permesso di far riemergere l’incisione le cui linee appaiono bianche su fondo marrone scuro. L’analisi dei punti di congiunzione tra le linee del zig-zag è chiara: il motivo astratto è stato realizzato con attenzione da un individuo che ha pianificato anticipatamente la realizzazione di una tale rappresentazione.
Questa scoperta si accompagna a una nuova datazione del sito. I ricercatori attraverso la datazione con termoluminescenza e con l’Argon/Argon dei sedimenti contenuti nelle conchiglie sono stati in grado di proporre un’età media compresa tra 380.000 e 640.000 anni fa, tra 540.000 e 400.000 anni più recenti di quanto fosse ammesso precedentemente. La nuova datazione fa della conchiglia ritoccata il più antico strumento conosciuto in questa materia e potrebbe spiegare il basso numero di strumenti in pietra che sono stati ritrovati in associazione a Homo erectus in questa regione. I più antichi motivi astratti conosciuti prima della pubblicazione di questo studio, dei pezzi di ocra incisi, erano conosciuti in Africa e risalivano a 120.000 anni fa. L’incisione sulla conchiglia di Trinil permette di retrodatare l’apparizione di “un’arte” astratta di almeno 350.000 anni.
Olmo Viola
Riferimenti:
La cultura materiale associata a Homo erectus in Asia e la datazione di molti siti dove ha lasciato delle tracce del suo passaggio rimangono ancora poco chiari. Le scoperte che sono state fatte sono dovute a una nuova analisi del materiale malacologico e osteologico scoperto alla fine dl XIX secolo a Trinil (Giava) dal famoso paleontologo olandese Eugène Dubois, ed aprono una finestra sulle strategie di sussistenza e forse anche sul mondo spirituale di queste popolazioni. Guidato da un team internazionale, tra cui ricercatori del laboratorio PACEA (CNRS/Université de Bordeaux/Ministère de la Culture et de la Communication), il progetto interdisciplinare che fornisce questi nuovi risoltati giunge a conclusioni inaspettate. I ricercatori hanno scoperto che l’Homo erectus di Giava si spostava lungo i corsi dei fiumi per raccogliere grandi bivalvi di acqua dolce appartenenti alla specie Pseudodon e che avevano inventato una tecnica ingegnosa per aprirle e consumarle con poca fatica. Praticando con un utensile appuntito – forse un dente di squalo – una perforazione presso il sito di inserzione del muscolo adduttore anteriore, che serve a mantenere il guscio chiuso, ottenevano l’apertura immediata di quest’ultimo e pertanto potevano accedere alla carne senza bisogno di rompere il guscio.
I ricercatori hanno anche identificato un guscio che porta lungo il suo bordo delle tracce di un ritocchi e di smussamenti le quali indicano sia servito come strumento. È con sorpresa che hanno scoperto che il guscio è inciso con un segno a zig-zag. L’analisi microscopica e rugosimetriva dell’incisione e della superficie della conchiglia sulla quale è stata incisa, combinata con lo studio dei tratti incisi sperimentalmente su delle conchiglie simili, mostrano che i tratti sono autentici e che sono stati praticati con uno strumento appuntito quando la conchiglia, ancora bagnata, era coperta da un sottile strato di materiale organico, chiamato periostraco. Questo processo ha permesso di far riemergere l’incisione le cui linee appaiono bianche su fondo marrone scuro. L’analisi dei punti di congiunzione tra le linee del zig-zag è chiara: il motivo astratto è stato realizzato con attenzione da un individuo che ha pianificato anticipatamente la realizzazione di una tale rappresentazione.
Questa scoperta si accompagna a una nuova datazione del sito. I ricercatori attraverso la datazione con termoluminescenza e con l’Argon/Argon dei sedimenti contenuti nelle conchiglie sono stati in grado di proporre un’età media compresa tra 380.000 e 640.000 anni fa, tra 540.000 e 400.000 anni più recenti di quanto fosse ammesso precedentemente. La nuova datazione fa della conchiglia ritoccata il più antico strumento conosciuto in questa materia e potrebbe spiegare il basso numero di strumenti in pietra che sono stati ritrovati in associazione a Homo erectus in questa regione. I più antichi motivi astratti conosciuti prima della pubblicazione di questo studio, dei pezzi di ocra incisi, erano conosciuti in Africa e risalivano a 120.000 anni fa. L’incisione sulla conchiglia di Trinil permette di retrodatare l’apparizione di “un’arte” astratta di almeno 350.000 anni.
Olmo Viola
Riferimenti:
Joordens J.C.A., d’Errico F., Wesselingh F.P., Munro S. John de Vos, J., Wallinga, J. Christina Ankjærgaard, C., Tony Reimann, T., Jan R. Wijbrans, J.R., Klaudia F. Kuiper K.F., Herman J. Mücher H.J., Coqueugniot, H., Vincent Prié, H.V., Ineke Joosten, I., van Os, B., Schulp, A., Panuel, M., van der Haas V.,Lustenhouwer W., John J.G. Reijmer J.J.G., Wil Roebroeks, W. 2014. Homo erectus at Trinil used shells for tool production and engraving, Nature.
Immagine da Wikimedia Commons
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