Congresso annuale della Canadian Society of Zoology

Il congresso annuale della Canadian Society of Zoology, organizzato da Tamara Franz-Odendaal di MSVU e diverse persone di Dalhousie, tra le quali Brian Hall, ha avuto circa 300 iscritti e si e’ svolto a Mount Saint Vincent University ad Halifax. I congressi della CSZ coprono tutte le aree della zoologia, ma sono particolarmente forti in parassitologia, e nell’evodevo, attirando molti […]

Il congresso annuale della Canadian Society of Zoology, organizzato da Tamara Franz-Odendaal di MSVU e diverse persone di Dalhousie, tra le quali Brian Hall, ha avuto circa 300 iscritti e si e’ svolto a Mount Saint Vincent University ad Halifax. I congressi della CSZ coprono tutte le aree della zoologia, ma sono particolarmente forti in parassitologia, e nell’evodevo, attirando molti partecipanti anche dagli Stati Uniti.

Il primo giorno ha visto due dei principali simposi. Il primo simposio, dal titolo Innovation in Development & Evolution, e’ stato aperto da una presentazione di James Hanken, direttore del museo di zoologia di Harvard, che ha parlato dello sviluppo del cranio degli anfibi. Uno dei risultati piu’ impressionati che Hanken ha presentato, secondo me, era quello pertinente all’origine delle mandibole. Studi recenti hanno infatti mostrato come la cartilagine che da origine ad alcune delle ossa negli adunti non discende dalla cartilagine presente nei girini. Questa viene riassorbita e poi rigenerata. La cosa e’ notevole perche’ mette in dubbio l’utilita di caratteri larvali per analisi filogenetiche in quanto le relazioni di omologia fra strutture larvali potrebbero non corrispondere alle omologie fra strutture adulte, rivalutando alcune idee che gia’ erano state avanzate da de Beere oltre 70 anni fa e che alcuni morfologi avevano poi considerato errate. Dopo Hanken, Chris Lowe della University of Chicago ha parlato dei recenti sviluppi nello studio dell’origine dei deuterostomi, e Andy Moczek, dell’University of Indiana, ha invece illustrato lo sviluppo delle corna nei coleotteri.

Il secondo simposio, che aveva come titolo Life in the Oceans: Past, Present and Future, e’ stato organizzato da Brian Hall, ed e’ stato aperto da un’intervento di Mark Martindale, del Kewalo Marine Lab della University of Hawaii. Martindale ha presentato i risultati del progetto sul protostome tree of life, che si e’ conscluso di recente. Una recente pubblicazione, che ha avuto anche la copertina di Nature (Pikaia ne ha parlato qui), ha fornito una nuova ipotesi sulle relazioni filogenetiche fra i principali gruppi di metazoi. Martindale ha presentato risultati piu’ aggiornati di quelli pubblicati, che includono alcuni gruppi e geni non presenti nell’articolo di Nature. I nuovi studi di filogenomica basati su sequenze di EST stanno corroborando alcune delle ipotesi filogenetiche che durante gli ultimi 10 anni sono state molto discusse (ad esempio gli ecdisozoi), mentre stanno scoprendo nuove relazioni filogenetiche mai suggerite prima (come gli ctenofori che rappresenterebbero il sister group di tutti gli altri metazoi, oppure i briozoi, che appaiono monofiletici nelle analisi solo quando sono presenti anche i Cycliophora, un gruppo fino ad adesso molto misterioso composto da un’unica specie scoperta nel 1995 e che vive sulle parti boccali di alcune aragoste. Martindale ha insistito molto sull’importanza di basare ipotesi sull’evoluzione dello sviluppo su solide ipotesi filogenetiche, una cosa che ancora oggi molti biologi dello sviluppo sembrano avere problemi a comprendere (vedi ad esempio il recente articolo di review di de Robertis su Cell 132 (2008): 185).

Dopo Martindale, Ron O’Dor di Dalhousie University ha presentato i risultati preliminari del Census of Marine Life, il progetto internazionale iniziato nel 2000 che aveva come scopo un primo censimento della vita marina. Il CoML ha agia’ raggiunto dei risultati notevoli, portanto ad un notevole aumento della conoscienza della fauna di varie zone fino ad adesso poco esplorate, come gli oceani artici ed antartici, e varie zone abissali. O’Dor e’ stato molto pessimista nelle sue consclusioni, a causa del generale stato di degrado degli ecosistemi costieri a causa dell’azione antropogenica. Anche se l’azione umana
dovesse essere drammaticamente ridotta nel prossimo futuro, esistono poche prove del fatto che la maggior parte degli ecosistemi costrieri potrebbero tornare a funzionare a livelli pre-disturbo. Alcuni segni incoraggianti esistono (ad esempio gli stock di alcune specie di pesci atlantici sono riusciti a risalire rapidamente dopo la chiusura di vaste aree alla pesca commerciale), ma al momento questi sembrano essere piu’ delle eccezioni che la norma.

Dello stesso tenore abbastanza negativo e’ stata la presentazione del terzo speaker, Boris Worm, Uno degli ultimi studenti di Ram Myers e adesso leader del gruppo di ricerca sulle fisheries a Dalhousie University. Worm, che ha pubblicato negli ultimi anni diversi articoli di alto profilo su Science e Nature sul collasso degli stock dei grandi predatori pelagici, ha ripetuto alcuni dei temi che gia’ erano stati discussi al congresso CSEE. Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, puo’ trovare tutte le pubblicazioni del uscite negli ultimi anni al sito http://www.fmap.ca/, parte del Census of Marine life.

Il resto del congresso della CSZ ha visto poi oltre 150 altre comunicazioni orali, circa 100 poster, e vari altri simposi, tra i quali segnalo quello organizzato da Ryan Kerny e sponsorizzato dalla sezione di morfologia della CSZ su Skeletal Differentiation Across the Vertebrates. Il keynote speaker a questo evento e’ stato Arkhat Abzhanov, autore dei recenti studi sui meccanismi molecolari dello sviluppo del becco nei fringuelli di Darwin, discussi anche in uno dei passati Journal Club. Abzhanov ha presentato alcuni risultati preliminari di studi compiuti nel suo laboratorio che stanno tentando di riprodurre in specie facilmente manipolabili in laboratorio, come Gallus, forme dei becchi paragonabili a quelle che si osservano nei fringuelli delle Galapagos attraverso cambiamento dell’espressione di alcuni geni come bmp4. Dopo Abzhanov hanno avuto modo di presentare la loro ricerca diversi dottorandi e postdoc invitati da varie universita’ canadesi e americane. Nathan Bird (George Washington University) ha parlato dello sviluppo dell’apparato di weber nei pesci ostariofisi, mentre le altre presentazioni hanno spaziato dagli anfibi (ad esempio Ryan kerney), agli uccelli (Rebecca Shearman) e varie lucertole (Matt Vikaryous). Vikaryous, adesso un nuovo professore all’Universita’ di Guelph (e – tra l’altro – alla ricerca di futuri studenti) in particolare ha presentato risultati molto interessanti sulla rigenerazione della coda nei gekonidi, mostrando la complessita’ delle strutture scheletriche della coda, e quali meccanismi molecolari controllano la rigenerazione, che avviene in maniera molto diversa dallo sviluppo della coda originale, anche se morfologicamente le due strutture sono molto simili.

Francesco Santini