Cosa intendiamo con “immaginario”? Rielaborazione della testata originaria I&E di Pikaia

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Prima di tutto vorrei sottolineare che il cervello e i sensi dell’uomo sono talmente raffinati e sensibili da ricevere dal mondo una massa enorme di ‘dati’ (anche se questo termine non è molto appropriato, perché i ‘dati’ in realtà sono sempre il risultato di una complessa rielaborazione e quasi-costruzione). L’enormità di questa massa rischia di schiacciarci, e siamo quindi costretti, […]

Prima di tutto vorrei sottolineare che il cervello e i sensi dell’uomo sono talmente raffinati e sensibili da ricevere dal mondo una massa enorme di ‘dati’ (anche se questo termine non è molto appropriato, perché i ‘dati’ in realtà sono sempre il risultato di una complessa rielaborazione e quasi-costruzione). L’enormità di questa massa rischia di schiacciarci, e siamo quindi costretti, per ragioni di benessere o addirittura di sopravvivenza, a ‘ricostruire’ il mondo ricorrendo a tutti gli strumenti (biologici – corporei e mentali – e tecnologici) che abbiamo. Così l’arte, il mito, la letteratura, la poesia, la scienza e la tecnica sono le grandi categorie strumentali, in senso lato, con le quali ricostruiamo il mondo. Queste ricostruzioni ci forniscono mondi alternativi nei quali abitiamo meglio che nel mondo ‘dato’: così abitiamo meglio nell’immaginario artistico e letterario, nell’immaginario scientifico e nell’immaginario (che spesso è anche molto materiale) tecnico. I mondi ricostruiti, ovviamente, retroagiscono su di noi, ci modificano e ci condizionano, e in particolare condizionano il modo in cui in seguito conduciamo la nostra opera di ricostruzione, che non finisce mai, che non si esaurisce con le ricostruzioni del prim’ordine, ma prosegue, coinvolgendo i mondi ricostruiti e ricostruendo anche questi, come in una sorta di lunga serie di commentari (letterari, artistici, scientifici, tecnici…). […]