Cosa mangiavano i giovani tirannosauri

Un esemplare eccezionalmente conservato di Gorgosaurus libratus e i contenuti fossili del suo stomaco permettono di provare come la dieta dei tirannosauridi cambiasse con l’età
La crescita dei giovani tirannosauri
I tirannosauridi sono stati tra i più grandi carnivori mai comparsi sulla terra, ma non nascevano già tali. Nel corso della loro vita partivano da cuccioli delle dimensioni di un cane di media taglia (Pikaia ne ha parlato qui) fino ad arrivare alle dimensioni colossali cui siamo più abituati a immaginarli, tra i 9 e i 12 metri di lunghezza per un peso che poteva arrivare a 6 tonnellate e più. Un cambiamento di numerosi ordini di grandezza che, secondo una teoria, si rifletteva anche sulla loro dieta; gli esemplari più giovani avrebbero cacciato prede di piccole dimensioni, per poi passare ad animali più grandi con l’avanzare dell’età e della taglia, fino ad arrivare ai mega-erbivori pesanti più di mille chili (di questa teoria Pikaia ne ha parlato qua).Il giovane Gorgosauro e i suoi ultimi pasti

Il fossile esaminato nello studio. Il rettangolo evidenzia il contenuto dello stomaco. Immagine: dalla pubblicazione
Ciò che rende straordinario l’esemplare è che dentro la sua cavità toracica sono conservati i resti fossili dei suoi ultimi pasti: le gambe di 2 giovani Citipes elegans, dei dinosauri caegnathidi imparentati col più famoso Oviraptor. La loro analisi ha rivelato che i due esemplari erano ancora all’interno del loro primo anno di età. L’estrema flessione delle ossa suggerisce che fossero ancora contenute all’interno dello stomaco muscoloso di Gorgosaurus, mentre il lieve danneggiamento da acido e il fatto che fossero ancora articolate rivelano che la predazione non era avvenuta da molto. Le tracce lasciate dai succhi gastrici, più pronunciate su una delle due coppie di arti, rivelano che si tratta di due eventi di predazione diversi a breve distanza (forse anche solo ore) l’uno dall’altro. La tecnica di smembrare la preda per ingerire solo gli arti posteriori, più ricchi in tessuto muscolare e nutrienti, è consistente con quanto si può vedere anche al giorno d’oggi con numerosi carnivori. La presenza nello stomaco di due individui appartenenti a stessa specie e range di età, ma provenienti da due eventi di predazione diversi, rivela invece che si tratta probabilmente di un’abitudine alimentare dei giovani Gorgosauri più che di un evento isolato.

Le dimensioni dell’esemplare di Gorgosaurus confrontate con quelle delle sue prede e di un essere umano. Immagine: dalla pubblicazione
La transizione in dieta e nicchia ecologica
È risaputo che Gorgosauri adulti di grosse dimensioni si nutrivano di grandi mega-erbivori (cioè quei dinosauri erbivori che superavano la tonnellata di peso), ma questo risultava impossibile per gli esemplari più giovani e gracili. Questi ultimi avrebbero cacciato prede di dimensioni minori, come i giovani Citipes per l’appunto, di scarso interesse per carnivori pesanti migliaia di chili e con bisogni energetici proporzionati. In questo modo i tirannosauridi avrebbero cambiato la loro nicchia ecologica nel corso della loro vita, passando da meso-predatori durante gli anni della crescita a predatori apicali una volta raggiunto lo stadio adulto o sub-adulto. Questo è consistente con i ritrovamenti fossili; i meso-predatori sono rari o assenti negli ecosistemi di Asia e America del tardo Cretaceo. Con i giovani tirannosauridi a riempire quelle nicchie ecologiche non c’era bisogno di altre specie di carnivori. Una simile transizione di dieta si sarebbe rivelata strumentale nell’evitare competizioni intraspecifiche tra i giovani e gli adulti della stessa specie, permettendo quindi una convivenza priva di conflitti nello stesso ambiente. Riferimenti: François Therrien et al. 2023. Exceptionally preserved stomach contents of a young tyrannosaurid reveal an ontogenetic dietary shift in an iconic extinct predator. Science Advances 9 (49); doi: 10.1126/sciadv.adi0505 Immagine: Julius Csotonyi / Royal Tyrrell Museum of Palaeontology / University of Calgary.
Dopo la laurea magistrale in Quaternario, Preistoria e Archeologia, conseguita presso l’Università di Ferrara, si iscrive al master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza, grazie al quale inizia a collaborare con Pikaia. Con l’intenzione di continuare la divulgazione della scienza, in particolare della paleontologia, ha partecipato alla fondazione dell’associazione La Lampada delle Scienze.