Cosa vive in mare?
Negli ultimi 10 anni il progetto Census of Marine Life, condotto da oltre 360 studiosi e ricercatori di tutto il mondo, si è posto l’obiettivo di colmare una delle principali lacune conoscitive riguardo la biodiversità del nostro pianeta: cosa vive nei mari e negli oceani di tutto il mondo?Il monitoraggio ha rigurdato 25 ecosistemi marini considerati chiave per la comprensione […]
Negli ultimi 10 anni il progetto Census of Marine Life, condotto da oltre 360 studiosi e ricercatori di tutto il mondo, si è posto l’obiettivo di colmare una delle principali lacune conoscitive riguardo la biodiversità del nostro pianeta: cosa vive nei mari e negli oceani di tutto il mondo?
Il monitoraggio ha rigurdato 25 ecosistemi marini considerati chiave per la comprensione della biovidiversità marina, dai mari antartici, passando dalle coste caraibiche e australiane, il Mar Mediterraneo fino al Mar Baltico. I risultati di questo straordinario sforzo di ricerca sono stati pubblicati in due articoli liberamente accessibili sulla rivista PLoS One.
Come previsto sono state scoperte numerose specie finora sconosciute alla scienza (alcune migliaia) e sono stati forniti dati riguardanti le comunità marine e l’abbondanza di specie di ciascun ecosistema studiato. In particolare, il numero di specie presenti varia molto da luogo a luogo, spaziando da 2.600 a 33.000 forme di vita differenti. Tra i gruppi di organismi, sono i crostacei a fare la parte del leone, occupando il 19% della biodiversità totale, seguiti a ruota da molluschi (17%) e pesci (12%). Quanto ai verebrati marini, tra cui cetacei, pinnipedi, uccelli e tartarughe, non superano il 2%, sebbene siano considerati specie bandiera per la conservazione di questi ambienti. Come ovvio che sia, l’abbondanza dei diversi gruppi di animali varia da regione a regione: ad esempio, i pesci costituiscono il 28% della fauna dei mari triìopicali, mentre non sueprano il 3% nel Mar Baltico e nelle acque dell’Antartide.
Altre indicazioni interessanti giungono dalle specie cosmopolite e da quelle endemiche: tra le prime si trovano alcune alghe e protozoi, ma anche grossi vertebrati marini, come l’orca (Orcinus orca), comune a tutte le latitudini. Tra i pesci, invece, il più cosmopolita è il pesce vipera (Chauliodus sloani, nella foto) che vive in circa un quarto delle acque profonde del mondo. I mari con più alta percentuale di endemismi, invece, sono quelli più isolati come quello della Nuova Zelanda, dell’Antartide e del Sud Africa. Al contrario, nel Mar Baltico si trova una sola specie endemica, l’alga Fucus radicans.
Lo studio si conclude con le minacce che si trovano ad affrontare le specie marine: l’eccessiva pressione della pesca, la perdita degli habitat, l’introduzione di specie alloctone e l’inquinamento sono tra i pericoli maggiori per la straordinaria biodiversità marina. Il pensiero corre, inevitabile, alla tragedia della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della BP che sta distruggendo l’intera regione del Golfo del Messico.
Da qui il comunicato stampa del Census of Marine Life.
Andrea Romano
Riferimenti:
Ron O’Dor, Patricia Miloslavich, Kristen Yarincik. Marine Biodiversity and Biogeography – Regional Comparisons of Global Issues, an Introduction. PLoS ONE: Overview, published 02 Aug 2010, 2010; DOI: 10.1371/journal.pone.0011871. Link
Mark John Costello, Marta Coll, Roberto Danovaro, Pat Halpin, Henn Ojaveer, Patricia Miloslavich Patricia Miloslavich. A Census of Marine Biodiversity Knowledge, Resources, and Future Challenges. PLoS ONE, 2010; DOI: 10.1371/journal.pone.0012110. Link
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.