Da quando ci sono le balene c’è Osedax

5354

Nel corso dei milioni di anni, le specie viventi si sono adattate alle più svariate nicchie ecologiche, riuscendo ad utilizzare le risorse alimentari più impensabili. Ne sono un esempio gli anellidi del genere Osedax di cui sono state identificate sei specie dalla loro prima scoperta, solo sei anni or sono: questi invertebrati marini si nutrono esclusivamente dei tessuti ossei dei […]

Nel corso dei milioni di anni, le specie viventi si sono adattate alle più svariate nicchie ecologiche, riuscendo ad utilizzare le risorse alimentari più impensabili. Ne sono un esempio gli anellidi del genere Osedax di cui sono state identificate sei specie dalla loro prima scoperta, solo sei anni or sono: questi invertebrati marini si nutrono esclusivamente dei tessuti ossei dei cetacei che finiscono sul fondo degli oceani dopo la morte. Il loro nome, infatti, dal greco significa proprio “mangiatori di ossa”.

Non si conosce molto riguardo a queste particolari creature se non la loro dieta e il loro accentuatissimo dimorfismo sessuale per cui i maschi sono microscopici e vivono nelle tube femminili, limitando dunque la loro breve esistenza alla produzione di spermatozoi e alla conseguente fecondazione delle femmine. Da un recente studio pubblicato sulla rivista PNAS oggi sappiamo qualcosa in più: sappiamo che questi animali erano già sulla terra 30 milioni di anni fa e, come al giorno d’oggi, anche nel Paleogene si nutrivano di ossa di cetacei sul fondo del mare.

Un gruppo di ricercatori dell’Institute of Geosciences at the Christian-Albrechts-University di Kiel, in Germania, ha infatti rinvenuto dei fori in resti fossili di una specie di balena ormai estinta. Questi fori, grazie ad un’attenta scansione di tomografia computerizzata ai raggi-x, sono risultati essere identici per forma e dimensione a quelli prodotti dalle specie attuali del genere Osedax, ad indicare la presenza di organismi a loro strettamente imparentati con le stesse abitudini alimentari. Considerando che il fossile in questione risale a circa 30 milioni di anni fa, quando le prime balene iniziavano a popolare gli oceani di tutto il mondo, questo significa che i vermi che si nutrono delle loro ossa si sono originati proprio in concomitanza della diffusione dei cetacei.

Da quando esistono le balene, insomma, esistono degli anellidi che si nutrono dei loro scheletri una volta che questi giungono sul fondale: nelle profondità marine la disponibilità di cibo è estremamente limitata e le specie degli abissi hanno dovuto adattarsi ad utilizzare tutto quello di cui avevano a disposizione. Una forte pressione selettiva, la scarsità di cibo, ha plasmato le caratteristiche di questi organismi, fin dall’origine dell’unica risorsa alimentare che possono sfruttare.

Andrea Romano


Riferimenti:
Steffen Kiel, James L. Goedert, Wolf-Achim Kahl, and Greg W. Rouse. Fossil traces of the bone-eating worm Osedax in early Oligocene whale bones. PNAS published ahead of print April 27, 2010, doi:10.1073/pnas.1002014107