Dal Mesozoico, un meso-orecchio da mammiferi
Un piccolo fossile fa luce sull’origine dell’orecchio medio dei mammiferi
Staffa, incudine e martello: grazie a questi tre ossicini che costituiscono l’orecchio medio, insieme alla presenza della membrana del timpano, i mammiferi hanno sviluppato un udito non paragonabile a quello di nessun altro gruppo animale, vertebrati compresi. Di questi tre ossicini, la sola staffa è presente nei rettili, mentre incudine e martello derivano dalla mandibola rettiliana, da cui si sono a poco a poco “staccati” (qui un articolo di Pikaia sull’evoluzione dell’orecchio dei mammiferi). In che modo questi ossicini si sono via via allontanati dall’articolazione mandibolare per dare origine all’orecchio medio dei mammiferi?
Uno straordianario ritrovamento fossile potrebbe fornire importanti informazioni in tal senso: si tratta di un piccolo mammifero risalente a 123 milioni di anni fa, rinvenuto in Cina, con caratteristiche uniche dell’orecchio medio. Maotherium asiaticus, questo il nome della nuova specie descritta sull’ultimo numero di Science, presenta, infatti, un orecchio medio del tutto simile a quello degli odierni mammiferi, fatta eccezione per la presenza della cosiddetta cartilagine di Meckel ossificata, una connessione tra i tre ossicini e la mandibola. Questa struttura era già nota ai biologi evoluzionisti in quanto è stata identificata in alcuni antenati non-mammaliani dei mammiferi e negli embrioni di mammifero durante lo sviluppo. Grazie a procedure di ingegneria genetica, alcuni ricercatori erano stati in grado di “resuscitare” questa struttura embrionale in alcuni topi mutanti, struttura che, grazie alle attuali conoscenze, sembra essere del tutto simile a quella rinvenuta nel fossile di Maotherium.
Con la sua piccola taglia, intorno ai 15 cm di lunghezza e un peso che non superava gli 80 g, questo piccolo mammifero sfruttava le sue buone capacità uditive, conferitegli dalla singolare conformazione dell’orecchio medio, per cacciare nella notte i piccoli invertebrati di cui si nutriva. Staffa, incudine, martello e cartilagine di Meckel: ecco l’orecchio dei nostri antenati mesozoici.
Riferimenti:
Qiang Ji, Zhe-Xi Luo, Xingliao Zhang, Chong-Xi Yuan, Li Xu, Evolutionary Development of the Middle Ear in Mesozoic Therian Mammals, Science 326: 278-281
Uno straordianario ritrovamento fossile potrebbe fornire importanti informazioni in tal senso: si tratta di un piccolo mammifero risalente a 123 milioni di anni fa, rinvenuto in Cina, con caratteristiche uniche dell’orecchio medio. Maotherium asiaticus, questo il nome della nuova specie descritta sull’ultimo numero di Science, presenta, infatti, un orecchio medio del tutto simile a quello degli odierni mammiferi, fatta eccezione per la presenza della cosiddetta cartilagine di Meckel ossificata, una connessione tra i tre ossicini e la mandibola. Questa struttura era già nota ai biologi evoluzionisti in quanto è stata identificata in alcuni antenati non-mammaliani dei mammiferi e negli embrioni di mammifero durante lo sviluppo. Grazie a procedure di ingegneria genetica, alcuni ricercatori erano stati in grado di “resuscitare” questa struttura embrionale in alcuni topi mutanti, struttura che, grazie alle attuali conoscenze, sembra essere del tutto simile a quella rinvenuta nel fossile di Maotherium.
Con la sua piccola taglia, intorno ai 15 cm di lunghezza e un peso che non superava gli 80 g, questo piccolo mammifero sfruttava le sue buone capacità uditive, conferitegli dalla singolare conformazione dell’orecchio medio, per cacciare nella notte i piccoli invertebrati di cui si nutriva. Staffa, incudine, martello e cartilagine di Meckel: ecco l’orecchio dei nostri antenati mesozoici.
Riferimenti:
Qiang Ji, Zhe-Xi Luo, Xingliao Zhang, Chong-Xi Yuan, Li Xu, Evolutionary Development of the Middle Ear in Mesozoic Therian Mammals, Science 326: 278-281
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.