Dal mimetismo alla corazza
Fino a metà degli anni ’60 il Lago Washington, uno dei principali specchi d’acqua degli Stati Uniti nord-orientali, era caratterizzato da un’elevatissima concentrazione di nutrienti organici che favorivano la proliferazione di alghe e batteri, incrementando l’opacità delle acque ed impedendo la visibilità a lunghe distanze ai propri abitanti. In queste condizioni, la selezione naturale favorì le prede che presentavano colorazioni […]
Fino a metà degli anni ’60 il Lago Washington, uno dei principali specchi d’acqua degli Stati Uniti nord-orientali, era caratterizzato da un’elevatissima concentrazione di nutrienti organici che favorivano la proliferazione di alghe e batteri, incrementando l’opacità delle acque ed impedendo la visibilità a lunghe distanze ai propri abitanti. In queste condizioni, la selezione naturale favorì le prede che presentavano colorazioni corporee più scure, quelle che garantivano loro una migliore elusione dei predatori grazie al camuffamento con l’ambiente circostante. Fu così anche per la popolazione di spinarello (Gasterosteus aculeatus) che viveva nelle sue acque e il cui principale predatore era un vorace salmonide, la trota Oncorhynchus clarki.
A metà degli anni ’60, tuttavia, le autorità dello stato di Washington deicsero di operare una bonifica delle acque ipertrofiche del lago omonimo, operazione che fu realizzata nel corso di pochi anni. Le acque furono nuovamente limpide, causando non pochi problemi alla fauna adattata all’ambiente precedente. Non fu così per gli spinarelli. Infatti, nel giro di poche decine di anni, questa specie è stata in grado di adattarsi alle nuove pressioni selettive imposte dalla modificazione delle condizioni esterne. Questo è quanto afferma un gruppo di ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center, sulle pagine della rivista Current Biology.
Nello studio emerge che, in seguito alla pulizia delle acque e alla conseguente maggior vulnerabilità nei confronti dei predatori, gli spinarelli del Lago Washington hanno modificato la propria conformazione corporea, sviluppando una robusta corazza di spine. Questo adattamento, in seguito all’aumentato livello di predazione subito, risulta senza dubbio di grande utilità nell’elusione di Oncorhynchus clarki. Subito dopo la pulizia del lago solo il 6% degli spinarelli era dotato di corazza spinosa, mentre attualmente il 49% presenta una protezione completa sull’intero corpo a cui si aggiunge un 35% di individui ricoperti da spine solo in modo parziale.
Questi importanti cambiamenti fenotipici, avvenuti in meno di cinquant’anni, sono stati favoriti, sostengono i ricercatori, dalla grande variabilità genetica presente in questa specie. Un alto livello di variabilità genetica conferisce infatti ad una popolazione una grande plasticità, consentendole, come in questo caso, di reagire nel migliore dei modi ed in tempi brevi ai cambiamenti ambientali. Nel pool genico degli spinarelli del Lago Washington sono infatti presenti sia geni provenienti da popolazioni marine, più spinose e corazzate, che da altre di acqua dolce, di solito meno protette, fattore che ha senza dubbio favorito questo veloce adattamento.
Andrea Romano
Fonte dell’immagine: www.fishbase.org
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.