Darwinismo ed evoluzionismo in Cina fra Ottocento e Novecento
Un recente studio approfondisce il rapporto complesso fra teorie dell’evoluzione e società cinese, in un periodo storico caratterizzato da profonde trasformazioni sociali e culturali
Definire l’impatto del pensiero di Charles Darwin e dell’evoluzionismo in Europa e negli Stati Uniti è stata preoccupazione di molta della letteratura specialistica dagli albori del Darwinismo. Tale atteggiamento può imputarsi a contingenze storiche – lo stesso Darwin intratteneva una fitta corrispondenza con scienziati americani ed europei – e linguistiche, dal momento che la stesura delle sue opere in inglese permise alle idee del naturalista britannico di avere un’ampia circolazione. Per queste ed altre ragioni, stabilire l’influenza del Darwinismo nel mondo Orientale è impresa recente; impresa che, tuttavia, è necessaria al fine di fornire una completa geografia intellettuale della diffusione del Darwinismo nel mondo.
Xiaoxing Jin -ricercatore presso il Dipartimento di Storia della Scienza all’Università di Harvard– in uno studio pubblicato sulla rivista Isis prende in esame il caso della Cina tra il 1870 e il 1930: tale periodo in Europa coincide rispettivamente con la prima circolazione delle opere Darwiniane e con gli sviluppi in biologia che avrebbero portato all’elaborazione teorica della Sintesi Moderna.
Lungi dall’essere statico, il contesto in cui l’evoluzionismo giunge in Cina è variegato e legato ad istanze di rivoluzione politica e culturale. Dagli anni Sessanta dell’Ottocento si sviluppa il Self-Strengthening Movement, un’istituzione volta all’acquisizione della scienza e cultura Occidentale allo scopo di rafforzare l’identità nazionale, durante l’ultimo periodo imperiale. Per tale ragione, l’evoluzionismo assunse connotati politici e fu influenzato dallo spencerismo, da un’idea di evoluzione teleologica e tesa al miglioramento della società. Fra i primi scritti ad esser tradotti vi fu Evolution and Ethics (1893) di Thomas Huxley, reinterpretato alla luce di un’evoluzione progressiva nonostante il diverso pensiero di Huxley. Yan Fu, il traduttore, si preoccupò infatti di diffondere il Darwinismo alla luce delle sue applicazioni al livello politico e sociale, ponendo poca attenzione alla teoria originale.
Un ruolo importante nella diffusione lo ebbero i missionari cristiani, che tesero ad enfatizzare maggiormente il destino e l’estinzione dell’uomo rispetto alla sua origine; per le sue implicazioni naturalistiche e temendo una deriva ateistica, molti dei concetti chiave dell’originale nucleo darwiniano furono tralasciati in favore di quelle espressioni più consone a un’ideologia social-darwinista. Più in generale, il Confucianesimo incoraggiava una distinzione fra esseri umani e altri organismi in termini sociali anziché strettamente biologici, ed è per questo che l’interesse verso un’evoluzione biologica della nostra specie fu meno accentuato. Inoltre, nonostante molti studiosi avessero viaggiato in Occidente per apprendere gli ultimi sviluppi in biologia, nella seconda metà del XIX secolo al Darwinismo venivano preferite alternative d’ispirazione lamarckiana – una tendenza crescente in seguito allo sviluppo del saltazionismo di William Bateson e Hugo de Vries.
Da notare è che tra il 1902 e il 1920, Ma Junwu presentò al pubblico cinese una traduzione in più parti de L’origine delle specie. Nel corso del ventennio, molti dei passaggi furono riscritti e subirono alterazioni significative. Ma era all’inizio del secolo poco più che ventenne con una formazione militare, mentre negli anni seguenti ebbe modo di ottenere una formazione scientifica professionale in ingegneria chimica. Come per Fu, anche Ma si preoccupò di enfatizzare le derive sociali del Darwinismo rispetto all’originale nucleo teorico. Nonostante ciò, l’impatto della traduzione fu debole; tale risposta fu dovuta al fatto che erano numerose le alternative al Darwinismo. Inoltre, la traduzione di Ma non seguì la terminologia standard adottata dalla comunità scientifica sin dal 1915, e dagli anni Venti l’abilità degli accademici di leggere L’origine in altre lingue rese obsoleta la traduzione cinese, che tuttavia è di grande interesse storico per comprendere le difficoltà di traduzione e il rischio di travisare in maniera significativa il significato originale di un’opera.
Persino fra 1910 e il 1930, quando iniziò a stabilirsi una comunità scientifica professionale e l’insegnamento delle scienze biologiche fu esteso in numerosi atenei con l’inaugurazione di dipartimenti appositi, l’interesse per Darwin e le sue idee rimase tenue. Ciò non impedì agli accademici cinesi di rimanere in contatto con gli sviluppi europei in biologia e di contribuire notevolmente al progresso della scienza. Esperimenti nel campo della biologia sperimentale e la creazione di nuove classificazioni tassonomiche sono esempi estremamente significativi del fermento culturale che ebbe luogo in Cina.
In conclusione, il panorama scientifico cinese è di grande interesse per comprendere il ruolo del Darwinismo in Oriente. Tale prospettiva fornisce ulteriori conferme di come l’intimo rapporto fra scienza e società sovente alteri il significato originale delle teorie scientifiche a scopi politici. Per tale ragione, è necessario che la comunità scientifica assuma posizioni responsabili nei confronti della società civile e si impegni per evitare che le proprie ricerche possano essere manipolate per altri fini – con scopi disastrosi.
Riferimenti:
Jin, Xiaoxing. “The Evolution of Evolutionism in China, 1870–1930.” Isis 111.1 (2020): 46-66.
Immagine: da Flickr
Consegue la laurea triennale in Antropologia evoluzionistica presso l’Università di Liverpool (2020) e magistrale in Filosofia della biologia e delle scienze cognitive presso l’Università di Bristol (2021). Interessato alla storia delle idee, con particolare riferimento a Darwin, si avvicina alla storia della filosofia, su tutte quella medievale e moderna