Ricordando David Kohn, maestro degli archivi darwiniani
Ci ha lasciato lo storico della scienza e botanico David Kohn, dirttore del Darwin Manuscripts Project
È con profonda gratitudine che voglio ricordare David Kohn, scomparso settimana scorsa. David era una figura centrale negli studi su Charles Darwin e direttore del Darwin Manuscripts Project presso l’American Museum of Natural History di New York. Storico della scienza, botanico e curatore archivistico di straordinaria competenza, David ha dedicato la sua vita a rendere accessibile e comprensibile il pensiero di Darwin attraverso le sue carte.
Ho conosciuto David nel 2008, quando ho avuto la fortuna di lavorare con lui per alcune settimane alla Cambridge University Library, nel cuore dell’archivio darwiniano. Era la mia prima volta tra quei materiali, e l’emozione di toccare le pagine originali di Darwin e della sua famiglia rimane ancora oggi indelebile. Con grande pazienza e precisione, David mi insegnò i primi “trucchi del mestiere”: come leggere la calligrafia di Darwin, come orientarsi tra le decine di migliaia di fogli e come riconoscere le diverse fasi del suo pensiero. Conosceva l’archivio darwiniano come pochi altri al mondo, e lavorare accanto a lui fu un vero privilegio.
Dopo un inizio negli studi umanistici e un periodo di formazione in medicina, David conseguì un dottorato di ricerca in botanica con una tesi intitolata Darwin’s Path to Natural Selection. Da allora dedicò la sua carriera allo studio e all’edizione dei manoscritti di Darwin. È stato professore emerito di Storia della Scienza alla Drew University, dove ricopriva la cattedra Oxnam Professor of Science and Society, e successivamente Research Associate e Managing Director presso l’AMNH, dove ha guidato per anni il Darwin Manuscripts Project.
Il Darwin Manuscripts Project resta una delle sue eredità più importanti e offre accesso digitale a oltre 34.000 fogli di manoscritti, provenienti in gran parte dal Darwin Archive della Cambridge University Library, con immagini e trascrizioni affiancate. David insistette sull’importanza delle immagini a colori ad alta risoluzione e delle trascrizioni fedeli, strumenti indispensabili per affrontare la grafia intricata di Darwin. La sua abilità da “detective” accademico gli permetteva di ricostruire passaggi e connessioni tra le carte con una sensibilità rara.
Fu anche associate editor della Darwin Correspondence Project, il progetto che ha raccolto e tutte le lettere di Darwin, e co-curatore del volume Charles Darwin’s Notebooks: 1836–1844, che raccoglie i celebri taccuini della “trasmutazione”. Negli ultimi anni aveva concentrato la sua ricerca sulla botanica come chiave per comprendere l’origine della teoria darwiniana.
Ricordo con affetto la sua partecipazione alla mostra Darwin 1809–2009 in Italia: venne a Roma per un incontro al Palazzo delle Esposizioni, dove parlò con passione di Darwin e della nascita del suo pensiero evoluzionista.
Le ricerche di David Kohn furono determinanti per il progetto di English Heritage volto a restaurare i giardini di Down House come apparivano ai tempi di Darwin, fornendo le basi scientifiche e documentarie necessarie a ricostruire i suoi esperimenti botanici.
A quasi vent’anni da quel nostro primo incontro, ogni volta che torno a fare ricerca nella stessa sala della Cambridge University Library penso a David e al suo insegnamento. Il suo lavoro vive nelle pagine digitali del Darwin Manuscripts Project, che continuo a consultare regolarmente per le mie ricerche. La sua dedizione a rendere accessibili i materiali darwiniani continuerà a guidare chiunque si avvicini, oggi, all’universo intellettuale di Charles Darwin.
Immagine in apertura: 2008, David Kohn al Giardino Botanico di New York. Crediti: NYBG, via Wycoff, M. (2009). Scholar’s Dilemma: “Green Darwin” vs. “Paper Darwin,” An Interview with David Kohn. Evolution: Education and Outreach, 2(1), 101–106. https://doi.org/10.1007/s12052-008-0112-1
Chiara Ceci, naturalista, si occupa di comunicazione della scienza. Autrice di “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca” (Sironi, 2013).

