Passato e futuro nel giardino di Down House, la casa di Darwin

Per l’Evolution day, anniversario della pubblicazione de L’Origine delle specie, Pikaia ha intervistato Antony O’Rourke, capo giardiniere a Down House
Il giardino di Down House, la casa di campagna dove Charles Darwin visse per oltre 40 anni, è un luogo fondamentale per Darwin e la teoria dell’evoluzione. Qui, nelle sue serre e nelle sue aiuole, lo scienziato ha condotto esperimenti e osservazioni da cui sono nati lavori scientifici fondamentali, che a volte hanno rivoluzionato (o addirittura inaugurato) interi campi di ricerca.
Qui hanno le loro “radici” anche molte delle osservazioni e degli esperimenti che Darwin cita nell’Origine delle specie.
In occasione dell’Evolution day, anniversario della pubblicazione de L’Origine delle specie (24 novembre 1859), Pikaia ha intervistato Antony O’Rourke, capo giardiniere a Down House. Ecco cosa c’è dietro il lavoro di chi mantiene la casa di Darwin come era ai tempi del naturalista, e ne porta avanti la missione.
Qual è il tuo ruolo a Down House?
In quanto capo giardiniere a Down House è mia responsabilità sovrintendere la gestione quotidiana dei giardini, compresa organizzare il lavoro del senior gardener [il giardiniere responsabile n.d.a.] e del nostro ampio e attivo gruppo di volontari. Queste attività vanno dallo strappare le erbacce alla potatura degli alberi, dalla preparazione del terreno e della pacciamatura fino alla semina e alla piantumazione.
Nelle serre tanto amate da Darwin abbiamo molte piante carnivore, tropicali e rampicanti. I volontari si occupano anche di questa parte del lavoro: rinvasare e dividere le orchidee, imparare a prendersi cura della piante carnivore e anche del loro habitat naturale, perché è importante conservarle.
Quanti volontari ci sono a Down House?
Abbiamo tra i 40 e 50 volontari che a turno svolgono vari ruoli. Non solo giardinaggio ma anche ausilio nelle riparazioni, visite guidate per i giardini, assistenza ai visitatori per ogni dubbio e domanda, catalogazione e archiviazione, fino a contribuire alla gestione dei nostri account sui social media.
Cosa hanno di cosi speciale i giardini di Down House?
Per me, è il senso della storia e di permanenza che mi danno. C’è qualcosa di rassicurante in questo, vivendo nella società moderna che si muove a tutta velocità. Contribuire a fare conoscere attraverso i giardini la vita che Darwin e la sua famiglia trascorrevano a Down House è un privilegio unico. È affascinante accedere al grandissimo archivio storico che abbiamo a nostra disposizione, tra cui molte foto dell’epoca. Ricostruire I giardini come erano ai tempi di Darwin, stagione dopo stagione è come un puzzle che ci permette di fare un salto indietro nel tempo, e per me si tratta di un lavoro davvero appagante.
Quelli di Down House sono giardini che vogliono dare vita al passato, ma fare anche molto lavoro sul futuro e la conservazione della natura…
Riportare il paesaggio all’aspetto che aveva ai tempi di Darwin è una parte importante del lavoro che facciamo nel gestire i giardini qui a Down House. Per questo tradizionalmente tagliamo l’erba nel prato dietro la casa in tarda estate e lo lasciamo al pascolo durante l’inverno. Questo riduce la fertilità del terreno e favorisce una grande diversità di fiori selvatici, tra cui molte specie di orchidee selvatiche che erano comuni ai tempi di Darwin ma sono oggi quasi del tutto sparite a causa di pratiche agricole che favoriscono la fertilità del suolo ma sfavoriscono la flora selvatica∗. Abbiamo reintrodotto una delle specie di orchidee che erano molto comuni 150anni fa, l’Orchide minore (Anacamptis morio) e creiamo habitat specifici per alcuni invertebrati oramai rari tra cui la farfalla tecla della betulla (Thecla betulae).
∗N.d.a.: nelle pratiche agricole moderne non si segue più questo regime stagionale, perché i fertilizzanti massimizzano la crescita in inverno e si taglia l’erba a primavera. Ne risulta un terreno più ricco di nutrienti, che non è adatto a piante come le orchidee e altre specie selvatiche.
Quale è la tua pianta preferita nel giardino a Down House?
Sono molto orgoglioso del lavoro fatto per la reintroduzione dell’Orchide minore (Anacamptis morio). Questo progetto è stato possibile grazie alla generosa donazione della naturalista Irene Palmer, scomparsa da qualche anno, un grande esperta di orchidee che è stata vice-presidente del Kent Wildlife Trust. Irene era una grande amica di Down House. Credo questo progetto con Orchide minore sia una perfetta eredità per Irene, e speriamo di potere ristabilire una popolazione abbondante e ripristinare il prato dietro la casa a come Darwin lo avrebbe visto ai suoi tempi.
Quale è la parte migliore del lavorare a Down House?
Sicuramente conoscere gente interessante da tutte le parti del mondo. Down House e i suoi meravigliosi giardini sono letteralmente meta di pellegrinaggio per persone da ogni angolo del pianeta. È fantastico sentire le loro storie e connessioni personali con Darwin, cosa significhi per loro essere a Down House e discutere le loro ricerche su Darwin.
Cosa chiederesti a Darwin in merito ai giardini se potesse incontralo?
Avrei così tante cose da chiedergli! Mi piacerebbe sapere dove, esattamente, lui portasse avanti l’esperimento del prato. I dettagli che abbiamo sulla sua posizione sono sorprendentemente vaghi per uno scienziato meticoloso come lui. Non sappiamo il punto preciso dove effettuò questo esperimento.
E poi vorrei sapere cosa ne penda di temi fondamentali come cambiamento climatico e la crisi della biodiversità.
Credo che la conversazione durerebbe molto a lungo!
Fotografie: Chiara Ceci
Chiara Ceci, naturalista, si occupa di comunicazione della scienza. Autrice di “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca” (Sironi, 2013).