Dimmi che cosa mangi e ti dirò cosa diventi
La dieta nella prime fasi di vita influenza le colorazioni corporee una volta raggiunta la maturità sessuale
Le colorazioni sgargianti e gli ornamenti dei caratteri sessuali secondari delle specie sessualmente dimorfiche sono considerati degli indicatori attendibili della qualità dell’individuo portatore, in genere di sesso maschile. Essendo questi tratti molto costosi (e tanto più costosi quanto più espressi), sia dal punto di vista dei costi metabolici associati al loro possesso sia per la potenziale visibilità agli occhi dei predatori, solo gli individui di alta qualità sono in grado di sostenerli.
Ma la questione non è così semplice, in quanto i caratteri sessuali secondari possono indicare anche le condizioni esperite dagli individui nelle prime fasi di vita, fondamentali nel determinare le traiettorie di sviluppo e le chances di sopravvivenza. Oggi, dalle pagine della rivista Proceedings of the Royal Society Series B, emerge che la dieta a cui gli individui sono sottoposti durante lo sviluppo sembrano infatti influenzare le colorazioni in età adulta.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha manipolato la nutrizione nella fase post natale di nidiate di hihi (Notymystis cincta), un passeriforme neozelandese caratterizzato da dimorfismo sessuale cromatico e dall’inconsueta caratteristica di accoppiarsi frontalmente. In particolare, gli studiosi hanno confrontato il colore in età adulta di due gruppi di individui, uno allevato in condizioni di regime alimentare naturale e uno la cui dieta è stata supplementata con carotenoidi. I carotenoidi sono una classe di pigmenti organici, che devono essere acquisiti tramite la dieta in quanto non sono prodotte dall’organismo, responsabili delle colorazioni giallo-rosse dei tessuti biologici.
Oltre ad incrementare la concentrazione di carotenoidi circolanti nel sangue dei pulcini, dai risultati emerge che il trattamento sperimentale influenza fortemente la colorazione dei maschi adulti in fase riproduttiva, quindi successivamente alla prima muta: i maschi trattati infatti hanno un piumaggio di colorazione di un giallo più intenso rispetto a quelli di controllo.
E’ proprio il caso di dirlo: dimmi che cosa mangi e ti dirò cosa diventi.
Andrea Romano
Riferimenti:
Leila K. Walker, Martin Stevens, Filiz Karadas, Rebecca M. Kilner, John G. Ewen. A window on the past: male ornamental plumage reveals the quality of their early-life environment. Proc. R. Soc. B 7 April 2013, 280. 1756
Immagine da Wikimedia Commons
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.