DNA barcoding: Il codice a barre della vita
Lo studio della biodiversità è sicuramente uno dei principali argomenti di interesse delle moderne bioscienze. A partire dall’inizio del 2000 numerosi gruppi di ricerca hanno iniziato a accumulare dati molecolari nel tentativo di realizzare una sorta di “inventario della vita” in cui la biodiversità potesse essere “catalogata” sotto forma di sequenze di DNA specie-specifiche. In particolare, l’idea lanciata da Paul […]
Lo studio della biodiversità è sicuramente uno dei principali argomenti di interesse delle moderne bioscienze. A partire dall’inizio del 2000 numerosi gruppi di ricerca hanno iniziato a accumulare dati molecolari nel tentativo di realizzare una sorta di “inventario della vita” in cui la biodiversità potesse essere “catalogata” sotto forma di sequenze di DNA specie-specifiche. In particolare, l’idea lanciata da Paul Hebert (University of Guelph, Ontario, Canada) fu di utilizzare una porzione del gene mitocondriale coxI (codificante per la citocromo C ossidasi I) come “firma molecolare” per identificare una specie. La sequenza del gene coxI sarebbe quindi assimilabile al codice a barre presente su tutti i prodotti acquistati nei supermercati e permetterebbe di determinare la specie di appartenenza di animali e piante raccolti in natura, anche in assenza di specifiche conoscenze tassonomiche.
Un ulteriore vantaggio del DNA barcoding è rappresentato dalla possibilità di identificare specie criptiche ovvero di distinguere come appartenenti a specie diverse individui che, essendo morfologicamente simili, sono stati erroneamente determinati come appartenenti ad un’unica specie.
Al momento sono attivi numerosi progetti di DNA barcoding, sia di vertebrati che di invertebrati, che hanno messo a disposizione della comunità scientifica enormi quantità di dati.
A distanza di alcuni anni dal loro avvio è quindi interessante valutare se questi progetti hanno ottenuto i risultati che si prefissavano e se è realmente attuabile un inventario della vita basato su un solo gene. Occasione per fare il punto della situazione sarà l’EMBO meeting intitolato “Molecular Biodiversity and DNA Barcode” (http://cwp.embo.org/w07-28/index.html) che si terrà dal 17 al 19 Maggio
Per informazioni o iscriversi al corso, visitare l’indirizzo:
http://cwp.embo.org/w07-28/application.html (dead line per l’iscrizione 30 Aprile 2007).
Ulteriori informazioni sul DNA barcoding possono essere trovate visitando i seguenti siti web:
1. Consortium for the Barcode of Life (CBOL) (http://www.barcoding.si.edu/)
2. Barcode of Life Data Systems (BOLD) (http://www.barcodinglife.org/views/login.php)
Mauro Mandrioli

Biologo e genetista all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove studia le basi molecolari dell’evoluzione biologica con particolare riferimento alla citogenetica e alla simbiosi. Insegna genetica generale, molecolare e microbica nei corsi di laurea in biologia e biotecnologie. Ha pubblicato più di centosessanta articoli su riviste nazionali internazionali e tenuto numerose conferenze nelle scuole. Nel 2020 ha pubblicato per Zanichelli il libro Nove miliardi a tavola- Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0. Coordina il progetto More Books dedicato alla pubblicazione di articoli e libri relativi alla teoria dell’evoluzione tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia.