“Il tranquillo bagliore dell’aurora…” Duecento anni dalla nascita di Antonio Stoppani (1824 – 1891)
Duecento anni fa nasceva Antonio Stoppani, figura cardine dell’Ottocento italiano e autore del celebre Il Bel Paese. Scienziato, sacerdote, poeta e patriota, Stoppani è stato celebrato nel 2024 con eventi in tutta Italia
“mentre aspetto un treno nella stazione di Pescara sto rileggendo […] Il Bel Paese dell’ingegnoso abate Stoppani”
(Ignazio Silone)
Antonio Stoppani nasceva a Lecco nel 1824. Fin dai suoi primi anni manifestò un carattere vivace ma mite, una mente curiosa e attenta. Dopo i primi studi al Seminario di Castello sopra Lecco e al Seminario di S. Pietro Martire a Seveso decise di diventare sacerdote. Fu ordinato dall’arcivescovo Romilli a Rho nel 1848. Nello stesso anno partecipava alle Cinque giornate di Milano e alla battaglia di Custoza, evidenziando i forti sentimenti patriottici che caratterizzeranno la sua vita. Nella seconda guerra d’indipendenza si impegnò nella cura dei feriti in ospedali milanesi e nella terza guerra d’indipendenza militò nel primo corpo d’armata.
Appassionato alla Natura già in adolescenza, negli anni 1855-1858 collaborò alla fondazione della Società geologica in Milano (poi S.I.S.N.) e nel 1857 pubblicò Studi geologici e paleontologici sulla Lombardia, la cui notorietà gli valse nel 1861 il conferimento della cattedra di Geologia all’Università di Pavia.
È degli anni 1871-1873 uno dei suoi lavori importanti, il Corso di geologia, dove manifestava un appassionato desiderio di oltrepassare i limiti della conoscenza oggettiva per cercare la sostanza ultima dell’universo:
“Arriverà un giorno l’umana scienza […] a sciogliere le grandi questioni delle origini? A toccare con mano […] i confini del tempo e dello spazio […]? Più si dilatano i confini della scienza, e più si allontanano i termini dello scibile […]”.
(Corso di geologia, III)
Assiduo frequentatore delle Prealpi lombarde, nel 1873 diventava Presidente della sezione milanese del C.A.I. e nel 1875 partiva per un viaggio in Medio Oriente durante il quale scrisse la sua più nota raccolta di poesie, Asteroidi (1879).
Nel 1871 il Regio Istituto Lombardo di Scienze e Lettere bandiva un concorso letterario per il miglior testo di lettura per il popolo italiano. Poiché la commissione non assegnò il premio, nel 1874 venne bandito un ulteriore concorso al medesimo scopo. Nel 1876 il premio concorsuale fu diviso tra due opere: Il Bel Paese di Stoppani e Attenzione. Riflessi di un popolano di Cesare Cantù.
Nel 1877 Stoppani lasciò Milano per Firenze, dove insegnò geologia e mineralogia all’Istituto di Studi Superiori. Tornato a Milano, nel 1882 vi divenne Direttore del Museo civico di Storia Naturale e nel 1883 Presidente della Società italiana di Scienze naturali. Nel 1887 intraprese un viaggio in Europa del Nord. In questi anni partecipava anche al Comitato per l’erezione del monumento lecchese ad Alessandro Manzoni e si impegnava per la creazione di una nuova sede del Museo civico di Storia naturale di Milano. Il monumento lecchese a Manzoni fu inaugurato l’11 ottobre 1891 alla presenza di Carducci, ma non di Stoppani. Lo scienziato, infatti, moriva a Milano il 1° gennaio del 1891.
Gli ultimi tempi della vita di Stoppani furono gravati da forti attacchi di angina pectoris, che gli arrecarono anche notevoli sofferenze psicologiche. Alle esequie nella chiesa milanese di San Francesco di Paola era presente una folla immensa. Nonostante Milano volesse accogliere la salma al Famedio, la volontà dello scienziato era di essere sepolto al Cimitero monumentale di Lecco, dove ora riposa.
Il capolavoro: Il Bel Paese
Fra libri maggiormente editi in Italia nel XIX secolo, Il Bel Paese raccoglie conversazioni didattico-scientifiche relative al territorio italiano in un ambiente familiare e in una modalità accessibile anche al lettore non esperto.
Il titolo rievoca il canto 146 del Canzoniere di Petrarca:
“…il bel paese ch’Appennin parte, e ‘l mar circonda e l’Alpe…”.
Nel testo di grande pregio sono le incisioni: il Ghiacciaio a Chamonix, il Vesuvio durante l’eruzione del 1822, il cratere dell’Etna e altre. Il Bel paese è anche frutto anche delle consuetudini di conferenziere di Stoppani al Museo civico di Storia naturale, ai Giardini pubblici e altrove. Fra suoi interventi più celebri la conferenza “Sull’attuale regresso dei ghiacciai delle Alpi” in presenza dei sovrani d’Italia all’Accademia dei Lincei di Roma (1881).
“Lo straordinario successo del Bel Paese si deve all’efficacia della sua impostazione […], a uno statuto in cui confluiscono molte tradizioni diverse non solo letterarie, e a un linguaggio affabilmente comunicativo” (Zanoni, 2014): mirabile è la capacità di strutturare i dialoghi, tagliati su un pubblico differenziato con immediata resa delle situazioni. Battute brevi e di effetto, elementi a sorpresa destano l’interesse del lettore. Il suo entusiasmo naturalistico è spesso di forte impatto: “Il tranquillo bagliore dell’aurora mi aveva già messo in corpo un tale fremito, una tal smania di osservazioni […]” (Il Bel Paese, ed. Aragna, 2009, p. 423). L’eloquio è a volte volutamente colloquiale o con espressioni popolari: “e pan e vin e sciochi / e peu lassa ch’el fiocchi…” (idem, p. 135), “uno scoppio di pianto da cavarti le viscere” (idem, p. 83).
Stoppani costruisce le conversazioni con competenza naturalistica: ”rupe di serpentino verde cupo che colà chiamano pietra nera” (p. 250) – relativamente a Salsomaggiore – e con riferimento al getto di vapore prima di un’eruzione e a Plinio, afferma che “[…] al getto di vapore che precede un’eruzione […] i geologi danno senz’altro il nome di pino vulcanico…” (p. 407).
La migliore prosa di Stoppani si muove nel solco della prosa manzoniana. Di Manzoni si era occupato in I primi anni di Manzoni (1874). Lecco e la geografia lariana accomunano in modo profondo Manzoni e Stoppani, che ripercorre con emozione paesaggi manzoniani:
“[…] Quante volte nella solitudine della mia stanza sento il richiamo ai miei monti natali, al San Martino, alle Grigne, al mio Resegone, e parmi di essere portato a volo su quelle cime…” (Il Bel Paese, Serata II).
Manzoni era stato a contatto con i panorami lecchesi fin dai suoi primi anni e passò parte della sua vita nella Villa del Caleotto a Lecco. Un passo tratto da Da Milano a Damasco (1888) può essere significativo per evidenziare l’eredità letteraria manzoniana dell’opera di Antonio Stoppani:
“Addio Alpi sublimi, indorate dai raggi del sole nascente, incoronate di nevi eterne, da cui si staccano strisciando, come azzurri serpenti i ghiacciai! Addio sorgenti perenni di torrenti e di fiumi che si appianano ai pie’ dei monti in limpidi specchi usi a riflettere nel loro seno azzurro una delle più belle porzioni della terra e del cielo!”.
Antonio Stoppani divulgatore ed educatore
Stoppani era scienziato e poeta di fronte alle bellezze della natura e Il Bel Paese ne è testimonianza, confermata dalla bellezza del contenuto iconografico. Stessa dimensione poetica delle prose stoppaniane si ritrova nella principale opera poetica dell’autore, Asteroidi (1879):
“Ignoti per lungo volger di secoli; privi di luce propria; invisibili allo sguardo più acuto; famosi soltanto perché tanto piccini: eppure lanciati con orbita certa sul cammino degli spazi infiniti e palpitanti dello stesso misterioso per cui aspirano i pianeti, con perpetua ridda, al centro della potenza e della luce”.
La sua passione per la montagna non era solo studio geologico tecnico ma anche impegno di divulgazione scientifica e di guida appassionata. Attivo con ruoli di primo piano nel C.A.I., vedeva nella montagna un profondo significato civilizzatore, portatore di grandi potenzialità educative. Anche per questo si adoperò affinché anche in Italia nascesse, come all’estero, una consuetudine alla sua conoscenza attraverso reti stradali e luoghi di ospitalità.
È stata spesso sottolineata l’importanza pedagogica dell’opera stoppaniana, impronta che emerge chiaramente nel suo discorso tenuto a Firenze in occasione delle premiazioni al Regio Istituto Femminile dell’Annunziata il 15 settembre 1878. Lo scienziato osservava che nello studio della natura si ritrova
“un gran mezzo di intellettuale e morale perfezionamento. Si tratta di un elemento nuovo […] che è andato acquistando in questi ultimi tempi una tale importanza da non poterglisi più negare, fra gli elementi educativi, un posto d’onore […].
La rilevanza pedagogica dell’opera stoppaniana fu bene evidenziata agli inizi del XX secolo. Nel Dizionario illustrato di Pedagogia (1910) alla voce “Antonio Stoppani”:
”Una nota importantissima dell’opera letteraria dello Stoppani sotto l’aspetto educativo è questa: per lui lo studio della natura era un elemento di educazione […]”. E Papa Pio XI, appassionato di montagna: “Ecco un esempio di divulgatore scientifico, invidiabile, di una materia che […] può dirsi l’archeologia naturale del mondo del creato, la Paleontologia […] Egli aveva un dono incredibilmente bello, di una divulgazione invidiabile, cosicchè […] tanto in lui è grande l’arte di esporre e di rendere facile e comprensibile il pensiero scientifico”.
Fede e Scienza in Antonio Stopani
Il rapporto fra Scienza e Fede accompagnò Stoppani per molta parte della vita.
Nel 1860 On the Origin of Species di Darwin (1859) veniva tradotto in Germania e poco dopo il dibattito sulle teorie darwiniane circolava in Europa e in Italia. Anche Stoppani si interessò alla questione e in particolare relativamente alle evidenze paleontologiche. Lo scienziato era dell’idea che i reperti fossili dimostrassero evoluzione ma non necessariamente progressive trasformazioni. A questa considerazione – circolante anche negli ambienti scientifici italiani – Darwin obiettava che la lacunosità della documentazione non permetteva sempre di accertare passaggi intermedi. Nel Novecento è stato messo in evidenza che tali considerazioni potrebbero anche essere “attualizzate” in ambito paleontologico alla luce della Teoria degli equilibri punteggiati, avanzata da Niles Eldridge e Stephen Jay Gould negli anni ’70 del XX secolo.
Nell’Appendice al secondo volume delle sue Note ad un corso annuale di geologia (1865-1870) lo scienziato prendeva le distanze rispetto ad alcuni risvolti del pensiero di Darwin. Relativamente alla complessa questione delle posizioni stoppaniane sull’evoluzionismo, va dato conto allo scienziato che la sua preoccupazione principale era che l’essere umano non fosse considerato “oggetto” scientificamente neutro del percorso evolutivo nella storia naturale, ma che ne fosse conservata una natura “intellettiva” ed etica. Nel rifacimento delle Note l’Appendice – dove questi temi erano stati affrontati – è del tutto omessa. È possibile ipotizzare che Stoppani, in mancanza di argomentazioni “forti” da contrapporre a una teoria ormai grandemente diffusa, avesse deciso di evitarne la trattazione, che successivamente non fu da lui ulteriormente approfondita.
Un ruolo importante nella riflessione di Stoppani ebbero le questioni legate al filosofo Antonio Rosmini (1797-1855). Il pensiero di Antonio Rosmini aveva trovato notevole opposizione nei governi austriaco e borbonico e in ambito ecclesiastico. Nel 1849 veniva sancita la condanna all’Indice di alcune sue opere. Benchè nel 1854 una commissione nominata da Pio IX per l’esame delle opere del Roveretano si fosse pronunciata con esito favorevole, nel 1887 un decreto della Congregazione del S. Uffizio vietava 40 proposizioni da opere rosminiane.
Stoppani si schierava contro le istanze conservatrici che avevano deciso la messa all’Indice. Nel 1887 lo scienziato, convinto che il “rosminianesimo” potesse essere cardine di una filosofia cristiana difronte alla cultura “moderna”, fondava un periodico d’impostazione liberale, con il nome de Il Rosmini. E quando su Il Rosmini fu pubblicato un programma dettagliato per l’erezione di un monumento al Roveretano a Milano, il Sant’Uffizio si mosse affinchè le sottoscrizioni venissero impedite, perché contrarie al noto decreto post-obitum. Nel 1889 Il Rosmini fu condannato da parte della Congregazione dell’Indice. Poco dopo nasceva il Nuovo Rosmini, cui lo scienziato, tuttavia, si rifiutò di partecipare, anche perché contrario all’anonimato della partecipazione che era stato deciso per la nuova veste editoriale.
Un ruolo importante nell’opera di Stoppani ebbe la riflessione in ambito teologico, come testimoniano i suoi principali lavori in questo ambito – Il dogma e le scienze positive (1884), Sulla Cosmogonia Mosaica (1887), Exemeron (postumo, 1893).
Lo scrittore avversava quei fedeli da lui definiti letteralisti o tradizionalisti, che opponevano alle evidenze della scienza un’interpretazione letterale dei testi biblici ma la sua posizione di “credente” era evidente anche in ambito scientifico. Così nel saggio Sulla Cosmogonia Mosaica:
“Siate […] darwinisti, appigliatevi a qualunque delle teorie naturali o positive […] per descrivere a fondo tutto l’universo […] siate inesorabili nello scrutare. Ma arrestatevi, di buon grado volenti, davanti al problema dell’Essere […]”.
Interessanti le tendenze “moderniste” di Stoppani, come è evidente in Il dogma e le scienze positive (1884):
“Via; si può negare che l’uomo è un animale? Mai più. Si può negare che la somiglianza tra l’organismo umano e quello delle bestie si verifica al massimo grado tra quello dell’uomo e quello delle scimmie? Mai più. […]. Perché contendere con ansia affannosa all’anatomia comparata le sue scoperte? […]”
Lo scrittore era, comunque, fermamente convinto della non contraddizione fra Scienza e Fede, ognuna delle quali ha propria sfera speculativa e d’azione, come anche testimoniava nell’Exemeron, che ebbe il plauso di Leone XIII.
Significativa anche le sua visione “ermeneutica” delle Scritture. Secondo lo scienziato il riferimento biblico ai “giorni” della creazione è da intendersi non come “singole” giornate, bensì come ere geologiche. Il testo biblico, inoltre, non seguirebbe l’ordine cronologico dei fatti. Nel racconto di Genesi (1, 5), infatti, la luce è creata nel primo giorno, prima del sole e delle stelle – in un ordine fra giorno e notte non consequenziale: “E fu sera e fu mattina”. E ancora, secondo Stoppani l’espressione Cielo e Terra (Genesi 1, 1) deve essere intesa come sinonimo di “Universo“: Cielo non indica solo la volta celeste cosparsa di stelle ma tutto il creato. Simbolismo ed elementi allegorici sarebbero caratteristici della letteratura biblica, e ne faciliterebbero la comprensione in un’epoca antica anche come modalità espressive tipiche del funzionamento della mente umana.
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Dalle molteplici attività di Antonio Stoppani emerge la dimensione di un uomo di curiosità scientifiche vaste e operative, di propositività sociale all’avanguardia e generosa, sostenitore di una conciliazione fra dimensione religiosa e pensiero laico e fra le menti di maggiore rilievo nel panorama scientifico e culturale dell’Ottocento italiano.
Il suo pensiero e la sua azione portano il segno profondo di una dimensione “lirica” e spirituale, che ha sempre illuminato il suo cammino. Sono sufficienti alcuni versi per significare la ragione poetica e spirituale, che ha solcato il suo percorso d’instancabile ricercatore:
“O quante volte su per gli aspri gioghi
Affaticò i miei passi la pungente
Brama insaziata di strappar l’enigma
Del passato alle rupi! E ora, in seno
Alla roccia prigione, una conchiglia,
Ora il corallo, ora lo spinoso riccio,
Mi disser cose, onde a vergar fui pronto
Non dispregiate carte a cui fidato
Penso l’onor dei non perduti giorni”.
(da Asteroidi, 1879)
Le iniziative per il bicentenario
A duecento anni dalla nascita di Antonio Stoppani (1824-1891) importanti eventi ne hanno celebrato nel corso dell’anno il grande ruolo nel panorama culturale italiano dell’Ottocento. Ne ricordiamo alcuni.
In aprile a Lecco la prima nazionale della presentazione della nuova edizione Millenni Einaudi de Il Bel Paese di Stoppani e l’inizio della rassegna Volti e Storie. Ritratti di lecchesi illustri da Lecco al Mondo.
A maggio, l’Associazione Italiana di Geologia e Turismo in cooperazione con Ordine dei Geologi della Lombardia ha organizzato il convengno Stoppani: dalla scienza alla divulgazione.
In agosto, ancora a Lecco, la conferenza a Palazzo delle Paure e lo svelamento di una targa alla casa di Stoppani in piazza XX Settembre.
In settembre all’Accademia Nazionale dei Lincei il convegno Attualità di Antonio Stoppani: visioni e sfide delle geoscienze nel terzo millennio.
A ottobre l’Associazione degli italianisti ha organizzato il convegno Bicentenario della nascita di Antonio Stoppani. Valore storico e attuale del suo libro “Il Bel Paese”.
A Milano il Museo di Storia Naturale di Milano celebra non solo Antonio Stoppani ma anche Emilio Cornalia (1824-1882) – naturalista insigne, direttore del museo (1866-1882) e presidente della Società Italiana di Scienze Naturali (1866-1882) – in diversificati percorsi (alcuni dei quali fino al 2025) correlati a Stoppani e a Cornalia.
Bibliografia essenziale
Canadelli, E., Alla ricerca del coordinamento. Dal “grande Politecnico” all’“Università politecnica”, in Canadelli E., Zocchi P., (a cura di), Milano scientifica 1875-1924, vol. 1, La rete del grande Politecnico, Sironi, Milano 2008.
Cozzaglio, A., Stoppani, La Sentinella, Brescia 1897.
Petrini, E., Antonio Stoppani, Mondadori, Milano, 1958.
Redondi, P. (a cura di), Un best-seller per l’Italia unita. Il Bel Paese di Antonio Stoppani. Guerini e Associati, Milano, 2012.
Stoppani, A., Il Bel Paese, (a cura di L. Clerici), N. Aragno Editore, Torino, 2009.
Tommaselli. R., Stoppani, Editrice La Scuola, Brescia, 1948.
Zanoni., E., Scienza, patria e religione. Antonio Stoppani e la cultura italiana dell’Ottocento. Franco Angeli, Milano, 2014.
Immagine in apertura: Lecco, Monumento ad Antonio Stoppani. Foto: Peomacri, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons
Guido Cavallera è laureato in Lettere e filosofia all’Università di Milano, è giornalista iscritto all’ordine nazionale dei giornalisti, ha conseguito il Master in Comunicazione scientifica all’Università di Parma con tesi in Storia delle Scienze e il Master in Storia e Filosofia della scienza e della tecnologia all’Università di Venezia con tesi in ambito di Storia delle Scienze della Natura.