Clima e responsabilità: ripensare l’individuo nell’era del riscaldamento globale

In L’emergenza climatica, Francesca Pongiglione affronta con rigore filosofico la crisi ambientale, mostrando come la sfida ecologica richieda un ripensamento etico dell’individuo e della società. Un saggio lucido, tra scienza e responsabilità morale
Titolo: L’emergenza climatica. Ripensare l’individuo in un mondo che cambia
Autrice: Francesca Pongiglione
Editore: Il Mulino
Anno: 2025
Pag.: 193
Pianeta terra. Fino e dal 1990. Sono trascorsi circa trentacinque anni dalla pubblicazione del primo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), uno spartiacque teorico e pratico che consentì alla comunità scientifica internazionale di descrivere il (relativamente) rapido, recente e allarmante fenomeno dell’innalzamento delle temperature terrestri, dovuto prevalentemente a cause antropiche.
A molti e a lungo le competenze dei filosofi sembravano abbastanza inutili di fronte alla crisi ambientale senza precedenti. È via via chiaramente emerso, tuttavia, che rispondere all’emergenza climatica richiede, accanto a trasformazioni culturali ed economiche, sociali e tecnologiche, anche un ripensamento dei valori morali e dei doveri reciproci degli esseri umani che si trovano ad abitare il pianeta in questo momento storico. Serve una riflessione filosofica ed etica che si interroghi sui doveri degli individui nei confronti dell’ambiente e provi a giustificarne in modo solido (non astratto e moralistico) l’esistenza, la natura e l’estensione. Non si tratta di “snaturare” l’essere umano chiedendogli (ci) di essere diverso da come è sempre stato e di comportarsi in modo altruista, oculato e coscienzioso come forse mai nella sua storia è riuscito a fare. L’umanità si trova nel mezzo di un sentiero ancora pieno di diramazioni che possono condurre a luoghi molto lontani da loro. Non abbiamo ragioni per assumere che ci dirigeremo verso il luogo peggiore, non abbiamo ragioni per assumere che andremo verso quello migliore. Abbiamo la possibilità di scegliere che tipo di persone vogliamo essere: non c’è altro modo di rispondere alla sfida dell’emergenza climatica se non cambiando la società, e non c’è altro modo di cambiare la società se non cambiando noi stessi.
In L’emergenza climatica la giovane e brava filosofa Francesca Pongiglione (1980), professoressa associata di Filosofia sociale nell’Università San Raffele di Milano e direttrice dello European Centre for Social Ethics presenta un interessante e fertile approccio culturale, che arricchisce la letteratura in materia di cambiamenti climatici. La prima parte descrittiva riassume efficacemente le sfide scientifica, politica ed etica; la seconda parte “normativa” illustra, conseguentemente, come e perché cambiare per il clima. Sull’origine antropogenica del cambiamento climatico contemporaneo vi è ormai un consenso scientifico pressoché unanime: tra le decine di migliaia di ricerche e studi pubblicati sul tema da studiosi indipendenti provenienti da tutto il mondo, più del 97% la considera acquisita, la percentuale è in crescita e sta scomparendo la minoranza che esprime ancora qualche forma di riserva (per quanto chiassosa ed enfatizzata come l’altro di due mediaticamente e psicologicamente obbligatori punti di vista).
Il primo dei sei capitoli si sofferma, appunto, sulla descrizione scientifica del surriscaldamento globale, analizzando i dati che sono stati prodotti dal 1990 a oggi e che ci consentono di tracciare una linea di connessioni causali – spesso complesse – tra azioni individuali, emissioni di gas serra, ricadute sull’ambiente, effetti sugli esseri umani. Il secondo capitolo esamina le imprescindibili difficoltà o riottosità ad agire da parte di tutti gli agenti coinvolti, governi e multinazionali, come anche dei singoli. Rivolgersi agli individui per risolvere una crisi di tale portata può essere sconfortante e fallimentare. Epperò! Abbiamo il dovere di sapere cosa sta accadendo e provare a risolvere il paradosso dei piccoli effetti, facendoci un pochino aiutare anche da culture antiche e visioni alternative. La narrazione è molto chiara, competente ed efficace; ogni tanto si riassumono dubbi e nessi nell’elegante incedere del ragionamento; forse qualche spunto ulteriore poteva arrivare da una prospettiva evoluzionistica e dalla filosofia della scienza.

Valerio Calzolaio è giornalista e saggista. Già deputato per quattro legislature, dal 1996 al 2001 è stato sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, rappresentando il governo italiano ai principali appuntamenti ambientali internazionali (da Kyoto a l’Aja, da Nairobi a New York). Ha svolto per anni attività di consulente Onu per il segretariato della Convenzione per la lotta alla siccità e alla desertificazione. È stato professore a contratto di Diritto Costituzionale all’Università di Macerata. Ha pubblicato, con Telmo Pievani, Libertà di migrare (Einaudi, 2016), i suoi libri più recenti sono La specie meticcia (People, 2019), Migrazioni (Doppiavoce, 2019) e Isole carcere (Edizioni Gruppo Abele), 2022.