Genetica dell’aggressività
Sui giornali si leggono spesso titoli altisonanti come questi: “Scoperto il gene che fa ingrassare”, “Scoperto il gene della depressione”, “Scoperto il gene che fa invecchiare in fretta”, “Scoperto il gene della aggressività”. Almeno in quest’ultimo caso, i titolisti dovrebbero modificare l’intestazione dell’articolo in “Scoperti i 57 geni dell’aggressività”. In effetti, un recente studio pubblicato sulla rivista BMC Biology, ha […]
Sui giornali si leggono spesso titoli altisonanti come questi: “Scoperto il gene che fa ingrassare”, “Scoperto il gene della depressione”, “Scoperto il gene che fa invecchiare in fretta”, “Scoperto il gene della aggressività”. Almeno in quest’ultimo caso, i titolisti dovrebbero modificare l’intestazione dell’articolo in “Scoperti i 57 geni dell’aggressività”.
In effetti, un recente studio pubblicato sulla rivista BMC Biology, ha individuato 59 mutazioni in 57 geni differenti che sono coinvolti nei comportamenti aggressivi della Drosophila. Un gruppo di ricercatori ha inizialmente valutato il comportamento aggressivo di numerosi individui di Drosophila melanogaster posti l’uno contro l’altro per la conquista e la difesa di una fonte di cibo dopo un periodo di 90 minuti di digiuno. Successivamente, gli esemplari che presentavano le caratteristiche desiderate, in questo caso diversi livelli di aggressività, sono stati fatti accoppiare tra loro, secondo una procedura di accoppiamento assortativo e selezione artificiale. In questo modo, nelle generazioni successive sono stati rafforzati i comportamenti aggressivi e mansueti. Dopo alcune generazioni, infatti, 32 gruppi risultavano più aggressivi rispetto ai controlli (gruppi in cui gli accoppiamenti tra individui erano casuali) e 27 più mansueti.
Successivamente i ricercatori hanno valutato le cause genetiche di questi differenti livelli di aggressività, individuando 59 mutazioni in 57 geni, nessuna delle quali si credeva implicata nell’influenzare l’aggressività. Molti di questi geni sono coinvolti nello sviluppo e nel funzionamento del sistema nervoso, ma, sostengono i ricercatori, è probabile che siano alla base di comportamenti complessi. Altri, invece, presiedono funzioni cellulari e processi metabolici basilari.
Questo studio indica l’estrema complessità della genetica del comportamento, anche nelle specie che potrebbero sembrare non particolarmente complesse, e delle enormi difficoltà che si incontrano nello studio delle basi molecolari dei comportamenti elaborati.
Andrea Romano
Riferimenti:
Alexis C Edwards, Liesbeth Zwarts, Akihiko Yamamoto, Patrick Callaerts and Trudy FC Mackay. Mutations in many genes affect aggressive behavior in Drosophila melanogaster. BMC Biology 2009, 7:29 doi:10.1186/1741-7007-7-29
In effetti, un recente studio pubblicato sulla rivista BMC Biology, ha individuato 59 mutazioni in 57 geni differenti che sono coinvolti nei comportamenti aggressivi della Drosophila. Un gruppo di ricercatori ha inizialmente valutato il comportamento aggressivo di numerosi individui di Drosophila melanogaster posti l’uno contro l’altro per la conquista e la difesa di una fonte di cibo dopo un periodo di 90 minuti di digiuno. Successivamente, gli esemplari che presentavano le caratteristiche desiderate, in questo caso diversi livelli di aggressività, sono stati fatti accoppiare tra loro, secondo una procedura di accoppiamento assortativo e selezione artificiale. In questo modo, nelle generazioni successive sono stati rafforzati i comportamenti aggressivi e mansueti. Dopo alcune generazioni, infatti, 32 gruppi risultavano più aggressivi rispetto ai controlli (gruppi in cui gli accoppiamenti tra individui erano casuali) e 27 più mansueti.
Successivamente i ricercatori hanno valutato le cause genetiche di questi differenti livelli di aggressività, individuando 59 mutazioni in 57 geni, nessuna delle quali si credeva implicata nell’influenzare l’aggressività. Molti di questi geni sono coinvolti nello sviluppo e nel funzionamento del sistema nervoso, ma, sostengono i ricercatori, è probabile che siano alla base di comportamenti complessi. Altri, invece, presiedono funzioni cellulari e processi metabolici basilari.
Questo studio indica l’estrema complessità della genetica del comportamento, anche nelle specie che potrebbero sembrare non particolarmente complesse, e delle enormi difficoltà che si incontrano nello studio delle basi molecolari dei comportamenti elaborati.
Andrea Romano
Riferimenti:
Alexis C Edwards, Liesbeth Zwarts, Akihiko Yamamoto, Patrick Callaerts and Trudy FC Mackay. Mutations in many genes affect aggressive behavior in Drosophila melanogaster. BMC Biology 2009, 7:29 doi:10.1186/1741-7007-7-29
Ecologo e docente di Etologia e Comportamento Animale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Ha scritto di animali ed evoluzione su Le Scienze, Mente e Cervello, Oggiscienza e Focus D&R . Collabora con Pikaia, di cui è stato caporedattore dal lontano 2007 al 2020.