Homo floresiensis: nuova specie o cretinismo?

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Continua la controversia sull’uomo di Flores: malformazione o specie a parte?

Sin dall’inizio i reperti ritrovati nella grotta di Liang Bua, su una piccola isola dell’arcipelago malese chiamata Flores, hanno colpito e fatto discutere per la loro peculiare mescolanza di tratti simili a quelli della nostra specie e di altri tratti più primitivi, più vicini a quelli che probabilmente possedeva qualche nostro remoto antenato. Una nuova specie del genere Homo o il segno di una qualche patologia sui resti di esseri umani come noi? La prima ipotesi è finora sembrata la più convincente, tanto che Homo floresiensis, questo il nome prescelto, è oramai più o meno diffusamente accettato come specie a sé, ma negli anni non sono mancati studi approdati a conclusioni diverse con alterna ricezione da parte della comunità scientifica.

Solo due anni fa uno di questi studi ha proposto un’ipotesi (Pikaia ne ha parlato qui) per spiegare le strane caratteristiche degli otto individui (solo di due di essi però si possiede un discreto ammontare di reperti) scoperti nella grotta: una forma di cretinismo sporadicamente presente nella popolazione che abitava l’isola in un periodo di tempo che copre svariate migliaia di anni dal più antico al più recente degli individui ritrovati. L’ipotesi era finora supportata solo dallo studio del cranio, e questo secondo lavoro dello stesso team australiano composto da Charles Oxnard, Peter Obenford e Ben Kefford e pubblicato su PlosOne, aggiunge analisi e considerazioni anche riguardo allo scheletro postcraniale e fa il punto sull’ipotesi cretinismo.

Il cretinismo è una sindrome dovuta allo scarso funzionamento della tiroide, che avendo un ruolo delicatissimo nella produzione di ormoni porta con sé, se malfunzionante, una cascata di conseguenze sullo sviluppo dell’organismo. Questa forma di ipotiroidismo è solitamente data da una scarsità di iodio nella dieta della madre durante la gravidanza, cosa che può sembrare difficile su un’isola (basti pensare che il pesce ne è ovviamente ricco) ma gli autori riportano la sindrome essere stata attestata a Bali, ancora più piccola e geologicamente simile. Che cosa ci si aspetta di trovare nello scheletro di un affetto da cretinismo? Più o meno lo stesso miscuglio di caratteristiche (in questo caso apparentemente) primitive e derivate ritrovate nell’Homo floresiensis, sostengono gli autori dello studio che portano a loro sostegno numerose analisi quantitative in cui H. floresiensis appare significativamente più vicino agli affetti da cretinismo che agli uomini sani e agli scimpanzé (qui un grafico tratto dall’articolo originale).

All’interno del paper sono presenti anche considerazioni riguardanti il cranio, cruciale per dirimere la questione: negli individui con malfunzionamento prenatale alla tiroide difatti l’altra parte del corpo fortemente implicata nella produzione di ormoni, ovvero l’ipofisi, si sviluppa molto più del normale dando luogo a una sella turcica (l’alloggiamento dell’ipofisi nel cranio) molto più ampia. Due anni fa uno dei punti più criticati del paper di Oxnard e colleghi fu proprio la stima in più di 12 mm delle dimensioni, in tal caso decisamente patologiche, della sella turcica, che esperti del calibro di Dean Falk e Ralph Holloway consideravano invece assolutamente normale (intorno a 6 mm). La nuova stima in proposito da parte del team di ricercatori è di 8 mm, e secondo loro rientra nel range degli affetti da cretinismo da loro esaminati e in quello riportato per quelli provenienti dalla vicina Cina. Com’è possibile tanta discrepanza nelle misure? Uno dei problemi all’interno di questa vicenda fu, e ancora è, che in pochi possono accedere agli originali e Oxnard e colleghi hanno effettuato le loro misure a partire dal poco materiale pubblicato e da immagini ingrandite artificialmente (nel paper del 2008 una di queste era stata estrapolata addirittura da un fotogramma di documentario tv), non a caso nemmeno in questo lavoro è presente alcuna immagine oltre ai grafici e alle tabelle.

L’ultimo elemento preso in esame è la capacità cranica, uno dei motivi di meraviglia in questo ominide: con un volume di 417 cc LB1, il primo individuo riportato alla luce, è molto lontano dalla capacità degli affetti da cretinismo rilevata in Europa che va da  670 cc a 1150 cc. L’ipotesi è che per popolazioni che posseggano capacità cranica media inferiore, come ad esempio alcuni abitanti di Flores, il volume risultante in un affetto da cretinismo possa essere tranquillamente quello di LB1 ma nessuna stima concreta è portata a favore e la questione è poco più che accennata.

In conclusione gli autori esprimono una speranza che è comune a chiunque si interessi della vicenda: poiché molti dei reperti non sono ancora fossilizzati è auspicabile che si possa ottenere del DNA, e con esso una parola se non conclusiva quantomeno pesante sulla questione. Nel mentre, è improbabile che qualcuno smetta di chiamare l’Homo floresiensis con il suo nome almeno per ora.


Riferimenti:
Charles Oxnard, Peter J. Obendorf, Ben J. Kefford. “Post-Cranial Skeletons of Hypothyroid Cretins Show a Similar Anatomical Mosaic as Homo floresiensis”. PLoS ONE, 2010; 5 (9)